Sulle amministrative siciliane piomba l’enigma della sfinge Minardo. Soprattutto per Ragusa e Modica
Sulle amministrative siciliane piomba l’enigma della sfinge Minardo. Soprattutto per Ragusa e Modica
“Il centrodestra siciliano ha due modi di affrontare le prossime elezioni amministrative: o facendosi risucchiare nella girandola dei nomi e dei veti oppure proponendo ai siciliani che vivono a Ragusa, Catania, Siracusa, Trapani, Modica e nelle altre città chiamate al voto progetti amministrativi concreti e candidati di alto livello. Abbiamo l’opportunità storica di poter dare risposte ai territori grazie ad un governo nazionale e regionale di centrodestra. E’ nostro dovere non sprecare questa congiuntura anteponendo l’interesse delle città, l’unità della coalizione e l’allargamento al civismo ai piccoli interessi del proprio orticello”.
Così con un post su Facebook il coordinatore regionale della Lega in Sicilia, l’on. Nino Minardo, questa mattina è intervenuto nel dibattito politico per le amministrative nell’isola.
A leggerlo e rileggerlo non si capisce e pure i commenti al post dimostrano che il testo si presta a più versioni: Minardo è per le candidature d’area sostenute da sole forze civiche o per una coalizione di centro destra con i simboli dei partiti ben in vista e magari qualche lista civica qui e là?
Pare uno degli scherzi del Conte Mascetti, tarapio tapioco come se fosse antani con scappellamento (rigorosamente) a destra, capace d’essere buona per entrambe le posizioni.
Ora, c’è poco da fare, in provincia di Ragusa i destinatari di questo messaggio sono l’on. Ignazio Abbate e il sindaco di Ragusa Peppe Cassì. L’ex sindaco di Modica spingerebbe per la presentazione del proprio assessore Maria Monisteri come candidato sindaco civico, senza simboli di partito, solo liste improntate a un progetto comune; il secondo, lo sappiamo, ha rotto di proposito l’alleanza con Fratelli d’Italia per intraprendere lo stesso percorso forse sostenuto pure da qualcuno che ha recentemente scelto Abbate come proprio riferimento regionale. Il principio è quello delle “mani libere”, nella convinzione di non dover andare dietro alle segreterie di partito, non rendendosi conto, forse, che spesso i movimenti civici sono un ginepraio ben peggiore.
Chi è più vicino al Minardopensiero sostiene che la posizione riguardi specificatamente la contrarietà alla matrice civica delle candidature a sindaco. Insomma: “il segretario della Lega agisce e agirà da politico fautore della politica”.
Già questa sera potremmo avere risposta sull’enigma della sfinge della Contea: a Ragusa si terrà l’ennesimo tavolo di centrodestra, probabilmente il decisivo, nel quale definire davvero chi sta con chi. Il referente della Lega a Ragusa, il dr. Salvo Mallia, dovrebbe essere consequenziale alle parole di Minardo, sempre che l’interpretazione sia quella giusta!
Uomini di Assenza con Cassì? Ecco come qualcuno potrebbe tradire Spadola
Uomini di Assenza con Cassì? Ecco come qualcuno potrebbe tradire Spadola
Agli osservatori più allenati non sarà sfuggito, sabato scorso, alla conferenza stampa di presentazione di Pasquale Spadola come candidato sindaco di Fratelli d’Italia - in attesa di poter diventare il candidato unitario dell’intero centrodestra - che l’on. Assenza era privo del solito codazzo dei fedelissimi ragusani. Mancavano all’appello un po’ di volti noti agli addetti ai lavori, alcuni dei quali transfughi da Fratelli d’Italia ai tempi della frattura più profonda col sindaco Cassì, poi confluiti in Diventerà Bellissima per diluirsi, alla fine, nuovamente in Fratelli d’Italia in occasione delle politiche (conquistando un ministero per Musumeci) e delle regionali 2022. Nelle quali, appunto, Giorgio Assenza, passato da AN al PdL, da Forza Italia a Diventerà Bellissima, ha corso con FdI. Un ritorno di “fiamma” o, meglio, il tipico “giro di Peppe”, come lo definirebbe Giorgia della Garbatella per indicare l’inutile perdita di tempo di chi intraprende la strada più lunga per arrivare alla destinazione dietro l’angolo. Insomma, tutta gente proveniente per lo più da AN e che per varie traversie è approdata in Fratelli d’Italia. Fedeli all’on. Assenza, dicevamo, ma anche al sindaco Cassì, incapaci di riconoscere - secondo i meloniani più puri - le scorrettezze che il primo cittadino avrebbe tirato al partito.
