Fratelli d'Italia presenta il proprio candidato a sindaco di Ragusa

Fratelli d'Italia presenta il proprio candidato a sindaco di Ragusa

È arrivato in tarda serata il comunicato stampa del circolo cittadino di Fratelli d’Italia Ragusa che domani mattina, presso il Mediterraneo Palace Hotel, presenterà alla stampa il proprio candidato sindaco.
Saranno presenti anche il coordinatore provinciale sen. Salvo Sallemi, vice presidente del gruppo parlamentare FdI a Palazzo Madama, e l’on. Giorgio Assenza, capogruppo FdI all’ARS.
Nella nota inviata alla stampa manca, però, il nome del candidato sindaco. Eravamo fermi a ieri l’altro con un Pasquale Spadola, proposto dai meloniani, dato addirittura come possibile candidato dell’intero centrodestra. “Con noi o contro di noi” sembrava volessero dire senza poterlo fare davvero quando hanno annunciato che domani avrebbero incontrato gli organi di informazione per annunciare la strategia per le amministrative.
Il fatto che comunque FdI presenterà un candidato, che sia o no Spadola, conferma per esclusione alcuni dati: non appoggeranno Peppe Cassì - ovviamente - ma al momento non saranno della partita né Forza Italia né la Lega e il gruppo Insieme.
Di quest’ultimo, anzi, si dice che già Peppe Cassì ne abbia incassato l’appoggio. Dimostrazione sarebbero i movimenti di ex consiglieri comunali, già avanti con le telefonate agli elettori più fedeli e anche a quelli altrui.
Non resta che attendere qualche ora ancora, dunque, per scoprire se domani in conferenza stampa insieme a tutta la classe dirigente di Fratelli d'Italia ci sarà Pasquale Spadola o qualcun altro.


M5S fuori dal campo progressista a Ragusa: correrà con un proprio candidato

M5S fuori dal campo progressista a Ragusa: correrà con un proprio candidato

Il Movimento 5 Stelle non appoggerà Riccardo Schininà alle amministrative di maggio, rompendo il campo progressista e correndo con un proprio candidato. Nella rosa dei possibili nomi il capogruppo al Consiglio comunale Sergio Firrincieli.
La decisione sarà ufficializzata presumibilmente lunedì o, al più tardi, martedì dopo che se ne sarà discusso nell’organo cittadino.
Questo il risultato della trasferta panormita di Stefania Campo che ha portato al leader Giuseppe Conte il “Dossier Ragusa” spiegando le ragioni di questa preferenza. Da Conte e dal plenipotenziario siciliano Nuccio Di Paola il via libera all’operazione.
La soluzione verrà portata al gruppo territoriale - dove ormai regna la pace - per individuare il nome del candidato sindaco. In pole position il capogruppo Firrincieli, che si è fatto conoscere in questi cinque anni di opposizione all’Amministrazione Cassì per lo stile senza fronzoli, ma focoso. C’è, però, tra le malelingue, chi insiste sul fatto che alla fine il candidato del M5S sarà l’ex senatore Gianni Battaglia.
Il gruppo ragusano del M5S, quindi, s’è preso la responsabilità di rompere il fronte progressista (tanto auspicato anche dagli stessi grillini iblei) per ragioni non del tutto chiare. Impensabile che la questione possa ridursi solo alla presenza in coalizione di persone come Ciccio Barone o l’ex vicesindaco grillino Massimo Iannucci.
Gli osservatori, tuttavia, ragionano su un dato: questa mossa avvantaggia il candidato sindaco uscente e quello che accadrà alle urne a maggio potrebbe avere letture diverse a seconda dei risultati: sa bene l’on. Campo che quando si vince è sempre merito di tutti, quando si perde si cerca sempre un capro espiatorio. Dovrebbe chiedersi se la pace di questi giorni non sia solo apparente, se qualcuno non abbia deciso di ingoiare il rospo in attesa che le posizioni si definiscano per poi dare un colpo di coda all’ultimo momento. In caso di una sconfitta bruciante sarà davvero troppo facile puntarle il dito contro e indicarla come unica responsabile di una strategia che, nella migliore delle ipotesi, porterà comunque il M5S a bussare alle porte di Schininà o ad altri cinque anni di opposizione, nel peggiore dei casi a sparire dal palazzo.


