Elezioni del 27 aprile: i...
Elezioni del 27 aprile: il centrodestra in frantumi.
Dopo un lungo e complesso percorso politico, che ha visto interessato il livello regionale e quello provinciale, il centrodestra ibleo non riesce a trovare un nome unitario per le elezioni del 27 aprile: il comunicato di oggi con cui viene candidata alla presidenza del Libero Consorzio comunale la Sindaca di Comiso Maria Rita Schembari non porta, infatti, in calce la firma della Democrazia Cristiana.
Ma chi sono i vincitori e i vinti di questa tormentata partita?
Preliminarmente, non si può non affermare che il centrodestra, nel suo complesso, può considerarsi perdente per non essere riuscito a trovare una quadra e a convergere su un nome unico, da contrapporre al candidato unitario del centrosinistra.
Alle belle parole, emerse giovedì scorso in occasione del primo incontro dei rappresentanti del centrodestra, sul valore dell’unità non solo per l’occasione delle elezioni del Libero Consorzio ma anche per i futuri appuntamenti elettorali, non sono poi seguiti fatti concreti rimanendo il tutto a livello di inutili affermazioni di principio.
Sarà da capire e valutare come questa spaccatura avrà ripercussioni nel prossimo futuro quando molti comuni della provincia andranno al voto. Siamo di fronte a scorie che difficilmente potranno essere smaltite.
All'interno della coalizione, emergono, in ogni caso, figure che hanno giocato un ruolo di primo piano e altre che, invece, sono andate al traino avendo un ruolo marginale sotto un profilo numerico.
Fratelli d'Italia è sicuramente il partito che esce rafforzato da confronto intercorso, ha fatto valere il suo peso politico di primo partito della coalizione forzando anche la mano dato che nella spartizione delle province a Fratelli d’Italia era stata assegnata la provincia di Agrigento. Rivendicare la provincia iblea è stato sicuramente un atto di forza di cui bisognerà comprendere finalità, scopi e possibili ripercussioni.
L’ Onorevole Assenza è sicuramente trai vincitori , anzi forse l’unico vero vincitore.
Maria Rita Schembari , infatti, è considerata da sempre molto vicina alle posizioni politiche all'onorevole Assenza, che sembra aver giocato un ruolo determinante nella sua candidatura. Assenza, in particolare, si candida a diventare una figura di riferimento per il futuro, in vista delle tanto agognate elezioni dirette a Presidente della Provincia.
Il senatore Salvo Sallemi, altra anima di Fratelli d’Italia in provincia, in questa occasione fa buon viso a cattivo gioco. Non mette i bastoni fra le ruote ad Assenza e paga, forse, la mancanza di un sindaco vicino alle sue posizioni, nonostante le voci di una nuova, ma forse tardiva, sintonia con il Sindaco di Santa Croce Camerina Peppe Di Martino.
Capitolo a parte merita la Democrazia Cristiana di Ignazio Abbate e il suo nuovo movimento Radici Iblee.
il percorso avviato con largo anticipo con la candidatura del Sindaco di Acate Gianfranco Fidone, non è bastato a far convergere gli altri partiti della coalizione su questo nome. Abbate ha tenuto la posizione forte del fatto che la provincia ragusana toccasse alla DC, ma non ha fatto i conti con gli altri partiti che pur di non dargli altro spazio politico di crescita, lo hanno escluso dal tavolo non invitandolo e convergendo su un altro candidato.
Ora Abbate e i suoi giocano un ardua partita finalizzata a “contarsi” , a dimostrare il peso del partito in provincia e pur di vincere apre un dialogo e una collaborazione “ con tutte le realtà civiche che non si identificano in queste sigle politiche, per dare vita a un'alternativa concreta, radicata e capace di rispondere realmente alle necessità del territorio” per come è scritto nel piccato e polemico comunicato stampa della Democrazia Cristiana e Radici Iblee . Un sfida forte, tipica dell’uomo politico Abbate, politico navigato e di lungo corso capace di fare politica nei territori soprattutto , con quell’ importante azione di reperimento di risorse che sono sempre utili e necessarie per trovare nuove fonti di consenso.
Poche parole per Forza Italia, che con poche "truppe" nei consigli comunali, e con un Sindaco , Leontini a Ispica non candidabile per la normativa delle elezioni a presidente del Libero Consorzio, ha visto il coordinatore provinciale Cugnata svolgere essenzialmente un ruolo di organizzatore del tavolo del centrodestra ma , infine, ha scordato o volutamente messo da parte il patto federativo che lega Forza Italia alla DC di Cuffaro.
La Lega, e gli altri partiti e movimenti del centrodestra, dato il loro scarso peso politico nei vari consigli comunali della provincia , hanno avuto un ruolo marginale e si sono posti semplicemente e comodamente al traino del partito più’ forte.
In tutta questa partita chi ne esce pesantemente sconfitto e perdente è il Sindaco di Ragusa Peppe Cassì. Quest’ultimo, dopo aver tentato, senza successo, di proporsi a tutti i partiti del centrodestra, a causa della sua indecisione, e per non aver scelto nei tempi giusti uno di quei partiti da lui definiti “gusci vuoti”, perde la sua credibilità agli occhi delle forze politiche e rimane imbrigliato nel suo falso civismo in salsa ragusana.
