Test rapidi: 10 casi a Ragusa

Test rapidi: 10 casi a Ragusa

Proseguono i test rapidi in provincia di Ragusa. Di seguito i dati relativi a lunedì 18 gennaio: in città, su un totale di 120 tamponi effettuati, sono stati riscontrati 10 casi di positività al Covid-19, 1 a Modica su 270 e 1 a Pozzallo su 238. Sono inoltre stati effettuati 1002 test presso le strutture ospedaliere territoriali, dai quali sono emersi casi 2 di positività. Nessun caso tra i fuori sede. Sono dunque 13, in totale, i soggetti risultati positivi su 1630 tamponi effettuati. Un numero preoccupante, quello relativo alla sola città di Ragusa, che fino a questo momento (nei test rapidi) non aveva mai fatto registrare un numero così elevato. Non politica, non demagogia, dati. Lecito, allora, domandarsi se tutte le iniziative finalizzate a persuadere il presidente della Regione a fare un passo indietro circa la zona rossa non risultino fuori luogo.


Vittorio Fortunato, scarcerato il macellaio

Vittorio Fortunato, scarcerato il macellaio

Su richiesta del Pubblico Ministero Francesco Riccio, il Gip Eleonora Schininà ha disposto la scarcerazione del macellaio di Ragusa, presunto padre del neonato Vittorio Fortunato, abbandonato in via Saragat lo scorso 4 novembre.
Il 59enne era stato tratto in arresto un mese dopo con l’accusa di abbandono di minore. Per la pubblica accusa, però, sono cessate le esigenze cautelari e l’uomo è tornato in libertà.
Il piccolo (ora in affido a una famiglia siciliana) era stato soccorso dalle forze dell’ordine chiamate proprio dall'uomo, che aveva inscenato il ritrovamento.
Il tempestivo intervento delle forze dell’ordine e le immediate cure del personale sanitario avevano permesso di salvare la vita al neonato.
Proseguono le indagini degli inquirenti anche per accertare, dopo i risultati del Dna, se la donna di Modica, anch'ella indagata, sia davvero la madre del bambino.


Nuove misure e più controlli

Nuove misure e più controlli

Nel pomeriggio di lunedì 18 gennaio si è svolta una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, con la partecipazione del Dirigente della Polizia Stradale e dei Sindaci della provincia, collegati in videoconferenza. Nel corso dell'incontro sono state esaminate le ultime disposizioni, finalizzate a contenere il diffondersi del Covid-19, introdotte dal Dpcm del 14 gennaio e dall’ordinanza di zona rossa del Presidente della Regione Siciliana del 16 gennaio. Nel corso dell’incontro, il Prefetto Filippina Cocuzza ha richiamato l’attenzione dei sindaci sulla necessità di curare particolarmente la comunicazione e la diffusione delle informazioni ai cittadini, attraverso i media locali e i social media, al fine di sensibilizzare ulteriormente la collettività circa il rispetto meticoloso delle norme. Il prefetto ha poi rammentato loro la necessità di attuare, nell’ambito dell’Amministrazione comunale, la percentuale più elevata possibile di smart working previa individuazione dei servizi e del personale che dovrà rimanere in presenza per la peculiarità delle attività svolte, nonché la possibilità, anche quando non prevista dai regolamenti comunali, di tenere le riunioni di consiglio e giunta da remoto qualora gli argomenti lo consentano. I Comuni sono stati invitati a programmare, mediante collaborazione con la Polizia locale, controlli finalizzati ad garantire il rispetto degli orari da parte degli esercizi commerciali nonché dei servizi di ristorazione che possono effettuare l’asporto (fra cui pub, bar, ristoranti e pasticcerie), soprattutto per contrastare il fenomeno delle consumazioni sul posto o nelle adiacenze degli stessi. Episodi di questo tipo, infatti, determinano spesso assembramenti specie da parte dei ragazzi che talvolta si riuniscono presso noti luoghi di ritrovo per acquistare bibite o cibo da consumare fuori dai locali non avendo, peraltro, in questo momento di chiusura della scuola, altre occasioni di socializzazione. Sono stati anche rimodulati i servizi di controllo e vigilanza del territorio da parte delle forze di polizia, alla luce delle nuove disposizioni di contenimento del virus e dell’inserimento della Regione siciliana in zona rossa.