L’amore rende ciechi, si sa, ma chi la luna di miele non ha fatto in tempo a godersela ci vede benissimo, soprattutto nell’epoca delle piazze virtuali nei social. Ecco, allora, che è scattata la “caccia al post” per controllare sul social chi pubblica cosa e perché. Con risultati inattesi: meloniani convinti, dati in quota Assenza, ma strenui sostenitori del sindaco uscente. Ora, lungi da noi voler puntare il dito su qualcuno in particolare, perché poi ogni scelta politica - pur se discutibile - è lecita, ma vien da chiedersi come mai gente che sulla carta è di Fratelli d’Italia stia già facendo campagna elettorale per Cassì che li ha bistrattati e, quindi, per Giorgio Massari se il matrimonio tra i due dovesse tenersi. È forse il modo che Giorgio Assenza ha trovato per ripagare l’impegno del primo cittadino che alle regionali s’è speso (mai alla luce del sole) per aiutalo nella corsa a Palazzo dei Normanni? Certo, se a Ragusa il risultato del capogruppo FdI al parlamento siciliano (con 750 voti in meno rispetto al 2017) è frutto anche delle manovre del sindaco, forse non ci sarebbe proprio nulla da ripagare… Anzi.
Firrincieli candidato sindaco M5S. Campo: "Uniti, ma non da soli"
Firrincieli candidato sindaco M5S. Campo: "Uniti, ma non da soli"
Presentato in conferenza stamani il candidato sindaco del M5S, Sergio Firrincieli. Un nome che già tutta la stampa cittadina aveva anticipato negli ultimi giorni.
Dal Comitato “No muro” a difesa del passaggio a livello di via Paestum nel 2013 al Consiglio comunale nel 2018 col M5S diventandone capogruppo, dal sostegno ufficioso al candidato sindaco Riccardo Schininà all’essere proposto da Forza Italia come nome unitario del del centro destra per le amministrative, fino ad arrivare a essere, in pochi giorni, il candidato “della pace” per i grillini. Questa la sintesi estrema (e ingenerosa, è vero) del percorso politico di Sergio Firrincieli, oggi l’uomo dell’unità interna al movimento che da anni e fino a pochi giorni fa è stato dilaniato da una guerra intestina tra i puristi della prima ora e i più smaliziati. Firrincieli è l’anello di congiunzione tra l’on. Campo e Tringali, il ponte tra la rappresentanza parlamentare a Palermo e il gruppo consiliare.
Ecco le interviste: A battezzare l’operazione il coordinatore regionale on. Nuccio Di Paola - vice presidente all’ARS più bravo del titolare - che insieme al leader nazionale Giuseppe Conte hanno dato il via libera al capogruppo grillino venerdì dopo aver studiato il “dossier Ragusa”. “Uniti, ma non da soli” ha tenuto a precisare l’on. Campo che ha lasciato le porte aperte a tutta l’area progressista da Giorgio Massari a Sinistra Italiana fino ad Articolo 1, dimenticando forse che proprio il partito di Speranza ha iniziato da qualche mese le manovre di ritorno al Partito Democratico. PD che stamattina, con l’elezione di Elly Schlein a segretario nazionale, s’è svegliato molto più progressista del giorno prima. Insomma, Campo ha fatto tutto un ragionamento per segnalare che secondo lei è il M5S a essere veramente progressista rispetto al resto del panorama politico italiano. Poi, sempre Campo ha tenuto a specificare che“Sergio è un ragusano” (gli altri candidati, invece, vengono da Marte) per poi spiegare che è “ragusano” nel senso dell’estrazione più popolare, lasciando intendere che è alternativo a presunte élite rappresentate da Cassì e Schininà.