Tuto ciò, in uno alla sua incapacità di fare “politica” nel senso più alto del termine, ha l’effetto di di farlo rimanere fermo al palo senza riuscire a competere. Battuta di arresto che può risultare pesante per le velleità di Cassì di proseguire a Palermo la sua attività politica una volta concluso il mandato di Sindaco. Cassì perde, infatti, una grande occasione di radicarsi nel territorio provinciale, di andare oltre gli stretti confini del comune di Ragusa ambito territoriale quest’ultimo che si dimostra essere, ancora una volta la sua esclusiva “comfort zone”.
In conclusione, la tornata elettorale di secondo livello del prossimo 27 sarà per il centrodestra ibleo una partita complessa per certi versi pericolosa , dagli esiti incerti perchè l’attuale spaccatura del fronte apre scenari i cui possibili effetti negativi resteranno in circolo per molto tempo.
TARI a Ragusa: interve...
TARI a Ragusa: intervento di Legambiente.
Una lunga e articolata lettera è stata inviata da Circolo “ Il Carrubo” di Legambiente Ragusa a firma del Presidente Angelo Rinollo al Sindaco Cassì e avente ad oggetto: possibili interventi per la riduzione della TARI in Città
Per Legambiente , la tassa sui rifiuti (TARI) a Ragusa continua a essere un tema caldo, alimentando il malcontento dei cittadini e sollevando interrogativi sull'efficienza della gestione dei rifiuti urbani. Nonostante una timida diminuzione registrata negli ultimi tempi, le prospettive future non sono rosee, con previsioni di un nuovo aumento che incombe sulle famiglie ragusane.
Da una attenta analisi dei costi emergono sicuramente dei dati molto allarmanti.
I dati parlano chiaro: la TARI a Ragusa è tra le più onerose d'Italia. Secondo i report di Cittadinanzattiva e della UIL, nel 2024 si è assistito a una lieve riduzione della tassa, rispettivamente del 2,4% e del 3,05%. Tuttavia, questa boccata d'ossigeno potrebbe essere di breve durata, poiché si prevede un incremento del 2,8% nel prossimo anno.
A preoccupare maggiormente sono i costi complessivi del servizio di igiene urbana, che a Ragusa raggiungono cifre esorbitanti. I dati ufficiali ISPRA del 2023 indicano un costo di 312,8 €/abitante/anno, ben superiore alla media provinciale (+46%), regionale (+58%) e nazionale (+81%). Un divario che solleva dubbi sulla gestione delle risorse e sull'efficienza del servizio.
Sempre secondo Legambiente l'aspetto più critico è che questi costi elevati non si traducono in un servizio di qualità. La raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade lasciano spesso a desiderare, alimentando il senso di frustrazione dei cittadini. A ciò si aggiunge il mancato rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata (RD) da parte del gestore del servizio. In sede di gara d'appalto, l'azienda si era impegnata a raggiungere il 65% di RD il primo anno e il 75% a partire dal secondo anno. Obiettivi che, a quanto pare, non sono mai stati raggiunti, comportando delle penalità a carico del gestore.
A parere dell’associazione ambientalista per alleggerire il peso della TARI sui cittadini, il Comune di Ragusa potrebbe adottare diverse strategie che si sostanziano in :
* Applicazione rigorosa delle penalità: Il Comune deve esigere il pagamento delle penalità dovute dal gestore per il mancato raggiungimento degli obiettivi di RD.Questi fondi possono essere utilizzati per ridurre la TARI.
* Recupero dei costi aggiuntivi: È possibile recuperare il 50% dei maggiori costi di selezione della frazione umida e degli imballaggi, che gravano sul gestore oltre la franchigia.
* Revisione della gara d'appalto: La prossima gara d'appalto deve essere un'occasione per rivedere i termini del contratto, ponendo l'accento sulla qualità del servizio e sulla riduzione dei costi.
* Trasparenza e informazione: Il Comune deve garantire la massima trasparenza nella gestione dei rifiuti e informare i cittadini sulle tariffe e sui servizi offerti.
* Bonus TARI: Promuovere e facilitare l'accesso ai Bonus TARI per le famiglie con ISEE basso, per dare un aiuto concreto alle fasce più deboli.
La questione della TARI a Ragusa, infine, secondo Lagambiente richiede un'azione congiunta da parte del Comune, del gestore del servizio e dei cittadini. Solo attraverso una gestione efficiente, trasparente e responsabile dei rifiuti sarà possibile garantire un servizio di qualità a costi sostenibili.
Ragusa-Catania: un bil...
