Da Foro Boario a Polo Fieristico
Da Foro Boario a Polo Fieristico
“Concluso il primo intervento sul Foro Boario che, finanziato dalla Regione, ha visto
riqualificare le tettoie e i servizi, sono pronti a partire i ben più corposi lavori
finanziati dal Pnrr per circa 7 milioni di euro - ha dichiarato il sindaco Peppe Cassì -.
Con il secondo intervento si trasformerà il Foro Boario in un polo fieristico
polifunzionale e permanente, capace di accogliere fiere, congressi, concerti e
manifestazioni sportive di assoluto livello e di qualunque natura”.
“L’intervento - ha spiegato l'assessore ai Lavori Pubblici, Gianni Giuffrida - prevede
infatti la realizzazione di un padiglione per congressi, percorsi coperti, tribune, aree
espositive verdi, nuovi locali, aree dedicate alla sanificazione di mezzi e animali,
parcheggi. Il Foro Boario diventerà quindi non solo un luogo a servizio del settore
agricolo e zootecnico, a cominciare dalla Fiera Agroalimentare Mediterranea, ma un
riferimento per tutta la città e per il suo sviluppo economico”.
La preoccupazione degli agricoltori e dei pescatori.
La preoccupazione degli agricoltori e dei pescatori.
L'esecutivo Schifani non intende sostenere il futuro turistico dell'area Iblea
L'esecutivo Schifani non intende sostenere il futuro turistico dell'area Iblea
Interviene anche l'on Dipasquale : da qualche anno lo scalo è stato dimenticato per ciò che riguarda le tratte turistiche, così si fa solo del male a uno dei territori dalla maggiore attrattività dell'Isola". "Non posso che essere felice per il fatto che stia prendendo finalmente piede un progetto che mi prodigai perchè fosse finanziato nel 2018 ma - afferma Dipasquale - devo al contempo manifestare la mia forte preoccupazione per il fatto che l'esecutivo Schifani non intenda sostenere il futuro turistico dell'area Iblea e della provincia di Siracusa sostenendo lo sviluppo di Comiso anche come scalo per il trasporto delle persone. È assurdo che non si lavori per agevolare le presenze in un territorio che con le sue bellezze barocche attrae turisti da tutto il mondo".
"Questa scelta - aggiunge il deputato ragusano - è fortemente in controtendenza con quanto sta accadendo nel resto d'Italia dove le altre regioni sostengono e finanziano gli scali minori per consentire ricchezza diffusa sui territori. Il governo torni sui suoi passi e torni a investire globalmente sullo scalo ibleo".
laboratori analisi proteste
laboratori analisi proteste
Chi avesse bisogno, domani 20 marzo, di fare delle analisi del sangue sappia che i laboratori di tutta la Sicilia saranno chiusi per protesta. E' una storia lunga che si trascina da mesi se non da anni. La regione ha stabilito un budget per queste prestazioni che non è assolutamente sufficiente per la mole di lavoro che si riscontra quotidianamente spesso con la richiesta di tecnologie molto avanzate e in più ci sono delle tariffe imposte dal ministero che non possono bastare a pagare queste prestazioni. Già da tempo i responsabili del vari sindacati del settore hanno denunciato la situazione minacciando la chiusura dei laboratori bloccando di conseguenza la filiera della sanità. Gli interessati al governo però non ci sentono ed ecco perchè domani tutti i laboratori saranno chiusi. Lo slogan adoperato è emblematico chiudiamo un giorno per non chiudere per sempre. La Sanità, recita il manifesto della serrata, deve essere equa, libera ed accessibile a tutti e non deve sottrarre denaro alle famiglie. Con le nuove tariffe imposte dal Ministero non sarà possibile mantenere i requisiti di qualità ed affidabilità delle analisi. C'è anche il rischio reale dell'arrivo nel nostro paese delle multinazionali estere che offriranno servizi senza alcuna garanzia e metteranno in crisi il sistema ancor di più. Ecco dunque i motivi di questa manifestazione di protesta che chiama tutti gli addetti dei laboratori di analisi di partecipare alla giornata romana.