“Niente strategie, nessun attendismo calcolato - ha aggiunto ancora il parlamentare regionale - ma solo la voglia di offrire ai ragusani un’alternativa”, di matrice grillina.
Una decisione, quella del M5S, che arriva anche in un altro momento importante per il partito e cioè la costituzione di gruppi territoriali e le nomine dei coordinatori provinciali. Quello di Ragusa, molto probabilmente, sarà l’ex sindaco Federico Piccitto, anch’egli presente stamattina in conferenza stampa.
Per Firrincieli ora si apre la campagna elettorale e a chi gli ha chiesto se questa candidatura proposta anche da Forza Italia per il centro destra non rischia di perdere di autorevolezza precisa “Io non ho dato la mia disponibilità, ho molti amici di destra e centro destra con i quali posso andare a mangiare la pizza o andare a prendere un caffè, ma non ci farei alleanze”, precisazione utile a scongiurare il tamtam delle malelingue come accadde cinque anni fa quando si videro i due rivali Antonio Tringali e Maurizio Tumino in un bar del centro intenti a consumare insieme del caffè. Bocche cucite, invece, su cosa potrebbe accedere il giorno dopo le elezioni se il M5S non dovesse arrivare al ballottaggio. “Ragioniamo per step: intanto cercheremo di esserci, se non di vincere!”.
[VIDEO] È Pasquale Spadola il candidato sindaco di Ragusa per FdI
[VIDEO] È Pasquale Spadola il candidato sindaco di Ragusa per FdI
Che la propria identità, i propri valori, l’adesione convinta (con orgoglio) a un certo modo di fare politica siano molto più importanti delle logiche di spartizione delle poltrone in cui è possibile veder alleate l’una con l’altra posizioni che si trovano tra loro anche a distanze siderali è il messaggio che il gruppo dirigente di Fratelli d’Italia a Ragusa ha voluto lanciare ai propri elettori con la ufficializzazione di Pasquale Spadola quale candidato sindaco dei meloniani. Un messaggio rivolto, però, anche al sindaco Cassì: “Non potevamo consentire che nonostante le sue dichiarazioni davanti a centinaia di persone alla Camera di Commercio nei confronti dei partiti, e quindi anche nei nostri confronti, potessimo tornare a fargli il favore di appoggiarlo ancora. Tanto più chiedendoci di mettere da parte il nostro simbolo, rinunciando alla nostra identità”, ha commentato qualcuno di FdI poco prima che iniziasse la conferenza stampa.
Fratelli d’Italia, dunque, ha lanciato il sasso nello stagno dell’attendismo ragusano, dove ogni forza politica attende che qualcun altro facci la prima mossa per poi regolarsi di conseguenza. Solo che, a furia di attendere che ci sia un movimento qualsiasi, non si smuove proprio nulla. Ecco che FdI, al termine dell’ennesima riunione, mentre le dicerie sulle decisioni di ogni forza corrono senza conferme, ha deciso di rompere il giocattolo almeno a una parte dei giocatori. Certamente al sindaco Cassì che ai fedelissimi e ai nuovi alleati aveva garantito che alla fine FdI avrebbe capitolato a suo favore per la creazione di una lista civica - una “Ragusa Tricolore” - o diluendosi in una qualsiasi delle liste nella sua cerchia.