Ragusa-Catania: un bilancio dei lavori
A due anni dalla consegna ufficiale delle aree alle imprese appaltatrici, il Comitato per la realizzazione della Ragusa-Catania ha effettuato un monitoraggio sullo stato di avanzamento dei lavori grazie ad una proficua interlocuzione sia con il RUP dell’opera Ing. Luigi Mupo, che con le società che si sono aggiudicate i lavori dei quattro lotti in cui è stata suddivisa l’opera. Il bilancio che ne è scaturito è un bilancio che evidenzia luci e ombre del cantiere nel suo complesso.
Ritardi e progressi eterogenei
Il comitato ha rilevato un leggero ritardo complessivo nella costruzione dell'autostrada, con un avanzamento dei lavori non uniforme tra i diversi lotti. Se da un lato l'anticipo della consegna delle aree, avvenuta il 16 marzo 2023, ha dato un impulso iniziale ai lavori, dall'altro la scarsità di risorse disponibili in Sicilia ha creato alcune difficoltà.
Lotti a confronto
* I lotti 1 e 4 risultano i più avanzati. In particolare, per il lotto 4 è previsto un aumento significativo delle maestranze nei prossimi mesi, a causa della complessità della realizzazione della galleria di 800 metri. In particolare dagli attuali 300 operai impiegati si passerà a breve a oltre 500 operai con un significativo aumento della mano d’opera utilizzata.
* Il lotto 2, data la sua natura specifica, richiede tempi di realizzazione più stringenti anche peer evitate la perdita del finanziamento relativo a tale lotto.
* Il lotto 3 è quello che ha accumulato il maggiore ritardo, a causa di difficoltà di riorganizzazione interna. Tuttavia, negli ultimi otto mesi si è registrata una stabilizzazione gestionale e un rinnovato impegno nell'accelerare i lavori.
Previsioni e prospettive
Il 2025 sarà un anno cruciale per valutare l'andamento dei lavori e definire con maggiore precisione i tempi di completamento dell'opera. Temi di completamento dell’opera che è bene ricordare sono previsti contrattualmente per due lotti ad Agosto, del 2026 e per altri due a Dicembre 2026
Anas e i costruttori prevedono l'apertura parziale di alcuni tratti (lotti funzionali) subito dopo il 2025.
Impegno e monitoraggio costante
Il Comitato per la realizzazione della Ragusa-Catania continuerà a monitorare l'avanzamento dei lavori, fornendo informazioni aggiornate e sollecitando le parti coinvolte a rispettare i tempi previsti. L'obiettivo è garantire che questa infrastruttura strategica sia completata nel minor tempo possibile, portando benefici concreti al territorio.
In sintesi
Nonostante alcuni ritardi e difficoltà, i lavori per la Ragusa-Catania proseguono. L'impegno delle imprese e il monitoraggio costante del Comitato fanno ben sperare per il futuro, con l'obiettivo di consegnare un'opera fondamentale per lo sviluppo della Sicilia orientale.
Restaurare il bassorilie...
Restaurare il bassorilievo del Maestro Cappello.
Ragusa, restauro in vista per le opere di Carmelo Cappello in Piazza Matteotti.
Ragusa si prepara a restituire alla sua comunità e ai visitatori, un tesoro artistico di grande valore: le opere del maestro Carmelo Cappello, situate in Piazza Matteotti. Il Comune, in collaborazione con il Rotary Club Ragusa Hybla Heraea, ha annunciato l'avvio del restauro della fontana e del bassorilievo, un intervento che si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione del centro storico.
Un'opera che racconta la storia della città
Il bassorilievo, in particolare, rappresenta un'opera di straordinaria importanza per la città. Realizzato nel 1958, racconta la storia di Ragusa, dalla sua rinascita dopo il devastante terremoto del 1693 alla sua trasformazione da città rurale a centro industriale. Un'opera che, come ha sottolineato il sindaco Peppe Cassì, testimonia la lungimiranza del maestro Cappello, capace di prefigurare il futuro della città.
Un progetto di riqualificazione a 360 gradi
Il restauro delle opere di Cappello è solo una delle tappe di un ambizioso progetto di riqualificazione del centro storico di Ragusa. L'amministrazione comunale ha infatti avviato una serie di iniziative volte a valorizzare il patrimonio storico-artistico della città e a promuovere la residenzialità.
La collaborazione con il Rotary Club Ragusa Hybla Herae.
Un ruolo fondamentale in questo progetto è svolto dal Rotary Club Ragusa Hybla Heraea, che ha deciso di celebrare il suo ventesimo anniversario contribuendo, in maniera significativa sotto il profilo finanziario, al restauro del bassorilievo. La presidente del club, Barbara Iurato, ha espresso l'orgoglio dei soci nel partecipare a questa iniziativa, che restituirà prestigio all'arte e alla figura di Carmelo Cappello.
Il Rotary Club Ragusa Hybla Heraea in questi vent'anni si è sempre contraddistinto per una grande attenzione ai temi sociali e culturali della città con attività di servizio concrete e sempre nel solco dei principi e delle linee guida del Rotary International.
