Il sen. Battaglia segretario cittadino del Pd di Ragusa. Barone: "Siamo la scialuppa di salvataggio del centro sinistra".

Il sen. Battaglia segretario cittadino del Pd di Ragusa. Barone: "Siamo la scialuppa di salvataggio del centro sinistra".

E' stato eletto all'unanimità, questo pomeriggio, come segretario dell'Unione comunale del Partito Democratico di Ragusa il sen. Gianni Battiglia.
L'elezione arriva dopo un lungo periodo di varie vicissitudini, proprio fino ad oggi.
Partiamo da lontano: dei tre circoli Pd presenti in città ("Pippo Tumino", il così detto "Secondo circolo" e "Rinascita democratica") solo due avevano le carte in regola per contribuire con i propri delegati all'elezione del segretario dell'Unione comunale. Il circolo Pippo Tumino, nonostante sia stato il primo a nascere in città, ha deliberato nel 2014 di non avviare le procedure per comunicare gli iscritti al Partito, precludendosi di conseguenza la possibilità di partecipare alla vita democratica interne al partito stesso.
A seguito dell'approvazione del regolamento dell'unione comunale di Ragusa da parte dell'Assemblea Provinciale, avvenuta all'unanimità da parte della stessa assemblea che ha eletto presidente Mario D'Asta, il 6 luglio è stato poi convocata per oggi, da parte del segretario provinciale, l'assemblea dell'unione comunale dopo che i due circoli avevano già eletto la platea dei delegati.
E qui la faccenda comincia a ingarbugliarsi. Per farla breve, venerdì 10 il circolo "Rinascita Democratica", in un comunicato, informa che a parer suo è ingiusto che all'assemblea dell'Unione non possano partecipare gli iscritti del circolo "Pippo Tumino" - che però risultano iscritti sì al circolo, ma non al Pd (?) - e, in pratica, chiedono unità. Nessuna risposta dal "Secondo Circolo" che, invece, chiede il rispetto delle regole statutarie e, nel frattempo, procede agli adempimenti burocratici necessari per arrivare all'assemblea odierna: convocazione dei delegati e indicazione di un candidato.
Accade, però, che domenica dal Circolo "Rinascita democratica" arriva una nota con la quale si informa che i propri delegati non avrebbero partecipato all'assemblea.
Nel primissimo pomeriggio di oggi, il segretario provinciale Denaro, con un'altra nota, chiede uno stop all'assemblea che si sarebbe riunita da lì a pochissime ore (meno di due) sulla base di una visione più unitaria. Tuttavia, il segretario del "Secondo Circolo", si è rifiutato di obbedire all'indicazione del segretario provinciale sottoponendo la questione ai delegati che all'unanimità dei presenti hanno deciso di proseguire con l'assemblea e con l'elezione.
"Il sen. Gianni Battaglia è il segretario dell'Unione Comunale del Partito Democratico di Ragusa - dice il segretario del "Secondo Circolo" Mimmo Barone - e sono convinto che la nota del segretario Denaro, a giudicare dagli indirizzi cui era inviata, tra i quali era presente anche quello dell'on. Dipasquale, sia scaturita proprio dalle pressioni di questo deputato regionale che però non aveva titoli per essere coinvolto nella questione poiché erano interessati solo i segretari dei circoli. Dipasquale, a mio avviso, è entrato a gamba tesa nella partecipazione democratica del nostro partito. Non può pretendere di poter fare del Pd il proprio comitato elettorale, visto che si vocifera che andremo presto ad elezioni regionali. Faranno ricorsi e ci diranno che siamo illegittimi, lo facciano pure. Ma noi siamo la scialuppa di salvataggio del partito del centro sinistra nella città di Ragusa e forse nell'intera provincia. Qualcuno pensa di poter trasformare il Pd in un comitato elettorale addirittura di centrodestra. Io questo partito l'ho fondato - conclude Barone - non consentirò a nessuno che questo possa diventare il comitato elettorale di un deputato che viene da Forza Italia".
In seguito a queste vicende, intanto, il vice segretario provinciale del partito, Angela Barone, ha deciso di dimettersi dal suo incarico.