Salta l'incontro Schininà-Campo. Grillini al bivio

Salta l'incontro Schininà-Campo. Grillini al bivio

Il candidato sindaco di Ragusa per il campo progressista Riccardo Schininà dovrà attendere ancora un po’ per sapere se il Movimento 5 Stelle sarà nella sua squadra o no.
Si diceva che l’on. Stefania Campo avrebbe dovuto consegnare oggi una lettera da Roma al candidato scelto dal PD e dalle altre liste civiche di quell’area. Invece, complice la presenza dell’avvocato del popolo Giuseppe Conte a Palermo, l’incontro è slittato perché qualcuno andrà nella capitale di Sicilia ad assicurarsi che il contenuto della lettera romana sia aderente ai desiderata del movimento ragusano.
“Lunedì o martedì il Movimento 5 Stelle di Ragusa terrà una conferenza stampa durante la quale sarà sciolta la riserva e indicheremo la nostra decisione definitiva”, ha dichiarato poco fa l’on. Campo in un’intervista che pubblicheremo a parte.
“La novità - ha aggiunto - è che il Movimento oggi è finalmente compatto e sono rientrate tutte le frizioni che ci sono state nell’ultimo periodo”.
Secondo noi i grillini ragusani sottoporranno a Conte due possibilità: appoggiare Schininà, facendo passare tutti i malesseri ai contrari (malesseri del tipo “Oddio, alleati di Ciccio Barone no!” oppure “Far squadra con Nello Dipasquale? Giammai!” recitati con una certa affettazione); andare alle elezioni da soli, senza neanche Sinistra Italiana con la quale si ipotizzava un tandem, ricominciando però tutto da zero in cerca di un candidato sindaco. Sempre che Stefania Campo non ne abbia uno di riserva nella borsa.
Entrambe le ipotesi avrebbero dignità d’essere valutate, con i rispettivi pro e i contro.
Il vantaggio della prima soluzione è insita nel mantra di ogni elezione che si rispetti: contro avversari divisi - toh! - “uniti si vince”; lo svantaggio è che le condizioni poste da Schininà e accettate dalla coalizione prevedono che le forze politiche, in una eventuale giunta, otterranno ruoli proporzionalmente al loro successo elettorale. Un sistema giusto per spingere ogni membro della squadra a dare il massimo, ma poco gradito al M5S che vorrebbe avere in anticipo garanzie sui numeri della propria presenza in giunta, accada quel che accada.
Presentarsi con un proprio candidato sindaco, invece, ha l’indiscutibile vantaggio di non contaminare la propria identità in nessun modo durante la campagna elettorale, trattando ogni tema con la propria autonomia, senza dover concordare alcunché con gli alleati. Consentirebbe qualche mese di serenità ai grillini più selettivi di palato… Tutto ciò, però, con la consapevolezza di non avere numeri a sufficienza per fare jackpot al primo turno, con remotissime possibilità di approdare a un eventuale turno di ballottaggio e sapendo di indebolire l’area progressista a esclusivo vantaggio del candidato sindaco uscente. Certo, totalizzando un risultato comunque dignitoso, se poi l’alleato naturale dovesse arrivare al ballottaggio a quel punto sì che si potrebbe contrattare un accordo per un valore forse maggiore, considerando il sovrapprezzo di un apparentamento.
Pro e contro, abbiamo detto, da valutare e pesare con attenzione.
Tuttavia, ci chiediamo per quale ragione il presidente Conte, che ha il movimento impegnato in alleanze col PD nei capoluoghi di Sicilia dove si andrà al voto, dovrebbe avallare solo a Ragusa una strategia diversa. Questo resterebbe un mistero.