L'aver scelto, nel ventennale dalla fondazione di partecipare al restauro del bassorilievo del Marstro Cappello dimostra, ancora una volta l'attenzione che il Club ha per la Città di Ragusa e per il suo patrimonio artistico culturale. La Presidente Iurato ha altresì dichiarato che il Club organizzerà un convegno/dibattito sul futuro di Ragusa coinvolgendo figure chiave dell'economia locale e gli studenti di ogni ordine e grado, per comprendere come le nuove generazioni immaginano la Ragusa del futuro e quali interventi possano contribuire al suo miglioramento.
Un restauro che guarda al futuro.Leggere di più
Per la Guardia Medica ...
Per la Guardia Medica a Ibla
Lanciata ieri una petizione per riaprire la guardia medica a Ragusa Ibla. Già oltre 1.000 le firme raccolte in meno di 24 ore a chiara dimostrazione di come il tema sia molto sentito dagli abitanti il quartiere barocco.
Promotore dell’iniziativa è il Consigliere Comunale Sortino, che dopo una serie di incontri tenuti con il Direttore generale dell'ASP di Ragusa dott. Giuseppe Drago, ha ritenuto necessaria la raccolta di firme a sostegno della causa. Una guardia medica, al momento stagionale, da maggio a ottobre, viste le carenze che affliggono la sanità nazionale e regionale.
La guardia medica a Ibla costituirebbe un punto di assistenza medica continuata di fondamentale importanza per l’intera città, non solo per i residenti del quartiere ma anche per gli studenti universitari iscritti ai molteplici corsi di laurea e ai tantissimi visitatori che soggiornano o semplicemente passano da Ragusa Ibla.
Il Consigliere Sortino ha inoltre sottolineato come “in questi mesi ho sentito l’esigenza di portare avanti tale necessità che non tocca solo il quartiere di Ibla ma l’intera città. Avere un ulteriore punto medico fisso, soprattuto con l’approssimarsi della bella stagione e quindi con l’affluenza dei tanti turisti eviterebbe l’intasamento quotidiano del pronto soccorso del Giovanni Paolo II. Altro elemento che spinge per l'istituzione della guardia medica, è la circostanza che spesso e volentieri le ambulanze hanno difficoltà a muoversi tra le stradine dell’antico quartiere e anche per questo motivo la presenza fissa di un medico appare indispensabile per la popolazione.
Popolazione residente che è bene ricordare è composta in larga parte da persone anziane che necessitano di un presidio medico facilmente accessibile.
Per questi motivi, si è ritienito fondamentale richiedere il ripristino del servizio, seppur stagionale, affinché venga garantita un’adeguata assistenza sanitaria a chi vive, studia o visita Ragusa Ibla.
Le raccolta delle 1000 firme in poche ore, indice di tanto entusiasmo, si è resa possibile grazie alle parrocchie San Giorgio e San Tommaso, , ai circoli privati, ai rappresentanti degli studenti universitari, ai medico di famiglia, ai tanti commercianti che tutti convitamente hanno sposato la causa. La petizione è stata firmata anche dal sindaco Cassi, da assessori e consiglieri comunali, proprio perché un punto medico a Ibla è una ricchezza per la città intera e non solo di un quartiere.
A Ibla è possibile trovate un po’ dappertutto la petizione da firmare, dai supermercati alla farmacia, attività private e info point turistico. La prossima settimana sarà possibile trovare i fogli di raccolta fime anche in alcuni bar di Ragusa superiore.
I Piani di Spesa per Ibla
I Piani di Spesa per Ibla
Non si placano le polemiche sul piano di spesa 2023 della Legge su Ibla approvato in Consiglio comunale lunedì scorso .
Se ieri il Consigliere comunale Federico Bennardo in una intervista al Direttore Mario Papa ( che trovate in fondo ) ha spiegato in maniera chiara le tante criticità emerse in sede di analisi dell'atto, è di oggi la presentazione da parte dei Consiglieri Comunali Federico Bennardo, Rossana Caruso e Rosario Mauro, di una Interrogazione consiliare a risposta scritta avente ad oggetto i Piani di Spesa, le rendicontazioni e le eventuali somme regionali trasferite ai sensi della legge regionale 61/81 su Ibla.
In particolare nella interrogazione vengono richiesti chiarimenti e dettagliate spiegazioni su ben sei punti.
I consiglieri comunali chiedono nello specifico : lo stato di avanzamento lavori relativi ai Piani di Spesa L.R. 61/81 già approvati dal Consiglio Comunale per le annualità a partire dal 2019 ad oggi e per le stesse annualità si chiede di conoscere quali opere eventualmente siano state ultimate. Si chiede, inoltre, di conoscere per queste ultime, qualora i lavori siano stati ultimati, se sia avvenuta rendicontazione. Con riferimento ai Piani già approvati, si chiede altresì l'ammontare delle risorse residue, distinte per anno, che la Regione deve ancora trasferire.
I consiglieri comunali , alla luce poi degli evidenti ritardi nell'approvazione dei Piani di Spesa chiedono di conoscere le motivazioni di tali ingiustificati ritardi e, quindi, il conseguente ritardo nell'utilizzo delle relative somme.
In ultimo si chiede quali siano tempi previsti per l'approvazione del piano di spesa per l'anno 2024.