Martorana: "Non mi vogliono? Ci mettano la faccia". Dall'aula: "Trascorra un'estate serena".

Martorana: "Non mi vogliono? Ci mettano la faccia". Dall'aula: "Trascorra un'estate serena".

A margine delle conferenza stampa di martedì per illustrare il Bilancio Consuntivo 2014 del Comune di Ragusa, l'assessore Stefano Martorana, ha risposto anche alle domande rivoltegli in merito alle insistenti voci sull'imminente revoca del suo incarico.
"So che c'è qualche pettegolezzo sull'argomento - ha dichiarato - ma non comprendo come mai. Sono pronto a scommettere che rimarrò in Giunta fino alla fine".
Peccato che nei corridoi di Palazzo dell'Aquila il "caso Martorana" è ben più di una semplice voce o un pettegolezzo da bar. L'insofferenza nei confronti dell'assessore proviene, inaspettatamente, proprio da alcuni consiglieri di maggioranza e, addirittura, da qualche altro assessore. E' la maledizione che colpisce chi tiene i cordoni della borsa, stretti in questo caso. Ruolo di prestigio, certo, ma scomodo, soprattutto quando spesso si è costretti a rispondere "no" a determinate richieste, generando una inevitabile antipatia. Non solo, alcuni consiglieri di maggioranza insistono su un'altra posizione: "Di sindaco ce ne basta uno solo".
Fatta presente la situazione all'assessore, spiegandogli che come operatori dell'informazione non abbiamo né la voglia né, tanto meno, l'attitudine alle scommesse, ci siamo visti costretti a rielaborare la domanda: "Cosa risponde a quei consiglieri di maggioranza e a quegli assessori che vorrebbero le venisse ritirata la delega assessoriale?".
"Ci mettano la faccia! - ha risposto - Abbiano il coraggio di sollevare pubblicamente un confronto, spiegare le ragione e avanzare una nuova proposta, un nuovo nome. Io non temo le critiche".
Intanto, le voci dal Consiglio Comunale non si fermano: "Molto dipenderà dalla qualità del bilancio di previsione, ma non c'è un termine entro il quale si vorrà avviare un confronto con l'assessore Stefano Martorana, per ora può trascorrere serenamente l'estate".


Parroco della Cattedrale: "Un solo patrono". Replicano da Ibla: "Menzogne!"

Parroco della Cattedrale: "Un solo patrono". Replicano da Ibla: "Menzogne!"

Il casus belli s'è verificato martedì durante la conferenza stampa di presentazione del programma dei festeggiamenti per San Giovanni (27-29 agosto) quando a un collega di un quotidiano è venuto in mente di chiedere dei chiarimenti, ponendo la domanda che, per una sorte di antico pudore, nessuno faceva più da molto tempo: "Ma insomma, il patrono di Ragusa è San Giovanni o San Giorgio?".
Questione interessante, da parte nostra, visto che ogni volta che qualcuno si è avventurato ad attribuire il titolo di "patrono" all'uno o all'altro si è puntualmente scatenata la polemica. Usare il termine "compatrono", poi, vuol dire mettere i due Santi sullo stesso piano, il che, per i alcuni devoti, è del tutto inaccettabile, quasi un'offesa da pulire nel sangue. Quello dei devoti altrui, naturalmente.
Ma il parroco della Cattedrale, don Gino Alessi, forse senza immaginare neanche lontanamente a cosa stesse andando incontro, ha risposto alla domanda con una sicumera insospettata, rompendo il tabù: "Nel momento in cui Ragusa è stata fatta diocesi è stato anche deciso che San Giovanni fosse il patrono. D'altra parte è stata Ragusa ibla ad accorparsi a Ragusa superiore". Apriti cielo!
Giusto il tempo di fare arrivare il quotidiano nelle edicole il giorno dopo e subito il "Comitato dei festeggiamenti di San Giorgio martire" corre a rispondere al parroco con una nota che, anche se assai lunga per i nostri standard, pubblichiamo per intero:

Finalmente! I Sangiovannari, quelli fanatici, "habent papam". Hanno aspettato più di tre secoli, ma la profezia annunciata nel Settecento ("verrà un tempo che si faranno un papa a modo loro") sembra essersi realizzata proprio ora. Come se fosse il Papa - si riferiscono a don Alessi, ndr - con atto autoritario, tono categorico e infallibile, che ci lascia stupiti, amareggiati e offesi, abbiamo subito una proclamazione priva di fondamento. Non capiamo il perché.