Cultura dimenticata, e la pay tv...

Cultura dimenticata, e la pay tv...

Un quadro dalle tinte drammatiche quello mostrato dall’Osservatorio di impresa cultura Italia-Confcommercio, in collaborazione con Swg, sui consumi culturali nel 2020. Una situazione difficilissima, in particolare per gli spettacoli dal vivo bloccati dal lockdown e dalle successive misure di contenimento della pandemia che hanno determinato un crollo degli spettatori di circa il 90% per cinema, concerti, teatro oltre che forti riduzioni di spesa, con punte di oltre il 70%, da parte dei consumatori tra dicembre 2019 e settembre 2020. Qual è la situazione in provincia di Ragusa? La spesa media mensile a famiglia, a dicembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è diminuita del 47%; la spesa a settembre per spettacoli, rispetto al dicembre 2019, è diminuita del 70%; di contro, crescono gli abbonamenti alla pay tv in streaming, pari al 19% in più da dicembre 2019 a dicembre 2020. Il dato più significativo della ricerca, come sottolineato da Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, è relativo al crollo della spesa mensile che mostra la misura esatta delle enormi difficoltà del settore.

Si registra un calo che va dai 113 euro del dicembre 2019 ai 59,55 euro del dicembre 2020, vale a dire 53,45 euro in meno. D'altro canto, la lettura dei libri, da dicembre 2019 a dicembre 2020, è cresciuta del 9%, così come la lettura dei giornali (+ 12%). In calo, invece, la lettura di riviste e fumetti, pari al 20%. In calo tutte le forme di abbonamento a servizi culturali a pagamento a eccezione della Tv in streaming. Un terzo di ragusani pensa di utilizzare prevalentemente piattaforme streaming a pagamento a testimonianza di un crescente interesse per questo tipo di offerta televisiva rispetto a quella generalista. La forma di fruizione tradizionale della cultura sembra avere lasciato spazio al digitale con la visione di spettacoli dal vivo, opere, balletti e musica classica soprattutto sul web o in tv. Una tendenza che, alla luce delle attuali restrizioni, sembra confermarsi anche per la prima parte del 2021. Una situazione ingenerosa per un settore, certamente non di primaria importanza, ma di enorme peso all'interno della comunità. Una situazione chiaramente condizionata dalle norme finalizzate al contenimento del Covid-19 che, però, fa registrare un crollo delle entrate che costringono la cultura ad annaspare fin quando le condizioni di vita non miglioreranno. Cultura, resisti.


Lavori in corso...

Lavori in corso...

Il sindaco Peppe Cassì e l’assessore ai lavori pubblici Gianni Giuffrida hanno presenziato alle operazioni di consegna dei lavori di ripascimento artificiale della spiaggia di Punta Braccetto e successivamente a Marina di Ragusa e per la realizzazione del parcheggio di interscambio all’interno della Piazza Vincenzo Rabito.
L’intervento di Punta Braccetto riguarderà la esecuzione del progetto redatto dal libero professionista ing. Marco Anfuso che prevede un ripascimento morbido della spiaggia della frazione balneare ragusana e la messa in sicurezza di "Punta delle Colombare" con una barriera soffolta, a protezione della falesia di roccia tenera, con il potenziamento e la riqualificazione della spiaggia già formatesi naturalmente al piede della stessa falesia. Ad eseguire i lavori sarà l’impresa Urania Costruzioni s.r.l. di Messina aggiudicataria dell’appalto per l’importo di € 439.126,44 al netto del ribasso offerto del 27,6625% sul prezzo a base d’asta di 600.000 euro.
I lavori di realizzazione del parcheggio di interscambio per la sosta di auto e moto di Piazza Vincenzo Rabito di Marina di Ragusa (parte sottostante piazzetta Padre Pio), riguarderanno l’esecuzione del progetto redatto dal tecnico comunale ing. Giuseppe Corallo, nominato anche direttore dei lavori. Aggiudicataria dell’appalto è l’impresa Cassano s.r.l. di Mazara del Vallo per l’importo di € 378.413,43 al netto del ribasso del 27,132% sul prezzo a base d’asta di 514.388,99 euro.