I problemi degli allevatori: L'Europa e la grande distribuzione
I problemi degli allevatori: L'Europa e la grande distribuzione
E' però anche vero che bisogna avere il coraggio di parlare a chi ha contribuito a creare la crisi odierna. Mettiamo da parte la guerra con il caro energia e l'aumento dei mangimi etc etc ma occorre intervenire sulla grande distribuzione organizzata. Spesso è proprio questo elemento della filiera che detta le leggi e obbliga i produttori a vendere quasi sotto costo. Si dice che addirittura alcune aziende della GDO, anche in Sicilia impongano delle tasse d'accesso o addirittura dei contributi per la promozione. I produttori più grossi riescono a divincolarsi da queste imposizioni i più piccoli devono abbozzare. Un caso a parte è il prezzo del latte imposto dalla UE. Gli allevatori dell'area iblea assicurano di rimettere qualche centesimo ogni litro prodotto. Non si potrà andare avanti per molto.
Tg del 18 marzo
Tg del 18 marzo
Nell'Indice. L'ex sindaco Moscato incontra i vittoriesi. Audio. Le lezioni in Sicindustria. La dichiarazione del neo presidente Cappello. Dall'industria alla sanità. Conferenza stampa del Forum della CGIL. Interviste. La crisi degli allevatori. Nuova manifestazione per il 20 marzo. Le innovazioni della Lely. Intervista ad un consulente. La polemica dell'intitolazione del Museo. La festa di San Giuseppe a Santa Croce. Lo sport
Allevatori in Piazza Libertà.
Allevatori in Piazza Libertà.
I fondi della legge su Ibla serviti..... a che?
I fondi della legge su Ibla serviti..... a che?
I consiglieri comunali di Ragusa, Federico Bennardo, Rossana Caruso e Sebastiano Zagami, comunicano che è stata protocollata oggi un’interrogazione rivolta al sindaco del Comune di Ragusa, Giuseppe Cassì, all'assessore ai Centri storici, Giovanni Gurrieri, e al dirigente responsabile, Ignazio Alberghina, avente a oggetto la richiesta di chiarimenti sull'utilizzo dei trasferimenti economici regionali ai sensi della Legge regionale 61/81, nota anche come Legge su Ibla, previsti al Comune di Ragusa per le annualità 2021, 2022 e 2023, assegnati rispettivamente con i Ddg n. 454/2021, Dgg n. 704/2022, Ddg n. 663/2023, per un totale di 3.900.000 euro. I consiglieri evidenziano la necessità di trasparenza e di un efficace utilizzo delle risorse pubbliche, fondamentali per lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione del centro storico e delle aree urbane di interesse culturale e sociale. Tra i punti sollevati, vi sono ritardi e mancanze nella redazione e nell’aggiornamento dei piani di spesa, nonché interrogativi sulla realizzazione di opere pubbliche strategiche e sulla gestione di fondi destinati a interventi urgenti. “Ad oggi, esiste ad Ibla uno stato di pressoché abbandono dei Giardini Iblei, un problema oggettivo di parcheggi che disincentiva la frequentazione della città vecchia, una non fruibilità dei bagni pubblici, uno stato di parziale insicurezza di edifici avente notevole rilevanza architettonica, un collegamento pedonale non agevole con la città alta, peraltro, quest'ultimo inserito come opere da realizzare già nel piano di spesa provvisorio del 2021”, dichiarano i consiglieri comunali. “Ci rendiamo conto che le richieste della città sono tante e ben articolate, non vediamo, però, risposte concrete, impegno, programmazione, ammissioni di responsabilità. Siamo per una gestione trasparente e responsabile delle risorse pubbliche col fine di promuovere lo sviluppo e il benessere per la nostra comunità. Laddove esistano importanti fondi regionali - continuano i consiglieri - sarebbe una beffa ai cittadini attingere a quelli comunali versati con le nostre tasse”. I consiglieri attendono una risposta orale alle loro domande entro i termini previsti dalla normativa e dal regolamento in vigore, auspicando una collaborazione costruttiva con l'amministrazione comunale per il bene della città e dei suoi cittadini.