Richieste senza ombra di dubbio del tutto legittime e supportate dai notevoli ritardi nei tempi
nell'esame dei piani di spesa, siamo ancora
fermi all'anno 2023, e dalla evidente mancanza di opere e di infrastrutture
importanti in corso nel quartiere barocco riferibili ai piani di spesa di anni
precedenti.
C'è solo da augurarsi che l'amministrazione Cassi, che solitamente non brilla per la celerità e chiarezza nelle risposte alle interrogazioni delle opposizioni, questa volta fornisca ai consiglieri comunali interroganti e quindi alla cittadinanza tutta , risposte esaustive , chiare e in tempi brevi su una questione di notevole importanza per tutta la Città di Ragusa.
Le Province ed il decre...
Le Province ed il decreto emergenze
È oramai chiaro come il destino delle Province siciliane è legato al Parlamento Nazionale. Questo incontrovertibile dato è stato ulteriormente ribadito dal Presidente della Regione Renato Schifani: senza una deroga approvata da Camera e Senato alla legge Delrio, non è possibile aggirare il problema. Di conseguenza, ogni provvedimento votato dall’Ars, compreso il disegno di legge depositato a Sala d’Ercole dal presidente della I Commissione Ignazio Abbate, rischierebbe di essere impugnato dagli organi di controllo di Roma.
Serve, quindi, un escamotage normativo che sembrerebbe essere stato individuato in un emendamento al “decreto emergenze” che fra poco verrà trattato in Parlamento.
A presentare questo emendamento, che assume il sapore dell’ultimo tentativo per evitare, in extremis, le elezioni di secondo livello nell’Isola , ci ha pensato il coordinatore nazionale di Noi Moderati Saverio Romano. Il deputato nazionale centrista ha auspicato la più ampia condivisione possibile all’interno del centrodestra.
A commentare l’emendamento al “decreto emergenze” è lo stesso Saverio Romano, in una intervista rilasciata a IlSicilia.it nella quale evidenzia l’ampia collaborazione all’interno del centrodestra sul tema. “Parliamo di un testo condiviso con tutta la coalizione in Sicilia e che vuole portare al voto i siciliani, permettendogli così di scegliere i presidenti e i consiglieri della Provincia.
Ma se il nodo per così dire tecnico/giuridico, pare essere stato sciolto con la presentazione dell'emendamento, resta da sciogliere, nonostante le parole di Saverio Romano, il nodo politico.
Ad appoggiare l’emendamento romano c’è chiaramente Forza Italia. Ma gli azzurri non sono da soli. Intanto, c’è una sponda concreta da parte della Lega. Il capogruppo all’Ars Salvo Geraci ha recentemente dichiarato come “sul superamento della legge Delrio e il ritorno all’elezione diretta per le province c’è un impegno solenne della Lega, adesso è la coalizione di centrodestra che deve determinarsi a Roma“.
Ovviamente a supportare l’azione sul ripristino delle Province portata avanti da Noi Moderati, c'è la DC di Totò Cuffaro. D'altronde ivl due partiti sono uniti da un solido patto federativo. E proprio l’ex presidente della Regione si è più volte espresso per ridare la parola agli elettori.
Resta però, in questo quadro, da capire la posizione di Fratelli d’Italia.
Non è un mistero che all’interno di FdI ci siano sensibilità diverse sul tema. Fatto che ha portato il partito di maggioranza relativa a fare una riflessione approfondita sul tema, la quale si protrarrà fino al termine ultimo disponibile e cioè fino al voto in Commissione .
Da alcune anime meloniane sarebbe arrivata un’apertura, in particolare da più di un’esponente della corrente palermitana, in particolare la deputata Carolina Varchi che pare abbia apposto anche la sua firma all'emendamento presentato.
Ma nemmeno questo potrebbe bastare, anche se in tanti nel centrodestra vogliono evitate le elezioni di secondo livello, ritenute troppo divisive da più di un componente della coalizione, sia a Roma che a Palazzo dei Normanni.
L' On. Saverio Romano sui tempi e sull'iter dell'emendamento si dichiara fiducioso. Il testo approderà la prossima settimana nelle commissioni parlamentari, per poi andare in aula. Se da Roma arriverà l’ok, si potrà procedere con l’organizzazione delle elezioni in Sicilia. “Speriamo in un’approvazione rapida, in modo da andare a votare in questa primavera“.
In caso di fallimento, dalle parti di Palazzo dei Normanni non ci sarebbe altra via che aprire la partita per le elezioni di secondo livello. Al momento, il termine è fissato per la prossima primavera. In molti però temono questo appuntamento. Una cosa è certa. Il caso delle Province siciliane non è più procrastinabile. Dopo dieci anni di commissariamenti, continuare su questa strada è impossibile. In un modo o in un altro, si tornerà a votare. Se a farlo saranno gli elettori o gli amministratori dell’Isola, lo deciderà il Parlamento Nazionale.
Modica: le conseguenz...
Modica: le conseguenze amministrative e politiche del dissesto
La decisione della Giunta Comunale di Modica, guidata dalla Sindaca Monisteri, di avviare la procedura di dissesto, continua a tenere banco nel dibattito politico e si susseguono le prese di posizione.