Il detto siciliano dice: “Scupa nova scruscio fa”. Ma non si può spiegare diversamente: l'intento è di accattivarsi il consenso dei fanatici che puntualmente, come lupi vestiti di agnelli e pieni di livore e di invidia, dopo ogni festa di San Giorgio, scrivono sui giornali denigrando e attaccando la stessa. O forse è semplicemente un modo per riscattarsi, vista la diffusa ondata di protesta e di scontento suscitata dalla sua erezione a parroco della Cattedrale (vedasi commenti su Facebook)? Ma un sospetto ci viene spontaneo: forse quella del parroco di San Giovanni è una "rivincita" contro i Sangiorgiari con i quali ha avuto un passato alquanto burrascoso durante la sua permanenza come cappellano della Chiesa Madre di San Giorgio, chiesa dove lui è stato ordinato diacono e sacerdote e, a quanto pare, dove aspirava a diventare parroco?

Si noti il diverso stile di parroci: quello di S. Giorgio che, nonostante le nostre forti resistenze contrarie, ha voluto, per motivi di pace e di cortesia, che il simulacro di San Giorgio entrasse, giorno 29 maggio, nella chiesa di San Giovanni Battista, e l'attuale parroco della Cattedrale che, non solo ne ha strumentalizzato l'evento per i suoi fini, ma che, dopo l'accoglienza farsa del santo cavaliere, estrae armi da guerra, ormai da lungo tempo sotterrate, capaci di far scoppiare lotte e odi che non si addicono ad un buon ministro di Dio.

Il nostro non vuole essere un intervento polemico, lo facciamo solo perché una menzogna non passi per verità.

Se è vero quello che dice il parroco della cattedrale che il patronato di San Giovanni fu deciso con l'istituzione della Diocesi, cioè nel 1950, se la matematica non è un'opinione, bisogna dedurre che San Giovanni è patrono della città da sessantacinque (65) anni. Evidentemente, egli - il parroco, ndr - che non sappiamo da quale spirito sia ispirato e condotto, non sa, o fa finta di non sapere, che il Battista fu scelto solo ad essere il Patrono della Diocesi. Comunque, sarebbe anche interessante che la Curia esca il documento, se esiste, con cui Sa Giovanni Battista è stato eletto a Patrono della Diocesi. Né si può dire che la scelta a Cattedrale della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista automaticamente elevi il suo titolare a Patrono. Così non è. Difatti, ad esempio, la Cattedrale di Noto è dedicata a San Nicola, mentre la Patrona è Maria Santissima Della Scala e San Corrado è Patrono della Città, così a Caltagirone, Messina etc. etc.

Ricordiamo, poi, al parroco (ma lui, da quanto si evince, che cosa ne sa di storia civica ragusana?) che quella che veniva chiamata Ragusa Ibla non fu "accorpata" a Ragusa Superiore, ma i due Centri furono riunificati nel 1926, dopo la separazione avvenuta un sessantennio prima, nel 1865, per ritornare ad essere l'unica città. Un precedente analogo, dopo una divisione amministrativa di sette anni, era già avvenuto nel 1703, anno in cui San Giorgio ritornò ad essere l'unico Patrono Principale della Città riunificata insieme a San Gaudenzia compatrona. Inoltre il parroco della cattedrale deve sapere che l'evento della Riunificazione della Città, fu celebrato in modo solenne nel 1997, per il suo 70°, e tanto il sindaco che il vescovo di allora vollero che San Giorgio e San Giovanni, insieme, fossero portati in processione. Per quella occasione, scriveva il vescovo Rizzo sul suo diario, pubblicato nel Bollettino ecclesiastico n. 2 del 1997: "[...]il taglio delle celebrazioni ecclesiali ha avuto come scopo l'accrescimento e il consolidamento del clima di comunione che deve regnare nell'unica città attraverso l'esempio e l'intercessione dei due Comuni Santi Patroni”. Anche il vicariato foraneo redasse il programma della commemorazione e il titolo, con la benedizione del vescovo, così recitava: "Due Patroni, un'unica fede e un'unica Città". Il vescovo Rizzo ritornò a dire la stessa cosa, in occasione del 300° anniversario del terremoto, prima della processione congiunta dei simulacri di San Giorgio e San Giovanni (cfr . "Come eravamo" 667 su Tele Nova). Non saremmo a questo punto se chi di dovere avesse paternamente e imparzialmente fatto chiarezza.

