“La Cantatrice Calva”

“La Cantatrice Calva”

Grande successo alla Maison GoDoT per “La Cantatrice Calva” di Eugène Ionesco, commedia rappresentativa del teatro dell'assurdo che per dieci repliche ha entusiasmato adulti e bambini provenienti da tutta la provincia iblea e non solo, coinvolgendoli in un crescendo di applausi, risate e di divertimento. Per quattro weekend la Compagnia G.o.D.o.T. di Ragusa, guidata dagli eccezionali Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso, ha messo in scena un capolavoro della drammaturgia mondiale, un testo geniale e molto attuale che con irriverenza critica e deride la medio borghesia, e lo fa giocando con le strutture convenzionali del linguaggio che, con ardita ironia, vengono smontate, slegate, scomposte. “La Cantatrice Calva” parla del vuoto e comunica l'incomunicabile. Distrugge per ricostruire. Un'opera surreale, colorata e caotica, che tra suoni ed espressioni, mimiche e non sense, ha conquistato il numeroso pubblico che ha affollato la Maison durante questo lungo ciclo di repliche, ed ha avuto un effetto sorprendente sui tanti bambini che hanno assistito allo spettacolo, e che non hanno lesinato risa e applausi. Questi infatti gli effetti che la Compagnia G.o.D.o.T. ha sul suo pubblico: diverte, appassiona, coinvolge, e dietro la follia di parole e frasi solo apparentemente casuali, stimola e invita a un pensiero critico sulle cose e sul mondo. Bravissimi tutti gli attori in scena, fantastici I signori Smith, alias Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso, e poi Alessio Barone, Rossella Colucci, Benedetta D'Amato e Lorenzo Pluchino. Fantasiosa e dinamica la regia di Vittorio Bonaccorso, eccelsa nel trasmettere leggerezza e al contempo potenza. Strepitosi i costumi di Federica Bisegna, calzati con eccentrico stile dai protagonisti. Unica l'atmosfera di vivacità e gioia che ha reso magiche tutte le messinscena. Pieni gli applausi e le risate che i tanti bimbi e adulti, con trascinante partecipazione, hanno profuso. “Possiamo affermare che “La Cantatrice Calva” può considerarsi uno dei più grandi successi della Compagnia G.o.D.o.T. – commentano i direttori artistici Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso – È stato splendido portare in scena questa anticommedia di Ionesco e ci riempie di gioia leggere le tante manifestazioni di stima e apprezzamento che ci sono arrivate fin dalla prima rappresentazione e che continuano ad arrivare. È stata una grande emozione vedere così tanti bambini presenti e divertiti. Questa è la magia del Teatro, questa è la magia di Ionesco”. La 18esima stagione di “Palchi Diversi” continua domenica 24 marzo con lo spettacolo per ragazzi “Il raccontafiabe” da Luigi Capuana, e a seguire, ad aprile, con “Prove tecniche di misfatto”, commedia di Federica Bisegna liberamente ispirata ad Aldo Nicolaj.
Per info e prenotazioni è possibile chiamare i numeri 328.2553313, 339.3130315, 329.1421719, 339.3234452, 338.4920769, anche whatsapp, o scrivere a info@compagniagodot.it. Prenotazioni e prevendita online sul sito www.compagniagodot.it o presso la Maison GoDoT in Via G. Carducci, 265 a Ragusa dalle ore 17:30. Solo prevendita presso Beddamatri, in Via M. Coffa n. 12, sempre a Ragusa. È possibile usufruire della Carta del Docente. È attiva una convenzione con la Libreria Flaccavento di Ragusa che permetterà ai clienti fidelizzati della storica libreria di ottenere una riduzione sul prezzo del biglietto.

Tg del 12 marzo

Tg del 12 marzo

Nell'Indice: La critica di Legambiente sui lavori nella vallata Santa Domenica. Tornano le polemiche sul Parco degli Iblei. L'on Carrà parla del Parco. Il presidente della commissione ambiente alla Regione convoca le associazione contro il Parco. La protesta degli allevatori. Intervista. Il mandorlo in fiore ad Agrigento. L'aeroporto e la visita di Italia Viva. Convegno del Mosis sulle forze di Polizia. La toponomastica al femminile. Intervista al regista Zagarrio.


Legge su Ibla. E' inaccettabile non utilizzare i fondi.

Legge su Ibla. E' inaccettabile non utilizzare i fondi.