Cassì e Massari, Campo e Schininà, serve altro tempo, a chi più a chi meno

Cassì e Massari, Campo e Schininà, serve altro tempo, a chi più a chi meno

Ci vorranno ancora 48ore per sapere se l'accordo tra il sindaco uscente Peppe Cassì e Giorgio Massari di Ragusa Prossima si concretizzerà o meno.
Secondo i soliti bene informati, infatti, nell'incontro di ieri sera Massari avrebbe posto condizioni precise. Una, la più importante, è stata quella che ha imposto un nuovo stop di riflessione da parte di Cassì: se l'accordo deve esserci a Ragusa Prossima va garantito subito il posto di vicesindaco, plausibilmente per lo stesso Massari che non sembra interessato a candidarsi al Consiglio comunale.
Una richiesta più che lecita che, però, pone Cassì nella condizione di dover sconfessare se stesso rispetto alla posizione (arcinota) di non voler rinunciare ad alcuni suoi "uomini chiave" nella Giunta, con particolare riferimento al vicesindaco Giovanna Licitra. La palla, dunque, potrebbe passare a quest'ultima cui toccherebbe scegliere il proprio destino, appunto, in 48ore: proseguire col suo incarico politico, magari ridimensionato da vicesindaco a semplice assessore, o tornare a svolgere il suo già prestigioso ruolo di dirigente per l'agroalimentare alla Camera di Commercio, con le prospettive che questa seconda scelta comporterebbe dato che Licitra - dicono sempre i ben informati - è data tra le papabili a ricoprire ruoli anche superiori nell'ottica di un nuovo riassetto degli enti camerali in Sicilia. Ragionamenti, questi, che appartengono più a chi scrive che al vicesindaco, ma sul fatto che ci sia da fare una scelta non vi è dubbio.

Già questa sera, invece, si dovrebbero avere notizie sul futuro dell'area progressista.
Previsto un incontro nello stile "c'è posta per te", tra il candidato Riccardo Schininà e l'on. Stefania Campo del M5S di ritorno da una poco proficua trasferta palermitana all'Assemblea Regionale Siciliana. Pare che l'onorevole abbia con sé una lettera romana per Schininà. Potrebbe essere il via libera all'intesa emanato da Giuseppe Conte in persona? Se così fosse, Schininà incasserebbe l'appoggio della quinta forza politica del suo schieramento, il secondo partito di caratura nazionale dopo il Partito Democratico che per primo ha scelto il giovane avvocato per la corsa a Palazzo dell'Aquila.
Passerebbe, così, la linea del gruppo consiliare del M5S che invece sarebbe pronto a creare la spaccatura in caso di decisioni altre.
Una soluzione che, però, non sarebbe giù ad alcuni fedelissimi dell'onorevole, pronti a loro volta a lasciare.

Nessuna notizia, ancora, dal fronte De Luca: i referenti ragusani dell'eccentrico onorevole peloritano forse attendono che qualcuno lanci il cuore oltre l'ostacolo offrendo loro ciò che hanno avuto il coraggio di chiedere pochi giorni fa in conferenza stampa: Francia o Spagna purché si... Purché ci sia un assessorato.