Ars, approvato l'esercizio provvisorio

Ars, approvato l'esercizio provvisorio

Approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana, su proposta del
Presidente della Regione, On. Nello Musumeci e dell’assessore per l’Economia Gaetano Armao
l’esercizio provvisorio per il 2021, che autorizza lo sblocco della spesa regionale di circa 231
milioni di euro fino al 28 febbraio, data entro la quale interverrà l’approvazione del bilancio di
previsione e della legge di stabilita’ per il 2021. Si tratta della prima applicazione dell’intesa
conclusa con lo Stato il 14 gennaio scorso.
Oltre a sbloccare le spese di funzionamento della Regione Siciliana, la legge sull’esercizio
provvisorio finanzia in dodicesimi la spesa degli enti pubblici regionali, i contributi per la gestione
di parchi e riserve naturali, consente il pagamento della quarta trimestralita’ relativa alle spese di
funzionamento degli enti locali siciliani oltre a riattivare una serie di servizi essenziali come i
contributi ai portatori di disabilita’ e per le modalita’ di contrasto al COVID 19.
Interventi sono previsti anche in favore dei teatri, musei ed altre attivita’ culturali oltre alle attivita’
sportive e turistiche.
La legge approvata istituisce, presso la Regione Siciliana, il Collegio dei Revisori dei Conti, organo
di controllo contabile che consentira’ la verifica sulla spesa regionale.
Con l’approvazione dell’esercizio provvisorio il Governo dovra’ compiutamente definire le misure
del piano di risanamento e di riqualificazione della spesa in attuazione dell’accordo stipulato con il
Governo nazionale, in modo da approvare entro il 28 febbraio la legge di stabilita’ in seno alla
quale saranno previste specifiche misure di contenimento e razionalizzazione della spesa corrente
regionale, misure gia’ avviate dal Governo regionale nell’ultimo triennio che verranno quindi
strutturate in termini puntuali.


Zona rossa, Ragusa dice no

Zona rossa, Ragusa dice no

Da domenica 17 gennaio la Sicilia è in zona rossa. Il provvedimento, assunto dal presidente della Regione Nello Musumeci, è finalizzato a contrastare l'ulteriore diffondersi del Covid-19 sul territorio. Una decisione che non ha però trovato la collaborazione di 9 sindaci della provincia di Ragusa: Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Monterosso Almo, Santacroce Camerina, Pozzallo e Scicli e Ragusa stessa. I sindaci in questione hanno inviato una lettera al presidente Regionale Nello Musumeci e all'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza in merito alla zona rossa:

"Ha fatto bene il Presidente Regionale ad insistere in tal senso, o si poteva rimanere in zona arancione, e continuare ad adottare provvedimenti restrittivi mirati per i comuni e le province più esposte ai contagi?
Ha fatto bene il Ministro della Salute ad assecondare la richiesta della Regione, malgrado i dati della Sicilia, secondo i parametri elaborati dal Comitato tecnico scientifico, la collocassero in “arancione”, o sarebbe stato meglio evitare un pericoloso precedente discostandosi da quel meccanismo automatico che stabilisce il colore solo in base ai dati (e non alle richieste dei Governatori)?
Negli ultimi 10 giorni con 391 nuovi positivi su una popolazione di 320.000 abitanti, l’incidenza dei contagi nella provincia di Ragusa è stata dello 0,122%. Nello stesso periodo nella provincia di Palermo la percentuale dei positivi in rapporto alla popolazione è stata dello 0,355% (4.516 su 1.271.000), in quella di Catania dello 0,443% (4.736 su 1.080.000), in quella di Messina dello 0,486% (3.116 su 640.000), per citare le province più popolose. Dipende certo anche dal numero dei tamponi effettuati, ma un simile drastico scostamento percentuale esprime pacificamente una palese differenza di stati di fatto.
Gli scostamenti del numero dei ricoveri negli ospedali del ragusano, sempre negli ultimi 10 giorni, sono insignificanti, ed i reparti Covid si sono svuotati rispetto al periodo più critico di fine novembre. I dati dunque parlano chiaro: se tutta la Sicilia avesse avuto i nostri stessi “numeri” oggi saremmo in “arancione”, o forse addirittura in “giallo”. Non è una questione di classifiche tra buoni e cattivi, ma l’incremento dei contagi di questi giorni è senza dubbio la conseguenza dei comportamenti tenuti durante le festività di Natale e Capodanno.
Se ne deduce che:
1. Le scuole, chiuse in quei giorni, sono estranee alla nuova diffusione del virus in atto;
2 nel territorio ibleo siamo stati evidentemente più ligi alle prescrizioni ed ai divieti imposti dal Governo e dalla Regione.
Che valore è stato attribuito a questi dati di fatto? Nessuno.
Le norme, per essere rispettate con maggiore consapevolezza e convinzione, devono essere ben comprese, e perché ciò accada devono essere coerenti con le evidenze che ne hanno dato origine.
Come si può oggi spiegare ad un commerciante del ragusano, che dopo un anno orribile aspettava questo periodo per gli attesi profitti dei saldi, di dover drammaticamente attendere almeno altri 15 giorni prima di riaprire?
Come spiegare ad uno studente di terza media (ed alla sua famiglia) le ragioni per cui ad ottobre e novembre, in presenza di dati sanitari ben peggiori, andava regolarmente a scuola, mentre ora deve rimanere a casa almeno per tutto il mese di gennaio?
L’uniformità dei provvedimenti su base territoriale rappresenta un valore, sia per chi ha la responsabilità di decidere, sia per i destinatari delle decisioni, ma grazie all’esperienza acquisita in questi terribili mesi è oggi possibile una gradualità di interventi stringendo il campo a singoli comuni o a gruppi di comuni, o a singole province.
Con questo provvedimento la provincia di Ragusa è stata certamente penalizzata. Chiediamo alla Regione e allo Stato, ciascuno per quanto di rispettiva competenza, di riesaminare la propria posizione e di tenere anche in futuro nel debito conto la specificità del nostro territorio".

Test rapidi: 17 casi in provincia

Test rapidi: 17 casi in provincia

Proseguono i test rapidi in provincia di Ragusa. Di seguito i dati relativi a domenica 17 gennaio: in città, su un totale di 147 test effettuati, non sono stati riscontrati casi di positività al Covid-19. Un caso invece a Comiso su 221 test, 1 a Scicli su 397, 0 a Pozzallo su 118, 4 a Vittoria su 350, 5 ad Acate su 246, 6 a Modica su 954. Sono inoltre stati effettuati 2 test presso le strutture ospedaliere territoriali, dai quali non sono emersi casi di positività. Nessun caso tra i fuori sede. Sono dunque 17, in totale, i soggetti risultati positivi su 2733 tamponi effettuati.