Sicuramente l'iter attivato dalla Giunta che ora spetterà al Consiglio Comunale completare appare come l’unica strada possibile da percorrere.
Ricordiamo , infatti, che già la Corte dei Conti con la decisione del 9 settembre 2024 che rideterminava il vero disavanzo d’amministrazione del Comune di Modica aveva di fatto reso impossibile ripristinare i parametri di equilibrio utili a scongiurare il dissesto.
Alla luce di quella decisione e della successiva relazione sulla situazione finanziaria dell’ente, trasmessa dalla dirigente comunale del settore finanziario e tributi Maria Di Martino il 15 novembre successivo al sindaco, al segretario generale, al commissario ad acta la
direzione del dissesto era segnata ed era l'unica praticabile.
Al di là delle dichiarazioni di rito della stessa Sindaca e delle forze politiche sia di maggioranza che di opposizione e lasciando sullo sfondo la delicata questione delle responsabilità e in capo a chi addebitare tali responsabilità, si apre lo scenario delle conseguenze sia amministrative che politiche che la dichiarazioni di dissesto porta con sé.
Ricordiamo che la disciplina giuridica dell’istituto ha 36 anni di vita, introdotta la prima volta con l'articolo 25 del decreto legge, n. 66 del 2 marzo 1989.
Vediamo, in primo luogo le conseguenze di tipo amministrativo .
La dichiarazione di dissesto ha un impatto immediato sulle finanze dell'ente locale.
Fino all’approvazione dell’ipotesi di bilancio riequilibrato, sono applicati i seguenti limiti e restrizioni:
Limiti all’accensione di nuovi mutui: tranne in alcune eccezioni specifiche, come quelli con oneri a carico dello Stato o delle regioni, o mutui per finanziare progetti cofinanziati dall’Unione Europea o da altre istituzioni pubbliche o private. Questo serve a controllare ulteriori indebitamenti.
Vi sono poi i limiti agli impegni finanziari: le amministrazioni non possono impegnare somme superiori a quanto stabilito nell’ultimo bilancio approvato per l’anno in corso. I pagamenti mensili per conto competenza sono soggetti a limiti, con alcune ben precise eccezioni.
Vi è poi l'aumento delle aliquote fiscali: gli enti sono tenuti ad aumentare le aliquote e le tariffe delle imposte e tasse locali, ad eccezione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Questa delibera ha una validità di 5 anni e non può essere revocata.
È già evidente come gli impatti di un ente dissestato superino ampiamente i confini delle casse comunali, generando conseguenze estremamente gravi e spiacevoli nei confronti dei vari portatori di interesse, in primis i cittadini e le imprese, ma anche per lo stesso personale.
Importanti sono le conseguenze del dissesto per il personale dell'ente.
Scatta, infatti, automaticamente il ridimensionamento dell’organico: l’ente deve ridurre l’organico mettendo in “disponibilità" i dipendenti in soprannumero rispetto ai rapporti dipendenti/popolazione, ai quali il Ministero dell’Interno fornisce un contributo per 5 anni.
Ulteriori conseguenze verso terzi.
Sospensione delle azioni esecutive: durante il dissesto finanziario, le azioni esecutive nei confronti dell’ente per i debiti sotto l’organo straordinario di liquidazione sono sospese, fornendo una protezione temporanea contro azioni legali e pignoramenti.
Estinzione delle procedure esecutive pendenti: le procedure in corso alla dichiarazione del dissesto, senza possibilità di opposizione da parte dell’ente o respinte, vengono estinte dal giudice e l’importo dovuto è incluso nella massa passiva del dissesto.
Cessazione di interessi e rivalutazioni: i debiti insoluti al momento della liquidazione e le somme dovute per anticipazioni di cassa non generano più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria, stabilizzando il debito.
Nella fase che si aprirà, i debiti ricadenti nel dissesto sono posti a carico dello Stato che li ripianerà attraverso un organo straordinario di liquidazione (Osl) il quale sarà nominato con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’interno, dopo la deliberazione del consiglio comunale.
Tale organo avrà competenza assoluta sull’estinzione dei debiti e sulla liquidazione del patrimonio del Comune, mentre sindaco, giunta e consiglio comunale potranno operare in una gestione ordinaria riguardante il futuro e non il passato,
Fin qui gli effetti amministrativi della dichiarazione del dissesto finanziario.
Ma vi è una parte prettamente "politica" che riguarda le conseguenze del dissesto per gli amministratori.
La norma è chiara in proposito . infatti
il primo comma dell’art. 248 del Tuel ( testo unico enti locali) così recita "gli amministratori che la Corte dei conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del parlamento e del parlamento europeo. Non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione…"
Siamo di fronte a una duplice sanzione – economica e interdittiva – che presuppone però dolo o colpa grave: in proposito c’è una fitta casistica di sentenze che esclude ogni insussistenza di responsabilità in tutti i casi di dissesto. Discorso diverso, ovviamente, per gli amministratori incolpevoli che succedano nelle cariche agli autori dei provvedimenti che hanno determinato il dissesto e sempre che la loro presa d’atto, con conseguente interruzione delle condotte dannose e in netta discontinuità, risulti tempestiva, piena, efficace e coerente.