Per quanto riguarda l'organizzazione delle feste, ognuno ha il diritto di organizzarle come meglio crede. Il parroco vuole che il simulacro di San Giovanni vada da un capo all'altro della città, per confermare con questo giro quello che lui asserisce (forse per paura che così non è), lo faccia pure. A noi non interessa. Però non tolleriamo che qualcuno ci dica che cosa sia cultura e che cosa non lo sia o che la nostra festa sia priva di progetti per l'avvenire. La festa è per tutti e non solo per uno sparuto numero di persone che ne ricava profitto, siano giovani o vecchi. Se è Festa, dobbiamo fare Festa, trascorrendo momenti che allietano il corpo, l'anima e lo spirito. Ne abbiamo anche abbastanza degli ipocriti che ci condannano ma che poi fanno le stesse cose che facciamo noi, addirittura copiandoci.

Dal parroco di S. Giovanni, ce l'aspettavamo, ma quello che più ci rammarica è stata la dichiarazione - se è così come riportata dai giornali - dell'assessore alla cultura, sembrando di parte. Consigliamo all'assessore che, invece di associarsi a chi sciorina menzogne abilmente architettate, si faccia promotrice di verità e faccia conoscere a tutti la vera storia di Ragusa.

Potremmo reclamare il diritto del Patronato di solo S. Giorgio per tutta la Città, e avremmo tutte le carte in regola e i documenti per farlo, ma non vogliamo per non fomentare sterili, inutili e futili campanilismi. Ma la verità storica non si può nascondere: San Giorgio, ab immemorabili, è Patrono di Ragusa, insieme a San Giovanni che lo è dal 1896.

E meno male che non volevano fare polemica!


Arrestato funzionario di banca, faceva parte di un giro di usura e riciclaggio

Arrestato funzionario di banca, faceva parte di un giro di usura e riciclaggio

Questa mattina, in esecuzione di specifica ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa in data mercoledì dal dr. Giovanni Giampiccolo - Gip presso il Tribunale di Ragusa, i finanzieri della Compagnia di Ragusa hanno arrestato un funzionario di un noto istituto di credito di Santa Croce Camerina, il 55enne F.D., e un altro soggetto, il 27enne F.M.. Si è trattato di un'operazione di polizia giudiziaria coordinata e diretta dalla dr.ssa Valentina Botti – sostituto presso la Procura della Repubblica di Ragusa.
L’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare rappresentano la conclusione di un'indagine che ha consentito di smantellare un'organizzazione delinquenziale dedita all'usura e alle estorsioni nei confronti di attività commerciali del territorio provinciale ibleo.
Sempre nella stessa attività investigativa, un altro soggetto, il 40enne G.G., è stato arrestato in flagranza, lo scorso maggio, mentre ritirava una somma di denaro estorta ad un noto commerciante camarinense.
Da quell'arresto sono scaturite delle perquisizioni domiciliari che hanno permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro consistenti somme di denaro in contanti e assegni bancari rilasciati in garanzia da imprenditori commerciali della provincia, sottoposti ad usura per un importo totale di circa 180mila euro.
Secondo gli inquirenti, come detto, si trattava di un sodalizio criminale dedito all'usura, all'estorsione e al riciclaggio di proventi illeciti.
Il ruolo del funzionario di banca sarebbe stato quello di curare sia la fase della negoziazione dei titoli di credito emessi, sia l’acquisizione di informazioni sul conto della clientela che si trovava in difficoltà economiche.
I due arrestati si trovano adesso ai domiciliari.
L’attività investigativa ha avuto origine da una serie di segnalazioni pervenute alla Guardia di Finanza tramite il numero di pubblica utilità 117.