Pasquale Spadola in campo comunque, Cassì invia e riceve ambascerie

Pasquale Spadola in campo comunque, Cassì invia e riceve ambascerie

Si terrà sabato mattina, in luogo e orario ancora da definire, la presentazione ufficiale in conferenza stampa del candidato sindaco Pasquale Spadola.
Ancora da definire nella totalità pure le forze politiche di centrodestra che saranno presenti a dare il proprio appoggio. La coalizione, infatti, dopo la proposta di Fratelli d’Italia l’altro ieri, s’è data tempo fino a giovedì pomeriggio per esprimersi su tre possibilità: dare il completo appoggio a Spadola; trovare un altro nome che sia più competitivo o sciogliere il tavolo. A quel punto, sabato mattina a meno di novità eclatanti, sapremo se Pasquale Spadola sarà il candidato unitario del centrodestra o solo di FdI. Sì, perché a prescindere dall’esito della riunione, Spadola sarà in campo comunque, ufficialmente in quota di Fratelli d’Italia. Così, almeno, ci ha confermato ieri sera in un’intervista il coordinatore cittadino dei meloniani Alessandro Sittinieri.

Intanto a Palazzo dell’Aquila il primo cittadino continua a inviare e ricevere ambascerie. Infatti, da una parte Cassì, che non ha più Ciccio Barone come cinque anni fa a tessere le trame politiche, manda avanti esponenti del Movimento Civico Ibleo (Pelligra, pare) per cercare ancora contatti con gli ex alleati nello strenuo tentativo di tentare un’ultima mediazione e chiedendo ancora di rinunciare alla propria identità di partito, dall’altra riceve esponenti del movimento Insieme. Avvistato stamattina al Comune l’ex consigliere comunale Maurizio Tumino (anch’egli munito di pallottoliere?). Scopo di quest’ultimo incontro convincere Cassì ad accogliere FdI con il proprio simbolo, rinunciando alla posizione di principio d’essere un candidato esclusivamente civico. Al punto in cui si è arrivati, tuttavia, le posizioni sembrano essere ormai inconciliabili.
C’è stato spazio, sembra, anche per un altro tentativo da parte del sindaco uscente: convincere Tumino, almeno a livello personale, a lasciare il tavolo del centrodestra e accomodarsi tra i civici contro i “gusci vuoti”. D’altronde l’opposizione del Movimento Insieme, pur avendo una presenza in Consiglio comunale, è stata sempre blanda, “di servizio” per così dire. La proposta del sindaco, tuttavia, non deve aver riscosso la reazione sperata.

In questo scenario, dunque, qualche ben informato parla di un Cassì dall’umore grigio, pensieroso; altri riferiscono di un Cassì sicuro della rielezione. Quest’ultimo ci sembra l’atteggiamento giusto: se facesse trapelare delle esitazioni in questa complicata fase, mostrando apprensione, qualcuno dei suoi potrebbe mangiare la foglia e lasciarlo per dirigersi verso altri lidi. C'è da dire che proprio in queste ore si sta tenendo l’ultimo incontro tra Cassì e Giorgio Massari che, a ‘sto punto, potrebbe alzare il prezzo.

E mentre si consuma tutto questo, Schininà sta comodamente a guardare, lasciando la porta aperta: non si sa mai che qualche esule possa venire a chiedere asilo.


Cassì e l’accordo con Massari per le amministrative. Possibile un passo indietro?

Cassì e l’accordo con Massari per le amministrative. Possibile un passo indietro?

