M5S fuori dal campo progressista a Ragusa: correrà con un proprio candidato

< class="t-entry-title title-giornale-before h3">>

Il Movimento 5 Stelle non appoggerà Riccardo Schininà alle amministrative di maggio, rompendo il campo progressista e correndo con un proprio candidato. Nella rosa dei possibili nomi il capogruppo al Consiglio comunale Sergio Firrincieli.
La decisione sarà ufficializzata presumibilmente lunedì o, al più tardi, martedì dopo che se ne sarà discusso nell’organo cittadino.
Questo il risultato della trasferta panormita di Stefania Campo che ha portato al leader Giuseppe Conte il “Dossier Ragusa” spiegando le ragioni di questa preferenza. Da Conte e dal plenipotenziario siciliano Nuccio Di Paola il via libera all’operazione.
La soluzione verrà portata al gruppo territoriale – dove ormai regna la pace – per individuare il nome del candidato sindaco. In pole position il capogruppo Firrincieli, che si è fatto conoscere in questi cinque anni di opposizione all’Amministrazione Cassì per lo stile senza fronzoli, ma focoso. C’è, però, tra le malelingue, chi insiste sul fatto che alla fine il candidato del M5S sarà l’ex senatore Gianni Battaglia.
Il gruppo ragusano del M5S, quindi, s’è preso la responsabilità di rompere il fronte progressista (tanto auspicato anche dagli stessi grillini iblei) per ragioni non del tutto chiare. Impensabile che la questione possa ridursi solo alla presenza in coalizione di persone come Ciccio Barone o l’ex vicesindaco grillino Massimo Iannucci.
Gli osservatori, tuttavia, ragionano su un dato: questa mossa avvantaggia il candidato sindaco uscente e quello che accadrà alle urne a maggio potrebbe avere letture diverse a seconda dei risultati: sa bene l’on. Campo che quando si vince è sempre merito di tutti, quando si perde si cerca sempre un capro espiatorio. Dovrebbe chiedersi se la pace di questi giorni non sia solo apparente, se qualcuno non abbia deciso di ingoiare il rospo in attesa che le posizioni si definiscano per poi dare un colpo di coda all’ultimo momento. In caso di una sconfitta bruciante sarà davvero troppo facile puntarle il dito contro e indicarla come unica responsabile di una strategia che, nella migliore delle ipotesi, porterà comunque il M5S a bussare alle porte di Schininà o ad altri cinque anni di opposizione, nel peggiore dei casi a sparire dal palazzo.

di Leandro Papa24 Feb 2023 22:02
Pubblicità