Il M5S impara l'arte del compromesso

Il M5S impara l'arte del compromesso

A proposito della vicenda relativa alle varianti al Piano Regolatore Comunale per consentire la costruzione di strutture alberghiere nel territorio ragusano, anche in verde agricolo, tralasciando il merito della questione, dobbiamo ammettere di aver apprezzato la posizione espressa dai tre consiglieri di maggioranza Agosta, Tringali e Stevanato. Alle critiche rivolte nei confronti del Movimento 5 Stelle ibleo, nello specifico di aver dimenticato che la difesa ambientale è una delle cause che ha contribuito alla nascita del movimento stesso, hanno dato una risposta "politica" da manuale.
"Essere paladini di ideologie non produce risultati, e non vorremmo essere certo noi ad esser tacciati di immobilismo dinnanzi reali esigenze della nostra città e dei nostri operatori economici". E poi: "Se qualcuno crede che con le parole e i dogmi si possano risolvere i problemi, saremo ben lieti di cedere i nostri posti in aula, impegnandoli ad assumere quelle responsabilità e scelte che con grande consapevolezza noi oggi abbiamo compiuto".
Chapeau!
Quei due periodi poco sopra racchiudono un mondo, un'infinita quantità di combinazioni nell'arte del compromesso, la definitiva promozione all'età adulta della politica, quella nella quale ci si rende conto che, a volte, è necessario accantonare i propri nobili principi - ancorché tangenti la sfera dell'utopico - per il bene collettivo e complessivo.
Vogliono dire: "Anche se in linea di massima siamo contrari, ci rendiamo conto che i bisogni che il territorio ci chiede di soddisfare sono concreti e per questo motivo non possiamo esimerci dal prendere una decisione che oggettivamente contrasta con quel che rappresentiamo".
E' l'accettazione del concetto di "responsabilità".
Perché, vedete, è facile prendere decisioni seguendo le proprie granitiche convinzioni quando si può deviare il colpo delle conseguenze su una qualsiasi forma di "dottrina". Privarsi dello scudo dogmatico e assumere sulle proprie spalle l'esito delle proprie azioni è tutt'altra cosa.
E' perdere l'innocenza, per sempre.
Chissà se se ne sono accorti. Magari qualcuno è già pronto per fare altro...


Neonato deceduto, autopsia conferma malformazione cardiaca. Referto in 60 giorni

Neonato deceduto, autopsia conferma malformazione cardiaca. Referto in 60 giorni

Conclusa l'autopsia sul neonato morto all'ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa lo scorso 27 giugno. L'esame medico legale, eseguito dal dottor Francesco Coco e dal prof. Massimo Tirantelli, ha accertato che il piccolo soffriva di una cardiopatia congenita, della quale durante gli accertamenti sono state trovate tracce evidenti. Già questa mattina, l'Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa aveva precisato in una nota che al piccolo era stata diagnosticata precedentemente una malformazione cardiaca congenita. L'autopsia sarà conclusa con gli esami istologici e il referto sarà pronto entro 60 giorni.
Il piccolo, venuto al mondo il 4 aprile scorso, prematuro, aveva recuperato in fretta ed era da tempo tornato a casa. I genitori lo avevano portato, nei tempi previsti, a fare il primo vaccino obbligatorio per i neonati. Poco dopo il piccolo avrebbe avuto dei malori e portato al pronto soccorso del Paternò Arezzo la sera del 26 giugno è purtroppo deceduto all'alba del giorno dopo.
Gli esami disposti dalla Procura dovranno chiarire se è esistita una relazione tra la malformazione cardiaca del piccolo, la somministrazione del vaccino e la morte.


Collezione Cappello e Museo Tempo Contadino, Migliore in conferenza stampa: "Smantellati, uno scandalo".

Collezione Cappello e Museo Tempo Contadino, Migliore in conferenza stampa: "Smantellati, uno scandalo".