Un rospo indigeribile per gente come il sen. Salvo Sallemi, l’on. Giorgi Assenza (che pure è legato a Cassì da una solida) o uno qualsiasi dei dirigenti di FdI a Ragusa, partendo dal coordinatore Sittinieri e il suo vice Calvanese, fino all’ultimo degli iscritti.
Averne dette di tutti i colori sui partiti puntando sul civismo puro, insomma, non è stata per Cassì una gran mossa se intendeva avere il maggior numero di alleati possibile. Ha perso il partito degli amici e colleghi avvocati, dell’amico ministro Musumeci, il partito di Governo a Roma e a Palermo che magari a Ragusa non prenderà il 30%, ma che in prospettiva sarebbe stato meglio avere tra gli alleati.
Con la presentazione di Spadola, la cui candidatura non serve al raggiungimento di un traguardo personale - ha detto - “ma è al servizio della città e del partito”, Fratelli d’Italia ha fatto quindi la prima mossa ufficiale nel campo del centrodestra. Tocca adesso alle altre forze politiche stabilire se sostenere l’uscente mascherandosi da civici o mettere orgogliosamente i propri simboli accanto a quello della Meloni. Discorso a parte fa il movimento Insieme: è civico, certo, ma è fatto da politici navigati. Qualcuno li dà già accordati con Cassì, ma non è detto che con questa mossa possano decidere di cambiare ancora idea. C’è tempo: lunedì sera si terrà una nuova riunione del centrodestra, forse l’ultima.
Di seguito le interviste realizzate questa mattina:
Fratelli d'Italia presenta il proprio candidato a sindaco di Ragusa
Fratelli d'Italia presenta il proprio candidato a sindaco di Ragusa
È arrivato in tarda serata il comunicato stampa del circolo cittadino di Fratelli d’Italia Ragusa che domani mattina, presso il Mediterraneo Palace Hotel, presenterà alla stampa il proprio candidato sindaco.
Saranno presenti anche il coordinatore provinciale sen. Salvo Sallemi, vice presidente del gruppo parlamentare FdI a Palazzo Madama, e l’on. Giorgio Assenza, capogruppo FdI all’ARS.
Nella nota inviata alla stampa manca, però, il nome del candidato sindaco. Eravamo fermi a ieri l’altro con un Pasquale Spadola, proposto dai meloniani, dato addirittura come possibile candidato dell’intero centrodestra. “Con noi o contro di noi” sembrava volessero dire senza poterlo fare davvero quando hanno annunciato che domani avrebbero incontrato gli organi di informazione per annunciare la strategia per le amministrative.
Il fatto che comunque FdI presenterà un candidato, che sia o no Spadola, conferma per esclusione alcuni dati: non appoggeranno Peppe Cassì - ovviamente - ma al momento non saranno della partita né Forza Italia né la Lega e il gruppo Insieme.
Di quest’ultimo, anzi, si dice che già Peppe Cassì ne abbia incassato l’appoggio. Dimostrazione sarebbero i movimenti di ex consiglieri comunali, già avanti con le telefonate agli elettori più fedeli e anche a quelli altrui.
Non resta che attendere qualche ora ancora, dunque, per scoprire se domani in conferenza stampa insieme a tutta la classe dirigente di Fratelli d'Italia ci sarà Pasquale Spadola o qualcun altro.
M5S fuori dal campo progressista a Ragusa: correrà con un proprio candidato
M5S fuori dal campo progressista a Ragusa: correrà con un proprio candidato
Il Movimento 5 Stelle non appoggerà Riccardo Schininà alle amministrative di maggio, rompendo il campo progressista e correndo con un proprio candidato. Nella rosa dei possibili nomi il capogruppo al Consiglio comunale Sergio Firrincieli.
La decisione sarà ufficializzata presumibilmente lunedì o, al più tardi, martedì dopo che se ne sarà discusso nell’organo cittadino.