Nel passato, la famosa legge 61 dell'81 è stata la leva che ha fatto sollevare Ibla.  E' la verità senza quello strumento economico probabilmente l'antico cuore di Ragusa non sarebbe quel gioiello che è ora. La cosiddetta Legge sui Ibla, nel tempo,  ha stanziato milioni e milioni permettendo un recupero architettonico e sociale davvero impensabile negli anni '70. Poi per mancanza di fondi la legge ha perso d'importanza e ogni anno occorreva battersi per non farla cancellare. Ma i benefici sono innegabili e ultimamente, a quanto pare, potevano essere maggiori se si fosse agito con attenzione soprattutto a livello burocratico. Lo dimostra il comunicato stampa che ci arriva, a firma di 3 consiglieri comunali di maggioranza che non si preoccupano di criticare l'operato dell'amministrazione passata che però è la stessa di quella in carica:   “Lo scorso 20 febbraio abbiamo presentato, alla luce di continue segnalazioni che provengono da alcuni cittadini e associazioni del territorio circa la mancanza di programmazione di interventi necessari su Ibla e aiuti economici alle imprese, una richiesta di accesso agli atti sugli investimenti effettuati con i trasferimenti regionali al Comune di Ragusa ai sensi della legge 61/81 (“legge su Ibla”) per le annualità 2021, 2022 e 2023, rispettivamente di 1 milione, 1 milione e mezzo ed 1 milione e 400mila euro”. Lo dicono in una nota i consiglieri comunali di Ragusa Federico Bennardo, Rosanna Caruso e Sebastiano Zagami. “Per tali trasferimenti, negli anni precedenti – spiegano i tre consiglieri – sono stati approvati dal Consiglio comunale i relativi piani di spesa per le opere da realizzare e, per il successivo trasferimento dei contributi a realizzazione degli investimenti effettuati, la Regione richiede la rendicontazione delle spese sostenute. Ad oggi, si rileva che per le annualità sopra richiamate è stato proposto soltanto per l’annualità 2021 un piano di spesa provvisorio, in quanto ancora deve essere approvato dal Consiglio comunale. Noi consiglieri comunali esprimiamo forte preoccupazione per tale situazione in quanto avere a disposizione, e non utilizzarle, delle risorse così importanti per soddisfare e migliorare l’offerta turistica o la messa in sicurezza di edifici dotati di rilevanza architettonica, si rivela come un danno grave nei confronti della città, sia in termini sociali che economici. Rilevare gli ingenti finanziamenti che la nostra città ha avuto grazie alla Legge 61/81 e in tutti questi anni non essere stati in grado di potenziare e migliorare Ibla e il centro storico di Ragusa e di garantire sostegni economici agli operatori del settore, è inaccettabile. Corriamo il rischio che la legge su Ibla, proprio per la mancata utilizzazione dei finanziamenti nei tempi utili, possa svanire. Non spendere le somme previste, che tanto sono costate a chi ha lottato per averle, non è un’opzione che riteniamo percorribile e, per questo, crediamo sia doveroso, non avendo avuto opportune rassicurazioni in aula, tramutare la richiesta in interrogazione consiliare sul tema”.


Legambiente: Vallata Santa Domenica intervento criticabile...

Legambiente: Vallata Santa Domenica intervento criticabile...