Calando sul tavolo del centrodestra la carta di Pasquale Spadola quale possibile candidato unitario, pare che Fratelli d’Italia abbia impensierito non poco il primo cittadino Cassì che, fino a questo momento, ha giocato una partita solitaria che puntava a far approdare tutti sulla propria proposta senza cedere nulla e contando sull’unica leva possibile per mostrare forza: essere il candidato sindaco uscente.
Nel quadro di un centrodestra privo di un nome all’altezza, Cassì ha gestito le trattative senza grossi compromessi. Ai meloniani che cinque anni fa gli avevan dato il simbolo e mille voti (ottenendo in cambio solo scortesie più o meno palesi) ha chiesto di rinunciare alla propria identità, quella di essere, oggi, la principale forza di Governo a Roma e a Palermo. Una pretesa politicamente incomprensibile se non si voglia credere davvero a quel soliloquio sulla politica e sui politici che sarebbero cosa brutta tanto da credere nell’inutilità dei partiti, “per essere un uomo libero dai diktat delle segreterie” e dover assecondare, invece, i capricci dei movimenti civici... Facile finché il movimento civico è uno e uno solo e, per di più porta il tuo nome. Stessa linea - la richiesta di rinuncia al simbolo - per tutte le altri componenti del centrodestra che, giustamente, hanno temporeggiato il più possibile.
Analogo il comportamento nei confronti di esponenti di altra estrazione politica: con Giorgio Massari ci sono stati vari abboccamenti, ma la pretesa di non voler rivedere la Giunta in funzione di una alleanza ha generato qualcosa di simile a uno stallo.
Da ieri sera, però, il quadro sarebbe cambiato: dicono le malelingue che Cassì stia ora facendo nuovi calcoli, pallottoliere alla mano, pronto a fare un passo indietro sull'accordo con Massari.
Qualcuno deve avergli fatto notare che mentre nel centrosinistra si sta muovendo una compagine già piuttosto compatta e con il motore che sta scaldando intorno al candidato Riccardo Schininà, le uniche forze sulle quali ad oggi può contare - oltre se stesso - sono i propri consiglieri, qualcosa portato da Massari, sempre che l’alleanza si concretizzi e che l’ex sindaco voglia candidarsi al Consiglio comunale, e tre consiglieri che fanno riferimento a un parlamentare regionale di un’altra città. Insomma, non proprio una macchina da guerra e di questo Cassì sembrerebbe preoccupato.
Che figura ci farebbe, poi, il sindaco Cassì grande amico del ministro Musumeci e dei vari Sallemi e Assenza, a trovarsi in competizione appoggiato solo da un esponente di sinistra? Rischierebbe forse di passare per uno di sinistra anche lui?
Ecco la tentazione alla quale starebbe pensando, sempre secondo le malelingue: stoppare Pasquale Spadola in qualsiasi modo, rimettendo in discussione tutto, rimangiandosi lo sdegno sui partiti e l’intoccabilità dell’attuale Giunta, aprendo tutte le porte purché possa avere un’arma in più, anche una sola, per combattere Schininà.
Bisognerebbe convincere Spadola, che i bene informati danno già in corsa con notevole entusiasmo, a fermarsi subito evitando a Cassì d’arrivare buon terzo in questa competizione.
Il sasso, però, sembra che abbia già cominciato a rotolare...


Pasquale Spadola potrebbe essere il candidato sindaco del centrodestra a Ragusa

Pasquale Spadola potrebbe essere il candidato sindaco del centrodestra a Ragusa

Potrebbe essere Pasquale Spadola il candidato sindaco per il centrodestra ragusano?
Il nome di Spadola - presidente del Centro Servizi Culturali, attore e location manager - circola già da qualche giorno (almeno da quando il figlio ha pubblicato su Facebook un enigmatico post con la foto di Palazzo dell’Aquila e il commento: “Un'alternativa è possibile”) minando le certezze dell’uscente Cassì e nel corso degli ultimi incontri della coalizione sarebbe stato messo al centro dei ragionamenti creando un certo interesse e reazioni favorevoli.
Spadola, dato in quota Fratelli d’Italia, sarebbe già in corsa con lo spirito di chi compete per vincere e non solo per facciata. Insomma, un entusiasmo che ha permesso ai meloniani di porsi come forza trainante della coalizione, puntando con determinazione su di lui.
Una mossa che, in quell’area politica, starebbe rimettendo tutto in discussione. Forza Italia, il movimento Insieme di Tumino e Occhipinti e la Lega, sarebbero pronti a seguire questo progetto.
Perfino Cassì, forse, starebbe cominciando a farsi due conti: se l’intero centrodestra, come pare, dovesse compattarsi su “Pasqualone” - come tutti lo chiamano in città - anche qualcun altro potrebbe scegliere di seguire il progetto e allora gli resterebbe davvero solo l’alleanza con Giorgio Massari su cui contare. Ben poca cosa in una sfida a tre con due candidati fortemente identitari (Schininà a rappresentare il centrosinistra e Spadola per il centrodestra) e poi l’uscente che sì, ha il vantaggio indiscutibile d’aver amministrato per cinque anni, ma con la pecca di non aver stupito.
Intanto, il nome di Spadola dovrebbe essere ormai di dominio pubblico e chissà che non serva perfino dall’altra parte a serrare i ranghi.