Questo il risultato della trasferta panormita di Stefania Campo che ha portato al leader Giuseppe Conte il “Dossier Ragusa” spiegando le ragioni di questa preferenza. Da Conte e dal plenipotenziario siciliano Nuccio Di Paola il via libera all’operazione.
La soluzione verrà portata al gruppo territoriale - dove ormai regna la pace - per individuare il nome del candidato sindaco. In pole position il capogruppo Firrincieli, che si è fatto conoscere in questi cinque anni di opposizione all’Amministrazione Cassì per lo stile senza fronzoli, ma focoso. C’è, però, tra le malelingue, chi insiste sul fatto che alla fine il candidato del M5S sarà l’ex senatore Gianni Battaglia.
Il gruppo ragusano del M5S, quindi, s’è preso la responsabilità di rompere il fronte progressista (tanto auspicato anche dagli stessi grillini iblei) per ragioni non del tutto chiare. Impensabile che la questione possa ridursi solo alla presenza in coalizione di persone come Ciccio Barone o l’ex vicesindaco grillino Massimo Iannucci.
Gli osservatori, tuttavia, ragionano su un dato: questa mossa avvantaggia il candidato sindaco uscente e quello che accadrà alle urne a maggio potrebbe avere letture diverse a seconda dei risultati: sa bene l’on. Campo che quando si vince è sempre merito di tutti, quando si perde si cerca sempre un capro espiatorio. Dovrebbe chiedersi se la pace di questi giorni non sia solo apparente, se qualcuno non abbia deciso di ingoiare il rospo in attesa che le posizioni si definiscano per poi dare un colpo di coda all’ultimo momento. In caso di una sconfitta bruciante sarà davvero troppo facile puntarle il dito contro e indicarla come unica responsabile di una strategia che, nella migliore delle ipotesi, porterà comunque il M5S a bussare alle porte di Schininà o ad altri cinque anni di opposizione, nel peggiore dei casi a sparire dal palazzo.
Salta l'incontro Schininà-Campo. Grillini al bivio
Salta l'incontro Schininà-Campo. Grillini al bivio
Il candidato sindaco di Ragusa per il campo progressista Riccardo Schininà dovrà attendere ancora un po’ per sapere se il Movimento 5 Stelle sarà nella sua squadra o no.
Si diceva che l’on. Stefania Campo avrebbe dovuto consegnare oggi una lettera da Roma al candidato scelto dal PD e dalle altre liste civiche di quell’area. Invece, complice la presenza dell’avvocato del popolo Giuseppe Conte a Palermo, l’incontro è slittato perché qualcuno andrà nella capitale di Sicilia ad assicurarsi che il contenuto della lettera romana sia aderente ai desiderata del movimento ragusano.
“Lunedì o martedì il Movimento 5 Stelle di Ragusa terrà una conferenza stampa durante la quale sarà sciolta la riserva e indicheremo la nostra decisione definitiva”, ha dichiarato poco fa l’on. Campo in un’intervista che pubblicheremo a parte.
“La novità - ha aggiunto - è che il Movimento oggi è finalmente compatto e sono rientrate tutte le frizioni che ci sono state nell’ultimo periodo”.
Secondo noi i grillini ragusani sottoporranno a Conte due possibilità: appoggiare Schininà, facendo passare tutti i malesseri ai contrari (malesseri del tipo “Oddio, alleati di Ciccio Barone no!” oppure “Far squadra con Nello Dipasquale? Giammai!” recitati con una certa affettazione); andare alle elezioni da soli, senza neanche Sinistra Italiana con la quale si ipotizzava un tandem, ricominciando però tutto da zero in cerca di un candidato sindaco. Sempre che Stefania Campo non ne abbia uno di riserva nella borsa.
Entrambe le ipotesi avrebbero dignità d’essere valutate, con i rispettivi pro e i contro.