Che non sarebbe stato un intervento facile facile lo si sapeva da tempo. La vallata Santa Domenica è nel cuore della città e nel passato è servita per tante attività dei ragusani. Oggi la si vuole rendere fruibile al grande pubblico con interventi che sembrano più ingegneristici che floreali. Almeno così si capisce dalla nota di Legambiente che è stilata dall'agronomo Claudio Conti che di queste cose ne capisce.  Dunque può essere importante farci un percorso per passeggiare ma è necessario rispettare quello che è stata la vallata per secoli. Ci sono poi anche delle regole europee dove si parla di censimenti e catalogazione, e non solo, che devono essere osservate per mantenere l'ambiente al top. Nel progetto del comune però  non si trova niente di tutto ciò.
Ecco la nota di Lagambiente.
ll 27 febbraio 2024, dopo la Risoluzione del 9 giugno 2021 sulla strategia dell'UE sulla biodiversità
per il 2030, il Parlamento Europeo ha approvato definitivamente la “Nature Restoration
Law”  cd. Legge sul ripristino della natura. Tra le disposizioni più rilevanti di questa legge c’è il
ripristino degli ecosistemi che fissa obiettivi vincolanti per il recupero di ambienti naturali, il
ripristino degli habitat e l’aumento di varietà di piante e animali. A Ragusa l’A.C. con i fondi
comunitari del PNRR va invece in direzione opposta distruggendo la biodiversità della vallata Santa
Domenica che negli ultimi decenni era aumentata a seguito della rinaturalizzazione del sito dopo
l’abbandono della attività agricola negli anni 60. Tutto per creare uno spazio verde semplificato
seguendo l’idea superata della realizzazione di un giardino e non di una spazio naturale usufruibile
con percorsi natura che rispettasse la biodiversità esistente.
Il progetto che ha come obiettivi la riqualificazione ambientale, l’incentivazione della biodiversità,
la valorizzazione degli elementi naturali, il turismo naturalistico stranamente non prevede la
categoria lavori OG 13 che comprende i lavori classificati come “opere di ingegneria naturalistica” e non
rispetta gli elementi base obbligatori indicati dalle linee guida e provvedimenti legislativi ufficiali
per la riqualificazione di un’area verde già esistente. I Criteri ambientali minimi per il servizio di
gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde vengono sì citati, ma
non viene previsto il censimento del verde come strumento conoscitivo irrinunciabile per la
corretta pianificazione di nuove aree verdi e per la stima degli investimenti economici necessari al
mantenimento . La legge n. 10/2013 che obbliga i comuni superiori ai 25000 abitanti a censire gli
alberi con i seguenti dati obbligatori non viene applicata:
- codice pianta
- coordinate cartografiche della pianta
- nome scientifico della pianta;
- diametro tronco (espresso in cm) : rilevato ad un’altezza di 1,30 m;
- altezza della pianta: stima o misura dell’altezza della pianta in metri;
- fase sviluppo: nuovo impianto, pianta giovane, adulta, senescente;
- analisi di stabilità speditive, visive o strumentali
La legge n. 10/2013 per una gestione efficace di tutti gli elementi del verde raccomanda anche di
realizzare un censimento completo di tutti gli elementi del verde.
Nel progetto non si trova niente di tutto ciò.

Ma vengono ignorate anche le linee guida per la gestione del verde urbano del Ministero
dell’Ambiente ( comitato per lo sviluppo del verde pubblico ) che prevedono necessariamente per
la pianificazione e la progettazione ambientale dei territori antropizzati il contributo di conoscenze
e competenze tecnico-scientifiche nel campo dell’ecologia (in particolare dell’ecologia vegetale,
della fitosociologia, della sinfitosociologica e dell’ecologia del paesaggio). C’è soltanto la presenza
dell’agronomo con una relazione agronomica generica dove non è presente alcun censimento
botanico neanche di piante coltivate, né tantomeno è indicata la tassonomia (genere e specie
indicati con il nome scientifico e quello volgare, varietà o cultivar, appartenenza a comunità
vegetali), le caratteristiche biometriche (altezza, diametro del fusto, diametro del colletto,
diametro della chioma e altezza del tronco libero), quelle quantitative (quantità suddivise per
classi di altezza, superfici delle aree verdi e delle parti inerbite, etc.), quelle qualitative (stato di
salute, ubicazione, necessità manutentive, etc.) e quelle funzionali (contributo fornito in termini di
servizi ecosistemici) del patrimonio arboreo, arbustivo, erbaceo della vallata Santa Domenica.
Sarebbe bastato consultare la pubblicazione "Flora spontanea della città di Ragusa” di Gabriele
Licitra e Mariangela Napoli del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali,
sezione di Biologia Vegetale di Catania rinvenibile su internet che individua 375 taxa di piante
vegetali vascolari e ne indica gli ambienti di rinvenimento per accorgersi che alcune specie vegetali
rarissime sono presenti, o lo erano prima dell’intervento con cui è stata estirpata tutta la
vegetazione erbacea, nella cava Santa Domenica come la Phyllitis scolopendrium (L.) Newman,
Dryopteris pallida, Crataegus monogyna Jacq., Geum urbanum L., Opopanax chironium (L.) Koch,
Veronica anagallis-aquatica L., Evax pygmaea (L.) Brot. subsp. Pygmaea, Antholyza aethiopica L.
Senza parlare delle decine e decine di piante classificate come rare.
Sarebbe bastato seguire sia la strategia nazionale del verde urbano del ministero dell’Ambiente
che prevede di tutelare la biodiversità per garantire la piena funzionalità degli ecosistemi e delle
infrastrutture verdi che il piano paesaggistico della provincia di Ragusa che in quell’area ha come
obiettivi specifici :
- evitare l’eliminazione degli elementi di vegetazione naturale presenti o prossimi alle aree
coltivate o boscate, in grado di costituire habitat di interesse ai fini della biodiversità,
- la conservazione del patrimonio naturale attraverso interventi di manutenzione e
rinaturalizzazione delle formazioni vegetali al fine del potenziamento della biodiversità, e al
mantenimento dei livelli di naturalità.
Gli interventi sulla vegetazione erbacea ed arbustiva non andavano fatti in modo indiscriminato
ma seguendo i consigli presenti nella relazione agronomica. Diradamento solo lungo il viale per
permettere il passaggio delle persone e potatura di contenimento degli arbusti.
Il progetto, infine, non risolve il problema della pessima qualità dell’acqua che entra nella vallata.
Dopo la dismissione dell’impianto di fitodepurazione costato 200.000 euro non si prevede nulla. Si
nasconde la polvere sotto il tappeto facendo scorre l’acqua non depurata in un tubo sotterraneo
per eliminare gli odori scaricandola più a valle nel torrente Puzzo e poi nel fiume Irminio,
inquinandolo come al solito. Non si è pensato a fare la cosa più logica e necessaria : depurare
l’acqua che alimenta il torrente utilizzando sistemi naturali e di fitodepurazione. Non rispetta
quindi i CAM Riduzione dell’impatto sul sistema idrografico superficiale ai punti 2.3.4. e 2.3.5.
Infine, per quanto riguarda l’eradicazione dell’ailanthus altissima e della robinia pseudoacacia,
prevedere l’intervento di manutenzione per soli due anni risulta assolutamente insufficiente alla
luce delle esperienze italiane ed estere. I ricacci vanno controllati per almeno 5 anni prevedendo le
somme necessarie alla manutenzione altrimenti ci ritroveremo con boschi di robinie vanificando
tutto il lavoro fatto.

