E se Martorana, dopo la separazione da Iacono, fosse pronto ad un’alleanza con i 5 Stelle?

E così si è consumato lo psicodramma all’interno di Partecipiamo. No, scherziamo, non ce ne vogliano, nessuno psicodramma, certo è che la separazione dei due eterni amici e alleati (Giovanni Iacono e Salvatore Martorana) ha un che di triste e, se ci permettete il termine, di drammatico. Con oggi è come se le tante battaglie, condotte spalla a spalla, fossero state cancellate da un solo colpo di mano o meglio da un click, da una email datata 1 ottobre 2016, con la quale Salvatore Martorana lascia Partecipiamo, sbattendo la porta. Ad oggi, di questa storia politica, della loro comune esperienza in politica, non sembra rimanere più nulla, anzi tanta acredine e tanti, forse troppi, distinguo a lungo taciuti, a lungo ingoiati e tenuti a bada, che deflagrano in tutta la loro drammatica potenza.
Eppure qualcosa era nell’aria e non da ora.
Basta ritornare indietro ai giorni subito successivi alla mancata elezione di Iacono alla presidente del Consiglio, a quell’operazione che ancora brucia e che lo stesso Iacono, più di una volta, ha definito come una mera pugnalata alle spalle ordita dai 5 Stelle. Con l’elezioni di Tringali infatti non finì solo l’esperienza di Iacono come presidente del Consiglio, ma finì l’alleanza tra i Cinque Stelle e Partecipiamo, cosa che determinò la fuoriuscita di Martorana dalla Giunta, una decisione che lo stesso Martorana, allora potentissimo assessore della Giunta Piccitto, subì non senza qualche mal di pancia. Ci fu, infatti, uno strano e lunghissimo silenzio stampa, che aveva convinto tanti di noi della possibilità che lui potesse lasciare Iacono e rimanere in Giunta. In fondo, se Iacono non è mai piaciuto ai grillini, perché troppo ingombrante, troppo presente, Martorana si trovava sin troppo a suo agio in quella veste e, dall’esterno, possiamo dire che ai grillini piaceva, come dire: in qualche modo li rassicurava.

Ma Martorana è un politico navigato, viene da una certa cultura politica, quella dove il singolo non può e non deve anteporre le sue esigenze, le sue voglie, a quelle del leader, a quelle del partito, e così dopo due lunghissimi giorni, 48 ore sicuramente molto travagliate, durante le quali, quasi lo vediamo, nel suo studio, a immaginare e pesare tutte le possibili conseguenze di una qualsiasi sua scelta, comunque dopo quei due giorni sciolse la riserva, riaccese il telefonino e fece pubblicare la sua nota dove, ovviamente, dichiarò assoluta fedeltà al suo amico ed alleato Iacono e stigmatizzò con forza la scelta della maggioranza. Un sacrificio, certo, ma un sacrificio dovuto e giusto.

Un sacrificio, però, che deve essergli apparso in tutta la sua drammaticità all’indomani del patto che Iacono siglò con quegli altri cinque consiglieri d’opposizione, molti dei quali da sempre vicini ai valori di destra o di centrodestra. Un sacrificio inutile? Chissà, di sicuro una scelta che oggi, ai suoi occhi, ha perso di valore, di significato, ed ecco la sua fuoriuscita da Partecipiamo. E adesso?

Martorana per assolvere all’incarico di assessore si era pure messo in prepensionamento ed ora? Oggi è fuori dall’agone politico, perciò o si dedicherà ai suoi hobbies, quelli per lungo tempo tralasciati, o si dedicherà ai nipotini (se ne ha, ndr.), ma proprio non ce lo vediamo a stare in pantofole a bighellonare tra la cucina e la camera da letto ed allora, perché non immaginare un suo repentino ingresso in politica? Non con un nuovo partito, ma con i 5 Stelle, magari come esperto, a titolo gratuito, magari ad affiancare questo o quell’assessore o addirittura il sindaco, come consigliere politico contro questo o quell’attacco, per questa o quella politica, oppure contro questo o quel consigliere. L’ipotesi è suggestiva, come lo è , anche se a nostro modo di pensare poco praticabile, un suo re-ingresso in Giunta, al posto di…

Ipotesi, idee, fascinazioni, che ad oggi non godono di nessuna prova certa, ma come disse un tempo un grande uomo: “del doman non v’è certezza”.

di Redazione21 Ott 2016 18:10
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