Il vantaggio della prima soluzione è insita nel mantra di ogni elezione che si rispetti: contro avversari divisi - toh! - “uniti si vince”; lo svantaggio è che le condizioni poste da Schininà e accettate dalla coalizione prevedono che le forze politiche, in una eventuale giunta, otterranno ruoli proporzionalmente al loro successo elettorale. Un sistema giusto per spingere ogni membro della squadra a dare il massimo, ma poco gradito al M5S che vorrebbe avere in anticipo garanzie sui numeri della propria presenza in giunta, accada quel che accada.
Presentarsi con un proprio candidato sindaco, invece, ha l’indiscutibile vantaggio di non contaminare la propria identità in nessun modo durante la campagna elettorale, trattando ogni tema con la propria autonomia, senza dover concordare alcunché con gli alleati. Consentirebbe qualche mese di serenità ai grillini più selettivi di palato… Tutto ciò, però, con la consapevolezza di non avere numeri a sufficienza per fare jackpot al primo turno, con remotissime possibilità di approdare a un eventuale turno di ballottaggio e sapendo di indebolire l’area progressista a esclusivo vantaggio del candidato sindaco uscente. Certo, totalizzando un risultato comunque dignitoso, se poi l’alleato naturale dovesse arrivare al ballottaggio a quel punto sì che si potrebbe contrattare un accordo per un valore forse maggiore, considerando il sovrapprezzo di un apparentamento.
Pro e contro, abbiamo detto, da valutare e pesare con attenzione.
Tuttavia, ci chiediamo per quale ragione il presidente Conte, che ha il movimento impegnato in alleanze col PD nei capoluoghi di Sicilia dove si andrà al voto, dovrebbe avallare solo a Ragusa una strategia diversa. Questo resterebbe un mistero.
Cassì e Massari, Campo e Schininà, serve altro tempo, a chi più a chi meno
Cassì e Massari, Campo e Schininà, serve altro tempo, a chi più a chi meno
Ci vorranno ancora 48ore per sapere se l'accordo tra il sindaco uscente Peppe Cassì e Giorgio Massari di Ragusa Prossima si concretizzerà o meno.
Secondo i soliti bene informati, infatti, nell'incontro di ieri sera Massari avrebbe posto condizioni precise. Una, la più importante, è stata quella che ha imposto un nuovo stop di riflessione da parte di Cassì: se l'accordo deve esserci a Ragusa Prossima va garantito subito il posto di vicesindaco, plausibilmente per lo stesso Massari che non sembra interessato a candidarsi al Consiglio comunale.
Una richiesta più che lecita che, però, pone Cassì nella condizione di dover sconfessare se stesso rispetto alla posizione (arcinota) di non voler rinunciare ad alcuni suoi "uomini chiave" nella Giunta, con particolare riferimento al vicesindaco Giovanna Licitra. La palla, dunque, potrebbe passare a quest'ultima cui toccherebbe scegliere il proprio destino, appunto, in 48ore: proseguire col suo incarico politico, magari ridimensionato da vicesindaco a semplice assessore, o tornare a svolgere il suo già prestigioso ruolo di dirigente per l'agroalimentare alla Camera di Commercio, con le prospettive che questa seconda scelta comporterebbe dato che Licitra - dicono sempre i ben informati - è data tra le papabili a ricoprire ruoli anche superiori nell'ottica di un nuovo riassetto degli enti camerali in Sicilia. Ragionamenti, questi, che appartengono più a chi scrive che al vicesindaco, ma sul fatto che ci sia da fare una scelta non vi è dubbio.
Già questa sera, invece, si dovrebbero avere notizie sul futuro dell'area progressista.
Previsto un incontro nello stile "c'è posta per te", tra il candidato Riccardo Schininà e l'on. Stefania Campo del M5S di ritorno da una poco proficua trasferta palermitana all'Assemblea Regionale Siciliana. Pare che l'onorevole abbia con sé una lettera romana per Schininà. Potrebbe essere il via libera all'intesa emanato da Giuseppe Conte in persona? Se così fosse, Schininà incasserebbe l'appoggio della quinta forza politica del suo schieramento, il secondo partito di caratura nazionale dopo il Partito Democratico che per primo ha scelto il giovane avvocato per la corsa a Palazzo dell'Aquila.