Fin qui il quadro prettamente giuridico/amministrativo che la dichiarazioni di dissesto porta con sé. Altre le valutazioni sulle responsabilità, sulle possibili ripercussioni sulle future carriere politiche di quei soggetti che a vario titolo hanno partecipato e portato a tale situazione per il Comune di Modica.
Ma questi sono discorsi ancora al di là da venire e che per come abbiamo visto passeranno attraverso un lungo vaglio della magistratura contabile.
Di nuovo insieme dopo...
Di nuovo insieme dopo 28 anni
Si è svolta stamani, presso la sala Giunta del Comune di Ragusa, la conferenza stampa di presentazione alla città, delle iniziative
in occasione della ricorrenza del terremoto dell'11 gennaio 1693. Oltre al Sindaco Peppe Cassì, erano presenti il parroco della Cattedrale di San Giovanni Battista, don Giuseppe Burrafato, e il parroco del Duomo di San Giorgio, don Giuseppe Antoci.
Il Sindaco Cassì, ha espresso viva soddisfazione per questo evento che vede dopo ben 28 anni, i due Santi patroni della Città di nuovo insieme nel ricordo di un tragitto evento come quello del terremoto del 1963 .
Il Sindaco ha quindi espresso un forte e sentito ringraziamento alle due parrocchie e a tutti i volontari che tanto si stanno spendendo per la riuscita di questo momento di fede e di ricordo.
Don Giuseppe Antoci ha evidenziato come questo momento di celebrazione si innesti nel solco di due altri importati eventi che sono il giubileo della Diocesi di Ragusa che festeggia i 75 anni delle sua fondazione, e l'anno santo inaugurato la notte di Natale da Papa Francesco.
Un momento quindi di preghiera, di messaggio di fratellanza e di comunione.
Padre Antoci ha posto inoltre l'accento sulla immagine che campeggia al centro della locandina dell'evento particolarmente evocativa e ricca di simboli opera dell'artista vittoriose Giorgio Cicciarella.
Il parroco della Cattedrale Don Giuseppe Burrafato ha, invece illustrato il ricco e articolato programma che ha inizio già il prossimo 4 gennaio con una Celebrazione Eucaristica nella Cattedrale di San Giovanni Battista, e la successiva apertura della cappella e traslazione del simulacro del Patrono San Giovanni Battista nel braccio sinistro del transetto della Cattedrale. Il clou dell'evento sarà però nei giorni 10,11 e 12 gennaio 2025.
Venerdì 10 gennaio alle ore 18.00 avrà luogo la processione del simulacro di San Giovanni battista dalla Cattedrale, con ingresso alle 20.00 nel Duomo di San Giorgio. Sabato 11 gennaio, giorno in cui ricorre l'anniversario del terremoto, avrà luogo la solenne
processione dei due simulacri a partire dalle ore 16.30 con la processione per le vie di Ragusa e alle 20.00 l'ingresso de
due simulacri nella Cattedra dove si terrà il Solenne Pontificale presieduto da S.E.R. Mons. Giuseppe La Placa, Vescovo di
Ragusa con la partecipazione dei Canonici del Capitolo della Cattedrale e del Clero, Da segnalare, per la domenica 12 gennaio " La camminata della Speranza" a cura dell'Ufficio Diocesano per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport. Un percorso di 8 Km con raduno e partenza alle ore 09.00 da piazza San Giovanni e arrivo in piazza Duomo a Ibla. Per tutto il periodo dell'evento , che vedrà i due centri storici della Città particolarmente uniti e impegnati anche dal punto di vista della viabilità, saranno potenziati i collegamenti con i mezzi pubblici come ha assicurato l'Assessore ai centri storici Giovanni Gurrieri intervento a fine della conferenza stampa.
Da sottolineare come la ricorrenza del 332° anniversario del Territorio del 1693 , segni un momento per entrambe le parrocchie, di condivisione e di unità dopo le note e aspre diatribe dell'ultimo periodo. Momento unitario che ha permesso la creazione di un programma di celebrazioni che si può definire e a ben ragione storico per la città di Ragusa .
Sostiene Pe..ppe Lizzio
Sostiene Pe..ppe Lizzio
Che l'amministrazione Cassì non abbia a cuore le sorti delle tante Contrade che insistono nel territorio comunale, è elemento noto e facilmente riscontrabile.
Da tempo incuria, abbandono, mancata manutenzione e illuminazione affliggono le Contrade del nostro territorio.
Tutto questo evidenzia il negativo tratto distintivo di una amministrazione e soprattutto di un Assessore al ramo, che latita e che si preoccupa solamente di assecondare i voleri del Sindaco assicurandosi in tal modo il remunerativo incarico.