Conferenza stampa, questa mattina, in sala Commissioni a Palazzo dell'Aquila, organizzata dal consigliere Sonia Migliore alla presenza dei colleghi Nicita e Morando e con la partecipazione di Turi Iudice in rappresentanza Comitato San Giovanni, di Enzo Criscione del Comitato per i Musei di Ragusa, del maestro Franco Cilia e di Mario Nobile come direttore del Museo Civico 'L'Italia in Africa, 1885-1960'. Oggetto dell'incontro con gli organi dell'informazione denunciare la gestione di quella parte della rete museale della città di Ragusa che riguarda, in particolar modo, la Raccolta Civica Cappello, il Museo del Tempo Contadino (esposizioni allestite entrambe a Palazzo Zacco) e il Museo dell'Italia in Africa (nei bassi del municipio) giudicata pessima non tanto per la fruibilità o la poca pubblicità di cui queste strutture godono, ma proprio per il loro smantellamento sistematico in favore di altre iniziative culturali o perché, in un caso, i costi di gestione superano di gran lunga il rapporto in positivo con la quantità dei visitatori.
"I pezzi esposti per la Raccolta Civica Cappello - ha denunciato il consigliere Migliore - sono stati spostati dall'allestimento originario in luoghi non idonei per lasciare spazio ad una mostra di fotografie, così come i reperti del Museo del Tempo Contadino, che noi preferiamo continuare a chiamare Museo della Ragusanità, in linea col pensiero del suo ideatore, il compianto Mimì Arezzo, sono stati raccolti alla rinfusa, senza una catalogazione. A Palazzo Zacco, adesso, oltre la mostra di foto, ci sono stanze vuote e non ci risulta che sia stata chiesta alla Soprintendenza ai Beni Culturali alcuna autorizzazione. Non sappiamo neanche se la famiglia del maestro Cappello o i proprietari degli strumenti agricoli tipici dell'area iblea affidati al Comune per il museo siano stati informati di quello che è successo. Inoltre abbiamo scoperto che con una delibera di giunta del 26 giugno, l'amministrazione Comunale ha deciso di chiudere il Museo Italia in Africa, rendendolo visitabile solo su prenotazione preventiva. Assurdo. Non è questo il modo con il quale va affrontato il tema dei musei in città, senza alcun rispetto né per le opere e i reperti né per le regole né, tanto meno, per chi ha dedicato tempo ed energie a raccogliere i pezzi da esporre cedendoli in uso al Comune".
"E' stato smantellato - continua Migliore - tutto quello che era stato creato con l'impegno dell'allora assessore alla Cultura Mimì Aresso prima e che avevamo realizzato nel 2012 in quel periodo in cui ho svolto lo stesso ruolo nella precedente amministrazione. Avevamo impegnato 64mila euro per approntare una rete museale per potenziare l'offerta culturale nel centro storico. E invece si continua a spogliare il centro di ciò che possiede".
"Faremo un esposto alla Soprintendenza e a chiunque di competenza - conclude - faremo le nostre battaglie perché tutto deve tornare come prima".
"L'idea del Museo della Ragusanità - ha detto Turi Iudice - nata quasi per gioco durante le registrazioni del programma televisivo "Una Ragusa d'amare" con Mimì Arezzo su Teleiblea, si sarebbe dovuta sviluppare con una mostra che partisse dal museo del contadino fino ad arrivare alla esposizione dei primi strumenti tecnici della più antica televisione via etere d'Italia, cioè proprio Teleiblea. Da quelle trasmissioni abbiamo lanciato numerosi appelli alla città perché si potessero raccogliere tutto il materiale utile per il progetto. L'idea del Museo prese corpo, ma vedere che fine ha fatto il nostro lavoro ci intristisce molto. Chi ama questa città deve sapere che Ragusa viene trattata anche così".
"Tra qualche giorno, il 5 luglio, saranno passati tre anni da quando Mimì Arezzo è morto, troppo presto e ci manca molto - ha detto Enzo Criscione - Nel nostro cuore e nella nostra mente Mimì rimarrà per sempre, era una persona "straordinaria", per usare un termine che lui amava molto. La sua assenza si sente perché era una persona che si impegnava tantissimo per il rilancio culturale della nostra città e purtroppo oggi, senza di lui, vedo un continuo impoverimento del tessuto intellettuale della nostra città, soprattutto nel centro storico. Il ricordo di Mimì deve stimolarci a spenderci sempre di più per cercare di impedire questo processo di inaridimento culturale lottando anche contro quello che accade a Palazzo Zacco o con il Museo Italia in Africa".