Passerebbe, così, la linea del gruppo consiliare del M5S che invece sarebbe pronto a creare la spaccatura in caso di decisioni altre.
Una soluzione che, però, non sarebbe giù ad alcuni fedelissimi dell'onorevole, pronti a loro volta a lasciare.
Nessuna notizia, ancora, dal fronte De Luca: i referenti ragusani dell'eccentrico onorevole peloritano forse attendono che qualcuno lanci il cuore oltre l'ostacolo offrendo loro ciò che hanno avuto il coraggio di chiedere pochi giorni fa in conferenza stampa: Francia o Spagna purché si... Purché ci sia un assessorato.
Pasquale Spadola in campo comunque, Cassì invia e riceve ambascerie
Pasquale Spadola in campo comunque, Cassì invia e riceve ambascerie
Si terrà sabato mattina, in luogo e orario ancora da definire, la presentazione ufficiale in conferenza stampa del candidato sindaco Pasquale Spadola.
Ancora da definire nella totalità pure le forze politiche di centrodestra che saranno presenti a dare il proprio appoggio. La coalizione, infatti, dopo la proposta di Fratelli d’Italia l’altro ieri, s’è data tempo fino a giovedì pomeriggio per esprimersi su tre possibilità: dare il completo appoggio a Spadola; trovare un altro nome che sia più competitivo o sciogliere il tavolo. A quel punto, sabato mattina a meno di novità eclatanti, sapremo se Pasquale Spadola sarà il candidato unitario del centrodestra o solo di FdI. Sì, perché a prescindere dall’esito della riunione, Spadola sarà in campo comunque, ufficialmente in quota di Fratelli d’Italia. Così, almeno, ci ha confermato ieri sera in un’intervista il coordinatore cittadino dei meloniani Alessandro Sittinieri.
Intanto a Palazzo dell’Aquila il primo cittadino continua a inviare e ricevere ambascerie. Infatti, da una parte Cassì, che non ha più Ciccio Barone come cinque anni fa a tessere le trame politiche, manda avanti esponenti del Movimento Civico Ibleo (Pelligra, pare) per cercare ancora contatti con gli ex alleati nello strenuo tentativo di tentare un’ultima mediazione e chiedendo ancora di rinunciare alla propria identità di partito, dall’altra riceve esponenti del movimento Insieme. Avvistato stamattina al Comune l’ex consigliere comunale Maurizio Tumino (anch’egli munito di pallottoliere?). Scopo di quest’ultimo incontro convincere Cassì ad accogliere FdI con il proprio simbolo, rinunciando alla posizione di principio d’essere un candidato esclusivamente civico. Al punto in cui si è arrivati, tuttavia, le posizioni sembrano essere ormai inconciliabili.
C’è stato spazio, sembra, anche per un altro tentativo da parte del sindaco uscente: convincere Tumino, almeno a livello personale, a lasciare il tavolo del centrodestra e accomodarsi tra i civici contro i “gusci vuoti”. D’altronde l’opposizione del Movimento Insieme, pur avendo una presenza in Consiglio comunale, è stata sempre blanda, “di servizio” per così dire. La proposta del sindaco, tuttavia, non deve aver riscosso la reazione sperata.
In questo scenario, dunque, qualche ben informato parla di un Cassì dall’umore grigio, pensieroso; altri riferiscono di un Cassì sicuro della rielezione. Quest’ultimo ci sembra l’atteggiamento giusto: se facesse trapelare delle esitazioni in questa complicata fase, mostrando apprensione, qualcuno dei suoi potrebbe mangiare la foglia e lasciarlo per dirigersi verso altri lidi. C'è da dire che proprio in queste ore si sta tenendo l’ultimo incontro tra Cassì e Giorgio Massari che, a ‘sto punto, potrebbe alzare il prezzo.