Alla luce di quanto relazionato chiediamo uno stop temporaneo alle opere, un sopralluogo con
RUP e direttore lavori per verificare quanto già, realizzato la possibilità di prevedere eventuali
varianti in corso d’opera per correggere gli errori commessi ed eventuali difformità rispetto al
progetto.


Agromonte si aggiudica il premio FOOD 2024

Agromonte si aggiudica il premio FOOD 2024

Il 2024 si avvia positivamente per l’azienda siciliana specializzata nella trasformazione del pomodoro: Agromonte si aggiudica il premio FOOD 2024, per l’innovazione di prodotto e l’attenzione ai consumatori. Il riconoscimento "Miglior prodotto Food 2024", giunto alla sua decima edizione, premia ogni anno le novità proposte dalle aziende italiane nel mondo dell’alimentare, valorizzando l’impegno, la ricerca e sviluppo e l’attenzione nei confronti dei responsabili d’acquisto.  La premiazione è avvenuta nell’ambito dell’evento Food Match, che ha avuto luogo lo scorso giovedì a Milano presso Officine del Volo. Organizzato dal Gruppo editoriale Food, il confronto tra giornalisti, aziende e operatori della grande distribuzione ha fatto luce sulle nuove sfide che attendono nel futuro la Business Community del Food & Beverage, in particolare l’impatto che l’AI avrà sui brand e sui consumatori. Il premio, ritirato da Giusy Arestia, membro del CDA di Agromonte, si aggiunge agli altri quattro precedenti attestati di “Miglior prodotto Food”, ricevuti nelle passate edizioni, confermando, così, come l’azienda abbia saputo, con maestria e investimenti, dare nuovo slancio e qualità al comparto dei rossi. Attraverso una valutazione basata su dati statistici e sul coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, e approvata da Confconsumatori, Agromonte è risultata al primo posto nella categoria Salse e condimenti con i nuovi bipack della salsa pronta di ciliegino e della salsa pronta di datterino: due formati speciali che cercano, ciascuno con la propria varietà di pomodoro, di andare incontro ai crescenti comportamenti di acquisto dei consumatori sempre più orientati alla convenienza e al risparmio di tempo. La gara ha visto la partecipazione di 59 aziende e 88 prodotti suddivisi in 11 categorie merceologiche. I prodotti sono stati valutati in base ai risultati incrociati di diversi esperti: buyer della GDO e manager dell’industria, Istituto di ricerca Nielsen e, infine, i consumatori. Nielsen ha fornito i dati sulle performance di vendita dai sei mesi dal lancio del prodotto; la distribuzione e l’industria, invece, sono stati chiamati a esprimersi sul livello di innovazione percepito, di attenzione all’ambiente, alla sostenibilità e sulla qualità del packaging. I consumatori, invece, hanno valutato la rilevanza delle novità, l’unicità, il gusto e la praticità, oltre a esprimere la loro volontà a un primo o a un secondo acquisto.