Clicca qui per vedere meglio l'intera galleria fotografica

Nelle foto raccolte di seguito è possibile vedere dove e come sono state "conservate" le opere del maestro Carmelo Cappello e i reperti del Museo del Tempo Contadino mentre dentro Palazzo Zacco era allestita un'altra mostra. Tutto il materiale informativo è in uno scatolo, così come lo sfilato 500 che era esposto in delle teche. Inoltre si evince come alcune opere di Cappello, quelle ancora fruibili dal pubblico, siano state posizionate in luoghi poco idonei o spinte insieme in punti scomodi.
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A questo link, invece, è possibile vedere come erano posizionate le sculture il giorno della inaugurazione della Raccolta in occasione del centenario della nascita di Carmelo Cappello.

Alcuni esempi di come era il Museo del tempo contadino:

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Neonato morto sabato al Paternò Arezzo, oggi l'autopsia. Asp precisa: 'malformazione cardiaca'

Neonato morto sabato al Paternò Arezzo, oggi l'autopsia. Asp precisa: 'malformazione cardiaca'

Sabato scorso un neonato di due mesi è morto all'Ospedale Paternò Arezzo di Ragusa e in questi giorni si sono svolti i primi accertamenti di Procura e Carabinieri per stabilire cosa è accaduto. Il piccolo era stato ricoverato in seguito ai malori manifestati dal giorno della somministrazione delle vaccinazioni obbligatorie. I militari dell'Arma hanno già acquisito la cartella clinica del neonato e hanno notificato alle parti interessate l'avviso di conferimento d'incarico per l'autopsia, previsto per oggi. Gli accertamenti, svolti sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore Valentina Botti, sono mirati a stabilire con certezza le cause della morte per far luce su eventuali responsabilità di colpa medica da parte dello staff dell'ospedale o del personale dell'A.S.P. di Ragusa che ha provveduto alla somministrazione dei vaccini, cui apparentemente sembrerebbe essere stato conseguente il decesso.
Intanto, l'Azienda Sanitaria Provinciale, in una nota, precisa che: "all'atto del ricovero - alle 23.30 del 26 giugno - il piccolo presentava condizioni gravi, con diagnosi precedente di 'malformazione cardiaca congenita'. Approntate, immediatamente, le cure del caso il bambino era stato trasferito presso la divisione di neonatologia e Utin (Unità Terapia Intensiva Neonatale) e nonostante le cure costantemente prestate alle 6.45 del 27 giugno si è dovuto registrare il decesso del piccolo".


La discarica chiude, il passaggio a livello chiude, ma al Comune…

La discarica chiude, il passaggio a livello chiude, ma al Comune…

Un politico accorto degno di tale definizione… Anzi, no, scusate: un "amministratore accorto" degno di tale definizione in queste due situazioni specifiche non ci sarebbe arrivato mai.

Il 7 luglio Reti Ferroviarie Italiane vorrà cominciare a costruire un muro per dividere via Paestum e risolvere, una volta per tutte, quella bassissima casistica di pericolo rappresentata dalle sbarre del passaggio a livello che ogni tanto non si abbassano. Fortunatamente passano da lì solo quattro treni al giorno: se la nostra città si chiamasse, che ne so, Napoli, probabilmente parleremmo della questione in altri termini. Ma Ragusa riesce a essere quella città dove i cittadini gridano, giustamente, allo scandalo se il treno passa con le sbarre alzate, ma non riesce a far pace con l'idea che l'unico modo per evitare il problema è chiudere definitivamente il transito sulla ferrovia. Altrettanto giustamente. Ma negli ultimi due anni nulla si è fatto per arrivare a fare in modo che il treno possa continuare a transitare senza che via Paestum venga chiusa.

Da tempo si sa che la discarica di Cava dei Modicani sta per arrivare al massimo limite volumetrico. Da molto tempo. Secondo le previsioni quel momento arriverà il 23 luglio e il giorno dopo la discarica dovrà chiudere. Cosa è stato fatto nel frattempo? Nulla. Solo negli ultimi mesi è stato presentato un progetto che consentirebbe di prolungarne la vita di almeno un altro anno e mezzo, ma l'incartamento giace a Palermo nei cassetti di qualche assessorato.

