L’odissea al pronto soccorso. L’Asp risponde a Mario Chiavola

Dopo il nostro articolo del 21 dicembre scorso, Asp. Una triste odissea finita fortunatamente bene, Ragusa in Movimento ha deciso oggi, 4 gennaio, di ritornare sulla notiza: “Abbiamo appreso con un misto di stupore e indignazione la storia di una donna che è stata visitata al Pronto soccorso di Ragusa dopo ben 18 ore. Per fortuna la vicenda ha avuto un lieto fine, cioè non ci sono state conseguenze per la signora, ma questo caso deve farci riflettere: che fine hanno fatto le buone intenzioni del sindaco, che fino a prova contraria è la massima autorità cittadina, tese a sollecitare i vertici dell’Asp per garantire le dovute risposte, in termini di erogazione dei servizi sanitari, alla cittadinanza?”.
Effettivamente chi scrive non crede che il primo cittadino, nonosotante sia la massima autorità sanitaria locale, possa avere colpe o voce in merito in una vicenda come quella da noi raccontata, questo è un fatto (è sempre opinione di chi scrive, ndr.) che attiene alla direzione dell’ospedale e all’organizazione stessa dell’Azienda che è più di natura regionale che locale, comunque Chiavola la pensa diversamente e perciò prosegue: “La Sanità, lo sappiamo è un pianeta articolato e molto complesso. Ma proprio per questo, realtà istituzionali come il Comune dovrebbero creare le condizioni per attivare dei percorsi di verifica chiamati, periodicamente, ad accertare che tutto funzioni per il verso giusto. Non è possibile apprendere di episodi come questo che minano alla base il diritto alla salute”.
Dal canto suo la direzione sanitaria non accetta che un messaggio di questo tipo possa passare e addirittura, nel comunicato inviato alla stampa quest’oggi, parla di inutile allarmismo sociale, queste notizie “hanno solo lo scopo di creare nella comunità preoccupazione e allarmismo sociale. Purtroppo allo stato attuale i Pronto Soccorso italiani sono sotto ‘assedio’ per il picco dell’influenza che sta colpendo cittadini di tutte le età per un totale di circa 2.168.000 di casi dall’inizio della sorveglianza”. “Questo stato di cose – si giustifica la direzione – non aiuta la situazione alquanto delicata dei Pronto Soccorso dell’Asp di Ragusa, sofferenti per la carenza di personale, soprattutto medico, nonostante i numerosi avvisi di incarico banditi negli ultimi tempi, il più delle volte non si presenta nessun candidato. Sui 41 medici, previsti in pianta organica, attualmente il numero è decisamente sottostimato: al ps dell’ospedale Civile sono in servizio 10 unità, 8 al Guzzardi e 7 al Maggiore”.
Infine è il dr. Giovanni Noto, direttore del PS di Ragusa, a interviene sulla vicenda affermando: “spero che la notizia non venga strumentalizzata a fini politici. Il triage consente di razionalizzare i tempi di attesa in funzione delle necessità dei pazienti e delle risorse disponibili, utilizzando quale criterio di scelta le condizioni cliniche degli stessi e non il criterio dell’ordine di arrivo. Sono i codici giallo e i codici rosso quelli prioritari in quanto individuano pazienti che hanno necessità di interventi in urgenti o in emergenza. I codici verde e bianco sono suscettibili di tempi di attesa più prolungati in quanto sono assegnati a pazienti che non presentano segni e sintomi di stressrespiratorio, instabilità emodinamica e alterazione del sensorio. Quindi è bene utilizzare i servizi del Pronto Soccorso per problemi urgenti e non risolvibili dal medico di famiglia dal pediatra di libera scelta o dai medici della continuità assistenziale (guardia medica): un corretto utilizzo delle strutture sanitarie evita disservizi per le strutture stesse e per gli altri utenti. Infine, occorre rispettare i pazienti che ricorrono al Pronto Soccorso, ma nello stesso tempo non sminuire il lavoro, svolto sempre con abnegazione e senso di responsabilità, dagli operatori sanitari, medici, infermieri e ausiliari, a cui va il mio personale ringraziamento e anche di tutta la Direzione strategica aziendale”.