E mentre si consuma tutto questo, Schininà sta comodamente a guardare, lasciando la porta aperta: non si sa mai che qualche esule possa venire a chiedere asilo.
Cassì e l’accordo con Massari per le amministrative. Possibile un passo indietro?
Cassì e l’accordo con Massari per le amministrative. Possibile un passo indietro?
Calando sul tavolo del centrodestra la carta di Pasquale Spadola quale possibile candidato unitario, pare che Fratelli d’Italia abbia impensierito non poco il primo cittadino Cassì che, fino a questo momento, ha giocato una partita solitaria che puntava a far approdare tutti sulla propria proposta senza cedere nulla e contando sull’unica leva possibile per mostrare forza: essere il candidato sindaco uscente.
Nel quadro di un centrodestra privo di un nome all’altezza, Cassì ha gestito le trattative senza grossi compromessi. Ai meloniani che cinque anni fa gli avevan dato il simbolo e mille voti (ottenendo in cambio solo scortesie più o meno palesi) ha chiesto di rinunciare alla propria identità, quella di essere, oggi, la principale forza di Governo a Roma e a Palermo. Una pretesa politicamente incomprensibile se non si voglia credere davvero a quel soliloquio sulla politica e sui politici che sarebbero cosa brutta tanto da credere nell’inutilità dei partiti, “per essere un uomo libero dai diktat delle segreterie” e dover assecondare, invece, i capricci dei movimenti civici... Facile finché il movimento civico è uno e uno solo e, per di più porta il tuo nome. Stessa linea - la richiesta di rinuncia al simbolo - per tutte le altri componenti del centrodestra che, giustamente, hanno temporeggiato il più possibile.
Analogo il comportamento nei confronti di esponenti di altra estrazione politica: con Giorgio Massari ci sono stati vari abboccamenti, ma la pretesa di non voler rivedere la Giunta in funzione di una alleanza ha generato qualcosa di simile a uno stallo.
Da ieri sera, però, il quadro sarebbe cambiato: dicono le malelingue che Cassì stia ora facendo nuovi calcoli, pallottoliere alla mano, pronto a fare un passo indietro sull'accordo con Massari.
Qualcuno deve avergli fatto notare che mentre nel centrosinistra si sta muovendo una compagine già piuttosto compatta e con il motore che sta scaldando intorno al candidato Riccardo Schininà, le uniche forze sulle quali ad oggi può contare - oltre se stesso - sono i propri consiglieri, qualcosa portato da Massari, sempre che l’alleanza si concretizzi e che l’ex sindaco voglia candidarsi al Consiglio comunale, e tre consiglieri che fanno riferimento a un parlamentare regionale di un’altra città. Insomma, non proprio una macchina da guerra e di questo Cassì sembrerebbe preoccupato.
Che figura ci farebbe, poi, il sindaco Cassì grande amico del ministro Musumeci e dei vari Sallemi e Assenza, a trovarsi in competizione appoggiato solo da un esponente di sinistra? Rischierebbe forse di passare per uno di sinistra anche lui?
Ecco la tentazione alla quale starebbe pensando, sempre secondo le malelingue: stoppare Pasquale Spadola in qualsiasi modo, rimettendo in discussione tutto, rimangiandosi lo sdegno sui partiti e l’intoccabilità dell’attuale Giunta, aprendo tutte le porte purché possa avere un’arma in più, anche una sola, per combattere Schininà.
Bisognerebbe convincere Spadola, che i bene informati danno già in corsa con notevole entusiasmo, a fermarsi subito evitando a Cassì d’arrivare buon terzo in questa competizione.
Il sasso, però, sembra che abbia già cominciato a rotolare...