Meno di una settimana per trovare una soluzione con Rfi e tre settimane circa per farsi approvare dalla Regione il progetto per l'ampliamento della discarica. Un amministratore accorto, a simili condizioni di urgenza, non ci sarebbe arrivato.

Il sindaco Piccitto ha pochi giorni per piazzarsi all'Assessorato regionale alle Politiche ambientali e minacciare di occupare un qualche ufficio se non gli restituiscono le carte sull'ampliamento della discarica, approvate e bollate, per poi piazzarsi di traverso sui binari di via Paestum e non lasciar passare nessuno se non si raggiunge un nuovo accordo con Rfi.

Azioni clamorose? Probabile, ma non ci è mai capitato di assistere a simili eventualità. Forse perché, pur con tutti i difetti che hanno dovuto scontare, i precedenti amministratori del nostro Comune non erano avvezzi al girarsi dall'altra parte nella speranza che i problemi sparissero magicamente. Sono stati, piuttosto, quelli che sulle difficoltà puntavano dritti come treni, a proposito. E quando le grane (politiche) sono state molto più grandi di quanto potessero affrontare, hanno preferito lasciare alla città la possibilità di scegliere nuovi amministratori.

Naturalmente non vogliamo davvero che Piccitto vada a incatenarsi a Palermo per farsi approvare un progetto o si sdrai sulle rotaie finché Rfi non fa qualche passo indietro. Siamo sicuri che esistono altri modi, come siamo certi che qualcun altro, in altre circostanze, quei modi li avrebbe già usati tutti fino ad arrivare, in quel caso sul serio, alle azioni clamorose.


Rifiuti: il 24 luglio chiuderà la discarica di Ragusa; chiesto incontro in Prefettura

Rifiuti: il 24 luglio chiuderà la discarica di Ragusa; chiesto incontro in Prefettura

L'attuale vasca di della discarica di Cava dei Modicani dove vengono conferiti i rifiuti dei Comuni montani della provincia di Ragusa (Ragusa, Monte Rosso Almo, Chiaramonte Gulfi e Giarratana) secondo le stime, esaurirà il massimo limite volumetrico tra appena 20 giorni. E' l'ultima utile delle tre vasche della discarica sub-comprensoriale e, dato che il progetto per realizzarne una quarta è stato bocciato tempo fa, non ci sarà più nulla da fare.
Il 24 luglio Cava dei Modicani dovrà chiudere, dopo 15 anni di attività, con la conseguente perdita dei posti di lavoro impegnati (circa 10) e costringendo i cittadini a sobbarcarsi della spesa di conferimento dei rifiuti fuori dalla provincia iblea. Parliamo di costi che si aggirano intorno ai 300mila euro al mese, per un totale di almeno 3milioni e 600mila euro l'anno.
Adesso è il segretario provinciale della F.P. Cgil di Ragusa, Giovanni Lattuca, a puntare l'attenzione sul fatto, riferendo che da un paio di mesi esiste nei cassetti del governo regionale un progettino che, con poche spese e altrettanto pochi accorgimenti, consentirebbe l'ampliamento della vasca di raccolta, donando alla discarica di Cava dei Modicani altri 18 mesi di vita, se non addirittura 24. Utilissimi per individuare la sede per una nuova discarica e cominciare i lavori per la realizzazione.
“Non vogliamo dare colpe a nessuno – scrive Lattuca – ma adesso i sindaci, l'Ato Ambiente e la Srr (la nuova società che dovrà gestire i rifiuto al posto dell'Ato in liquidazione, ndr) si devono muovere immediatamente affinché il progetto venga approvato entro e non oltre il 23 di luglio”.
Lattuca, inoltre, ha chiesto al Prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, la convocazione di tutte le parti interessate per arrivare ad una rapida soluzione del problema.
La situazione è grave, ma non è una novità: già a metà febbraio la Cgil aveva denunciato che la discarica stava per arrivare al termine della capacità.