Questa volta, a penalizzare i cittadini delle Contrade ritenuti sempre più di serie B, è l'aumento delle tariffe per lo svuotamento delle fosse biologiche, Con Deliberazione della Giunta Comunale n. 409 del 06/11/2024, l' amministrazione comunale ha rideterminato le Tariffe per Servizi a Domanda Individuale per l'anno 2025 (Espurgo Fosse Biologiche).
Con la decisione assunta le tariffe vengono aumentate di euro 8,00 nel caso di un ISEE superiore a 40.000 euro, passando da 80,00 a 88,00 euro, pochi spiccioli si potrebbe pensare, anche se si parla del 10% di aumento. Leggendo attentamente la Deliberazione, ci si accorge inoltre, che per fare cassa l'amministrazione ha eliminato la voce “costo di svuotamento successivo al primo”. Sta qui la vera sorpresa e il vero salasso : un cittadino che decideva di effettuare 4 viaggi con la vecchia tariffazione pagava € 200,00 (80 primo viaggio +40+40+40 viaggio successivo al primo) con la nuova tariffa la spesa per 4 viaggi sarà di 352,00 euro ben 152 euro in più.
Una famiglia da 4 persone con una fossa “non a perdere”, avrà bisogno di un servizio di svuotamento con cadenza mensile, pari a 12 interventi l’anno che con le tariffe attuali ammontano a circa 600 euro. Dal 1 gennaio 12 servizi a 88,00 euro cadauno costeranno 1.056,00 euro, ben 456,00 euro in più con un aumento del 120%
A pagarne le conseguenze saranno i cittadini residenti delle contrade e dei villaggi non serviti da fognatura comunale.
Si è di fronte alla assurda situazione che cittadini già privati di alcuni servizi essenziali, vengono ulteriormente vessati e penalizzati.
Sul punto è intervenuto con un comunicato stampa il Partito Democratico il cui capogruppo in Consiglio comunale Peppe Calabrese, afferma che “l'aumento è ingiustizia nei confronti dei cittadini delle contrade”
Calabrese sostiene inoltre che "questa decisione rappresenta un duro colpo per le famiglie che risiedono nelle zone periferiche della città, già fortemente penalizzate dalla mancanza di una rete fognaria adeguata.
Calabrese, infine, "ribadisce la necessità di investire immediatamente nella realizzazione della rete fognaria nelle contrade" congelare le tariffe per lo svuotamento dei pozzi neri e ripristinare la tariffa ridotta"
Fin qui la netta presa di posizione del Partito Democratico.
Anche la indipendente consigliera comunale Rossana Caruso nel corso della seduta del Consiglio di lunedì scorso ha sollevato il problema delle tariffe chiedendo, nel suo intervento, una revisione del provvedimento ricevendo però dal vice Sindaco Giuffrida una risposta incomprensibile.
Non si comprende, infatti, perché il Vice Sindaco, nel vano tentativo di prendere tempo, ha glissato e ha
detto che avrebbe aperto una interlocuzioni con gli assessori all'ambiente e al bilancio quando tutto è stato deciso con una delibera di giunta che lo ha viso presente.
Da ambienti dell'amministrazione comunale più ferrati e competenti sulla materia, si pone l'accento sulla circostanza facilmente riscontrabile attraverso una lettura comparativa delle delibere di giunta del 2023 e del 2024, del notevole aumento del costo del servizio passato dai 93.700,00 euro del 2023 ai 143.069.37 euro del 2024.
Questa lievitazione del costo ha portato alla decisione di aumentare le tariffe del 10%.
Si evidenzia, inoltre, come dall'anno 2013, anno in cui con Delibera del Commissario Straordinario n. 215/C.S. del 24/04/2013 sono state determinate le tariffe per il servizio di espurgo delle fosse biologiche, per dieci anni non sia intervenuto nessun aumento del costo a carico dei cittadini.
La preparata voce dell'amministrazione fa presente, infine, che si è dovuto procedere all'aumento del servizio a carico dei cittadini perché, a differenza di altri anni, non si è potuto scaricare l'aumento sulle casse del comune stante il difficile equilibrio finanziario del comune . Questo in un ottica che vede il Comune di Ragusa certamente in una tranquilla posizione contabile , ma con la necessità di fare molta attenzione a determinate voci economiche di spesa.
Le raccolte voci provenienti dall'amministrazione comunale però fanno emergere , chiaramente, il serio problema di come l'amministrazione Cassi utilizzi le risorse economiche che ha a disposizione.
Non si possono spendere, infatti, ingenti somme, si veda ad esempio quanto speso per la stagione degli spettacoli, o si cerchino e si ottengono finanziamenti per la riqualificazione di strutture come Villa Moltisanti, ma nulla si faccia per avviare progetti e ottenere finanziamenti volti alla realizzazione di fondamentali opere quali la rete fognaria nelle Contrade.
In altri termini, ancora una volta viene dimostrato come il Sindaco Cassi pensi più all'apparire che alle cose concrete. Ci si trastulla e si gonfia il petto perché Ragusa e stata inserita quale membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici, ma poi si scorda di dare ai cittadini servizi che risultano essere essenziali per la loro qualità di vita.