Ragusa, il turismo sta morendo

Ragusa, il turismo sta morendo

Nell’ottobre scorso le spese dei viaggiatori stranieri in provincia di Ragusa sono state inferiori dell’80,4% rispetto allo stesso mese del precedente anno, mentre quelle dei viaggiatori italiani sono scese del 75,5%. Lo si legge in un report dell’ufficio studi Confcommercio dedicato al turismo, da cui emerge anche che l’avanzo della bilancia dei pagamenti turistici, a livello nazionale, è stata di 620 milioni di euro (era di 1.697 milioni nell’ottobre 2019). Nel trimestre agosto-ottobre la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia si è contratta del 49,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre quella dei viaggiatori italiani è diminuita del 69,3%. Il Covid, in provincia di Ragusa, è costato al turismo – domestico e internazionale – una perdita di valore della produzione, compreso l’indotto, che si è attestata a fine anno intorno ai 15-20 milioni di euro rispetto ai 2-3 del 2019. A tal proposito intervenuto il presidente di Federalberghi Ragusa Rosario Dibennardo: "Il settore, non fatturando niente, si sta spegnendo e sta morendo. Il governo ha messo in campo soltanto una serie di promesse ma le aziende vanno sostenute immediatamente. Basta annunci, basta aspettare, il governo ha preso degli impegni che vanno onorati subito, altrimenti queste aziende chiuderanno. La dura verità è che oggi gli alberghi non sanno se e quando potranno riaprire. Tutto il mondo sta chiudendo, per carità, ma la differenza è che dalle altre parti ti chiudono e ti danno i soldi, da noi ti chiudono e basta. Siamo certi che questa situazione finirà, ma non sappiamo quando. La situazione di oggi è peggiore di quella di dicembre, quando si sperava nei vaccini. Ora ci si rende conto che le lacrime e il sacrificio delle chiusure nel periodo natalizio non sono servite. Siamo spaventati e rassegnati, c’è il rischio di non riaprire più”. Il turismo è una risorsa enorme per il territorio ibleo, una risorsa che rischia però di ritrovarsi inerme o peggio, già morta, quando la situazione migliorerà. Dopotutto, se è vero che si uscirà prima o poi da questa condizione, è altrettanto vero che il settore non ha e non può avere i mezzi per attendere in silenzio che tutto passi. Lecite le chiusure e lecite le mosse del Governo, ma purché rientrino in un contesto di tutela delle aziende. Il turismo è agonizzante e resistere è impresa ardua. Allo stato attuale è fondamentale che chi di dovere lanci un salvagente prima che il settore affondi in un mare di incertezze.


Saldi, incassi in calo del 50%

Saldi, incassi in calo del 50%

In Sicilia, nella prima settimana di saldi, si è registrato un calo degli incassi superiore al 50% rispetto allo scorso anno. La situazione si fa sempre più i lavoratori del settore. Complici le restrizioni anti-Covid e l’aumento dei contagi sul territorio regionale, ora in zona rossa, i primi giorni di sconti e offerte invernali non sono stati sufficienti ad aumentare le entrate. A confermarlo è un focus di Confesercenti Sicilia che ha interessato 70 aziende dell’Isola, impiegate nel settore dell’abbigliamento e delle calzature, uno dei più colpiti dalla crisi. Il 70% delle attività è situato a Messina, Palermo e Catania, il restante 30% ad Agrigento e Ragusa. Le perdite avrebbero sfiorato e, in molti casi superato, il 50%. Un risultato che Vittorio Messina, presidente di Confesercenti Sicilia, ha definito “estremamente preoccupante”. Si temono i risultati sul personale e le vendite per le prossime settimane e si attende una misura decisa e concreta per quanto riguarda i ristori promessi dal Governo Nazionale. La situazione è ai limiti della disperazione per gli operatori del settore: una condizione da cui verosimilmente non si uscirà per un po'. La zona rossa fino al 31 gennaio si rivela dunque un duro colpo nell'ottica dei saldi, annualmente condizione ideale per gettarsi alla ricerca di ogni tipo di offerta. La Regione ha fatto la sua scelta, ma nel frattempo l'economia vacilla e la popolazione non esita a palesare rabbia e frustrazione per le condizioni disperate che riguardano diversi settori. Allo stato attuale, la sensazione è che la palla sia passata nuovamente ai cittadini: esistono delle regole e vanno rispettate rigorosamente.