[VIDEO] Bonus edilizi: tra Modica e la Campania truffa allo Stato per 115milioni di euro

[VIDEO] Bonus edilizi: tra Modica e la Campania truffa allo Stato per 115milioni di euro

Conferenza stampa questa mattina presso il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa per illustrare i risultati dell'operazione "Credit Washing". Ecco il comunicato stampa e le dichiarazioni video del comandante della Compagnia di Modica, Cap. Francesco Sozzo, e del Sostituto Procuratore della Repubblica, dott.ssa Monica Monego:

Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal G.I.P. presso il Tribunale ibleo, con cui è stata disposta la misura cautelare personale in carcere per un imprenditore campano e gli arresti domiciliari per un imprenditore modicano, per aver abilmente e fittiziamente creato nonché commercializzato con la complicità di altre 5 persone, oltre 115 milioni di euro di falsi crediti d'imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi assistiti dal regime agevolativo dei cc.da. "Bonus Facciate e Bonus Ristrutturazioni", in realtà mai avvenuti.
L'Autorità Giudiziaria ha disposto, altresì, il blocco di tali crediti fiscali inesistenti, con il sequestro preventivo di denaro, beni e assetti societari in misura equivalente al profitto del reato, ammontante a 115.135.522,00 €.
Il provvedimento è stato emesso all'esito di un'articolata indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotta dai finanzieri della Compagnia di Modica che, tramite i dati estratti dalla "Piattaforma Cessione Crediti" dell’Agenzia delle Entrate, l'approfondita analisi della documentazione bancaria, i mirati sopralluoghi e la raccolta di testimonianze da parte di persone informate sui fatti, hanno portato alla luce il complesso meccanismo fraudolento con cui è stata perpetrata la truffa a danno del bilancio dello Stato.
Inoltre, la complessa ricostruzione delle transazioni finanziarie ha consentito di accertare l'autoriciclaggio di oltre 57 milioni di euro.
Le indagini delle Fiamme Gialle di Modica sono scaturite dagli approfondimenti sulla posizione di una società di Roma, riconducibile ad un soggetto modicano, formalmente operante nel settore della costruzione di edifici residenziali, ma di fatto una mera cartiera, che, preliminarmente, è risultata aver acquistato 3 milioni di euro di crediti d'imposta senza aver pagato alcun corrispettivo, successivamente monetizzati in parte mediante cessione a Poste Italiane. Le liquidità finanziarie entrate nella disponibilità dell'imprenditore sono state immediatamente sottoposte a sequestro d'urgenza per un importo superiore a 354.583,00 euro, al fine di impedirne la dispersione, già nelle prime fasi dell’indagine.
Grazie ai successivi accertamenti, sono state rilevate due principali modalità di esecuzione della frode: in primo luogo, è stato individuato un imprenditore campano che, tramite diverse società a lui riconducibili, ha falsamente attestato di aver ricevuto molteplici lavori di ristrutturazione edilizia da proprie società o da altri imprenditori compiacenti, che hanno acquistato cosi oltre 43 milioni di euro di crediti d'imposta mediante l'opzione dello "sconto in fattura", inoltre, è stato accertato che lo stesso imprenditore, unitamente a un complice, ha effettuato centinaia di comunicazioni dell'opzione relativa agli interventi di recupero e restauro edilizio, in realtà mai avvenuti, sulla piattaforma dell'Agenzia delle Entrate per conto di altre persone proprietarie di immobili, dichiarandosene erede e trasferendo circa 72 milioni di euro di crediti di imposta fittizi sui cassetti fiscali delle proprie società. I successivi riscontri hanno permesso di accertare che i proprietari degli immobili inseriti nella piattaforma sono in realtà tutti ancora in vita e all'oscuro di tali operazioni.