Forum per la difesa e la promozione della Sanità Pubblica
Forum per la difesa e la promozione della Sanità Pubblica
Parte oggi un percorso di mobilitazione per la difesa e il rilancio sella Sanità pubblica attraverso
iniziative a carattere territoriale, regionale e nazionale. A promuoverle a Ragusa oltre la Cgil, la FP
Cgil e lo SPI sindacato pensionati, c'è il Forum per la difesa e la promozione della Sanità
Pubblica costituito lo scorso 5 marzo al quale aderiscono più di venti associazioni e movimenti.
Questo percorso intende allargare la sfera di partecipazione per affrontare le criticità sempre
crescenti del sistema sanitario pubblico ormai quasi al collasso, non più in grado di dare le dovute
risposte alle domande di cura della cittadinanza.
La Sicilia è attraversata ormai, da decenni, da una pesantissima crisi sanitaria, economica e sociale
che colpisce il lavoro ed agisce negativamente sulla condizione di salute delle persone più fragili,
tra cui le donne, gli anziani, i disabili, lavoratori precari e disoccupati, minori ed immigrati, con ciò
causando gravi difficoltà nel vedere soddisfatto il proprio diritto alle cure, in particolare quelle
specialistiche. Basti pensare alle liste di attesa per poter usufruire di una prestazione specialistica
ospedaliera o in strutture convenzionate, che già pre-emergenza faceva registrare dai 6 mesi ai 2
anni di attesa. Ancora oggi nonostante due piani finanziati per il recupero delle liste d’attesa, i tempi
registrati per una visita medica o un esame diagnostico e/o intervento chirurgico, sono lunghissimi.
Le lunghe liste d'attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici compresi quelli urgenti
spingono le famiglie a rivolgersi ai servizi privati, pagando costi altissimi al di fuori delle possibilità
in considerazione dei redditi sempre più erosi dall'inflazione, per molti inaccessibili al punto che la
rinuncia alle cure oggi rappresenta una realtà purtroppo in crescita.
Da anni assistiamo alla riduzione della capacità del sistema sanitario pubblico di dare risposte
adeguate alle esigenze di salute della cittadinanza anche nel nostro territorio, storicamente tra le
realtà più virtuose a livello regionale. Oggi occorre fare un salto di qualità in questa battaglia che
non può e non deve consumarsi solo attraverso momenti dimostrativi ma vuole costruire una
vertenza sociale su alcune questioni fondamentali che riguardano il diritto costituzionale alla salute
come ad esempio:
Il rapporto tra sistema sanitario pubblico e privato, e affrontare in particolar modo il nodo
delle convenzioni sulle quali si riversano ingenti risorse economiche che contribuiscono in
maniera determinante ad indebolire le strutture pubbliche a vantaggio del profitto dei privati.
Le attività di libera professione svolta all'interno delle strutture pubbliche dove spesso si
determina un conflitto tra il diritto dell'utenza alle prestazioni pubbliche e l'interesse di chi
esegue a pagamento le visite e i servizi di cura.
La medicina territoriale a partire dal rilancio dei consultori, e quindi della medicina di
genere, ritornando a svolgere il ruolo sociale oltre a quello medico e assistenziale.
Affrontare il tema della medicina e dell' assistenza sociosanitaria destinata alle popolazioni
migranti ed in particolar modo alle persone che vivono contesti di marginalità sociale e
anche territoriale attraverso servizi di prossimità.
L'abbattimento reale delle liste d'attesa attraverso un piano di assunzioni e stabilizzazioni di
personale a tutti i livelli di cui oggi si registrano gravi carenze a partire dalle strutture
ospedaliere ed ambulatoriali.