I bonus si sostanziano nel riconoscimento di una detrazione, di importo variabile a seconda della tipologia, commisurata alle spese documentate per interventi di recupero/restauro degli edifici esistenti o, in particolare, delle facciate. I cittadini o le imprese aventi disponibilità di immobili, a seguito degli interventi edilizi, possono fruire direttamente della detrazione maturata, beneficiandone nei dieci anni successivi. Tuttavia, il decreto "Rilancio" (decreto-legge n. 34/2020) ha previsto, dal 2020, altresì la possibilità di usufruire dei bonus optando alternativamente per un contributo di ammontare pari alla detrazione spettante, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore che ha effettuato gli interventi (c.d. "sconto in fattura”), ovvero, la cessione a terzi del credito corrispondente alla detrazione maturata.
Nel caso oggetto d'indagine, una volta creati, attraverso la falsa attestazione di lavori mai eseguiti, i crediti fittizi sono stati oggetto di ripetute cessioni a terzi per consentire poi la monetizzazione presso intermediari finanziari del "bonus" e la successiva dispersione del profitto del reato. In tal modo, gli indagati si sono assicurati i proventi illeciti che sono stati in gran parte autoriciclati per oltre 57
milioni di euro, così da far perdere ogni traccia delle origini fraudolente di tali risorse economiche.
Per tali ragioni, su proposta della locale Procura, il G.I.P. ha anche disposto il sequestro preventivo di quote di partecipazione in 9 società per un valore di circa 250 mila euro, 24 autovetture e 2 motoveicoli, 2 unità immobiliari, tutti i conti correnti nella disponibilità di 5 dei 7 indagati, nonché il blocco sul portale dell'Agenzia delle Entrate dei crediti compensabili nei cassetti fiscali riconducibili a 24 imprese (aventi sede una a L'Aquila, una a Bologna, sei in provincia di Caserta, una in provincia di Ferrara, una in provincia di Frosinone, due in provincia di Lecce, una a Milano, cinque in provincia di Napoli, quattro a Roma e due in provincia di Salerno) e 33 soggetti (originari due della provincia di L'Aquila, quattordici della provincia di Caserta, uno della provincia di Cuneo, uno della provincia di Frosinone, nove della provincia di Napoli, quattro della provincia di Potenza, uno della provincia di Roma ed uno della provincia di Salerno), risultati cessionari finali dei fittizi crediti di imposta.
L'attività portata a termine testimonia la particolare attenzione delle Fiamme Gialle iblee verso i più attuali e pericolosi meccanismi di frode al bilancio dello Stato e dell'Unione Europea, che possono essere contrastati solamente unendo all’ampio patrimonio informativo messo a disposizione dai moderni strumenti tecnologici le peculiari tecniche investigative della polizia economico-finanziaria.
Garantire che le risorse necessarie per il rilancio dell’economia del nostro Paese siano correttamente distribuite rappresenta una cruciale forma di tutela dei diritti di tutti i cittadini onesti e degli imprenditori italiani che conducono le proprie attività
economiche all’insegna della legalità.
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.l.P. del Tribunale di Ragusa, su richiesta della Procura, interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie supportate da gravi indizi di colpevolezza che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l'art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.