Ma occorre intervenire anche su questioni basilari oggi in forte criticità come l';accoglienza dentro
gli ospedali e le strutture sanitarie pubbliche dove l'utenza si trova di fronte all'inadeguatezza delle
strutture a partire dalla mancanza di posti a sedere , di spazi idonei, o costretti a fare le file di attesa
all'aperto.
Bisogna affrontare subito il tema della carenza sempre più crescente dei medici di base in questa
provincia dove, a seguito di pensionamenti come è già avvenuto Scicli, da alcuni mesi qualche
migliaio di persone non hanno un medico di famiglia. Nonostante la fine carriera sia un fatto per
niente imprevedibile l'Asp non ha provveduto in tempo a prevenire questo disagio.
Il piano di infrastrutturazione derivante dai fondi del PNRR prevede la realizzazione di nuovi
presidi come gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali (COT) che costituiranno
la rete dei servizi su tutto il territorio provinciale e questo rappresenta un passo in avanti per la
sanità iblea. Ma c'è il rischio che queste strutture pubbliche possano essere gestite da privati
attraverso il sistema delle convenzioni laddove invece occorre una gestione pubblica e quindi nuove
assunzioni e la stabilizzazione del personale precario.
Tutte le criticità e le carenze di questo sistema sanitario pubblico sono il frutto di scelte politiche
che da anni si susseguono più o meno nella stessa direzione del definanziamento e dei tagli. In
ultimo le scelte di questo governo confermano questo indirizzo a partire dall'emanazione dell';ultima
legge finanziaria, e infatti i risultati sono ormai evidenti sulla pelle di milioni di cittadine e
cittadini. La spesa delle famiglie per visite mediche ed esami presso le strutture private è aumentata
a dismisura negli ultimi anni, ed è indicativo che nel nostro territorio aumentano gli investimenti
privati per strutture sanitarie che eseguono prestazioni a pagamento e in convezione. Per questo
motivo va organizzata una battaglia che guardi al breve e medio periodo per mettere in discussione
scelte e pratiche di governo della sanità pubblica nazionale, regionale e locale, che ormai sembrano
consolidate e irremovibili.
“Una scelta non condivisa”
“Una scelta non condivisa”
Invece noi condividiamo questa azione di protesta permettendoci però di fare un richiamo all'Anpi e alla tante associazioni che probabilmente, solo ora, si ricordano che esiste un importante Museo Archeologico in questa città che è stato maltrattato con il reale rischio scomparire definitivamente. Ci siamo battuti negli anni scorsi per il suo riposizionamento nel centro storico considerando che era stato chiuso per un piccolo problema di regole sulla sicurezza e nessuno aveva voglia di spendere qualche soldo per l'intervento necessario. Dicevamo si concordare con il sit in soprattutto perchè Biagio Pace, personaggio di rilievo durante il ventennio, ha lavorato molto a Camarina effettuando importanti ritrovamenti in quell'area e se si deve intitolare qualcosa all'archeologo Pace sarebbe più giusto pensare a questo Parco oggi davvero splendido. Il museo di Ragusa invece è stato fortemente voluto dal Prof. Divita, chiaramontano, che materialmente mise mano alla sua realizzazione. Riportiamo però la nota dell'Anpi. Un appello corale contro l’intitolazione del Museo regionale ibleo a Biagio Pace - “una scelta non condivisa” - che da giorni occupa le cronache regionali e della provincia di Ragusa. Numerose realtà tra cui Partiti, Movimenti e Associazioni parteciperanno al sit in lunedì 18 marzo 2024 che si terrà in piazza Libertà a partire dalle ore 18.00. Al di là di una scelta calata dall’alto senza avere coinvolto il territorio ragusano si tratta di una intitolazione a una persona che ha avuto un ruolo di rilievo nella politica fascista del ventennio e anche dopo la caduta del regime. Ricordiamo che Biagio Pace dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale. Inoltre, non bisogna dimenticare che non fu “semplicemente” uno dei capi del fascismo ibleo, egli fu, soprattutto, uno dei sette estensori, nell’aprile del 1942, del “Nuovo manifesto fascista della razza”.