La Chiesa di Santa Lucia di Ragusa è stata tra i 700 monumenti delle “Giornate FAI d’Autunno”

La Chiesa di Santa Lucia di Ragusa è stata tra i 700 monumenti delle “Giornate FAI d’Autunno”

Anche a Ragusa, nel terzo fine settimana di ottobre, il FAI ha festeggiato l'undicesima edizione delle “Giornate FAI d’Autunno”. Tra gli oltre 700 monumenti che in tutta Italia sono stati aperti alle visite grazie all’impegno dei volontari c’era anche la Chiesa di Santa Lucia a Ragusa.
Si tratta di uno dei numerosi monumenti di fondazione ecclesiastica che la città di Ragusa può vantare. Edificata alla fine del ‘400 e fortemente danneggiata dal terremoto del 1693, la chiesa di Santa Lucia è stata ricostruita in stile barocco e, all’interno, se ne possono ammirare gli affreschi. Dalla terrazza antistante la chiesa, inoltre, si può godere dello splendido panorama sul quartiere di Ibla.
Durante l’anno, purtroppo, la chiesa è aperta solo durante le messe che si svolgono un paio di volte a settimana. Per questo motivo è stata scelta dalla delegazione FAI della città per festeggiare l’evento di ottobre e offrire a ragusani e forestieri un’ulteriore momento per visitarla.
“Le “Giornate FAI d’Autunno” sono un evento sempre più atteso dai cittadini - dichiara Gisella Scollo Pacetto, capo delegazione FAI per la provincia di Ragusa - e consentono di scoprire veri e propri tesori del patrimonio monumentale e naturalistico del Paese, come appunto la chiesa di Santa Lucia, che normalmente non si possono visitare. L’impegno del Fondo per l’Ambiente Italiano, con le proprie delegazioni e i volontari, è proprio quello di curare e proteggere questi luoghi promuovendone la conoscenza, la scoperta in alcuni casi, perché custodiscono la nostra storia. Naturalmente tutto ciò è possibile grazie anche alle donazioni di soci e sostenitori e per questo - conclude - ricordo che è possibile iscriversi al FAI o effettuare delle donazioni direttamente dal sito internet nazionale o contattando la delegazione della propria provincia”.


Regionali, Dipasquale: "Aspetto Schifani in aula"

Regionali, Dipasquale: "Aspetto Schifani in aula"

“Ringrazio davvero dal profondo del cuore quegli elettori della provincia di Ragusa che hanno deciso di volermi nuovamente all’Assemblea Regionale Siciliana per rappresentarli”. Così l’on. Nello Dipasquale commenta i dati dei risultati nella provincia iblea per le elezioni regionali che lo vedono tra i quattro parlamentari eletti, con 7139 voti di preferenza nella lista del Partito Democratico che ha ottenuto 17.120 voti, pari al 16,05%. Un risultato, quello del PD ragusano, sostanzialmente invariato rispetto al 2017 quando ha totalizzato il 17.660 voti, cioè il 16,3%. Sono, invece, 1160 le preferenze in più che Dipasquale ha ottenuto in questa competizione elettorale.
“Un risultato lusinghiero per il sottoscritto - dichiara - che premia il lavoro di questi anni, all’opposizione del Governo Musumeci, con il massimo impegno, senza mai risparmiarmi. Così come ci inorgoglisce il risultato del Partito Democratico in provincia di Ragusa, superiore alla media regionale del 14%, e in particolare il dato della città di Ragusa che vede il PD essere la prima forza politica con il 25,7%”.
“Questi risultati mi confermano ciò in cui credo ormai da tempo - aggiunge Dipasquale - e cioè che il lavoro serio, senza promettere posti di lavoro, prebende e contributi vari, mettendosi al servizio del territorio 24 ore su 24 ripaga sempre. Così sarà anche per i prossimi cinque anni”.
“Tra qualche giorno ripartirà l’attività parlamentare all’ARS e attendo il neo presidente Schifani in aula. Gli auguro buon lavoro, ovviamente, ma alla prima seduta utile - conclude - continuerò da dove abbiamo lasciato: le tante, troppe, emergenze siciliane alle quali bisogna dare subito la giusta attenzione”.