" La stalla del futuro".

" La stalla del futuro".

E' un'idea del poliedrico Gino Tuminello titolare di una delle più quotate aziende del settore dei macchinari per l'agricoltura. Oggi infatti, nonostante le grandi preoccupazioni per i produttori, la tecnologia cerca di aiutarli in molte delle attività quotidiane. Per saperne di più c'è l'invito da parte  del Lely Center a visitare il primo allevamento robotizzato Lely in Sicilia. Ci sarà la possibilità di  vedere all'opera  due  robot Lely Astronaut A5 dedicati alla mungitura e la macchina  spingiforaggio  Lely Juno. Queste attrezzature fanno molto del lavoro degli allevatori aggiungendo l'elettronica e i computer. Infatti la mungitrice oltre a svolgere il ruolo per cui è stata costruita, cioè mungere le mucche, ne calcola la quantità, fa  la media quotidiana e da diverse indicazioni sull'alimentazione e  la qualità. L'altro, lo avrete visto in tv, è il robottino che spinge il foraggio verso le mangiatoria senza che nessuno intervenga. Insomma un bell'aiuto per i produttori di latte. L'appuntamento quindi è per il 23  Marzo 2024  presso  l'azienda Occhipinti Latticini di Fattoria- Via degli Artigiani, 25 - 97100 San Giacomo (RG) a partire dalle 9,30


Tg dell'8 marzo

Tg dell'8 marzo

Nell'Indice: L'8 marzo a Ragusa. Servizio. La politica regionale e le infrastrutture. Raffaele Lombardo a Ragusa. La crisi dell'agricoltura. Le varie iniziative. Interviste. Mal Comune con Cesare Pluchino . La protesta dell'Enel. L'8 Marzo della questura. SErvizio di Teresa Guarnuccio sull'8marzo

 


No a Pace per il Museo....

No a Pace per il Museo....

Che  Biagio Pace fosse un importante personaggio  del "ventennio" non  mi preoccupa per niente. Chi sa un po' di storia si rende conto di quello che fu il periodo fascista e andare a criticare un politico che  riuscì  ad avere ruoli  primari non può  essere discriminatorio dopo quasi 100 anni.  Pace ebbe davvero  diversi incarichi e in qualche modo diede un contributo al territorio. Sul sito Aeroportodiragusa.com, nella sezione storia si legge: Durante l’era fascista, le mire espansionistiche del Governo Mussolini imponevano innanzitutto un avamposto militare che potesse controllare Malta, allora britannica, e di conseguenza gli spostamenti della flotta inglese che da oltre un secolo “pattugliava” il Mediterraneo da Gibilterra e dal Canale di Suez. Con l’Isola dei Cavalieri erano ben tre, dunque, le basi del Regno Unito in grado di rallentare le velleità di Mussolini. I vertici militari del Regime individuarono, come era prevedibile, proprio nella giovane provincia di Ragusa, la scelta migliore per volgere lo sguardo ai territori da conquistare in Africa puntando al nuovissimo ed importantissimo strumento offensivo messo su con la nascita dell’aviazione. In questa circostanza, dunque, intorno alla metà degli anni Trenta, si pensò alla opportunità di realizzare, proprio nella nostra provincia, un aeroporto.
Si cominciò così a discutere su quale comune fosse il più idoneo per una struttura di tale importanza. Un argomento che accese in un primo momento delle polemiche dai toni prettamente politici, ma che si tramutarono in “tecnici” quando le prime proposte (contrada Annunziata sull’altopiano ibleo all’interno del territorio Ragusano, sostenuta dal sen. Pennavaria, e Contrada Canicarao, ad un chilometro da Comiso, ma sempre all’interno del comune di Ragusa, scelta dai vertici dell’Aereonautica) furono bocciate perché troppo pericolose o insufficienti.
Alla fine, la scelta ricadde su Contrada Cannamellito, zona situata a tre chilometri da Comiso, in aperta pianura, ma ricadente nel territorio comunale di Vittoria. I terreni, 146 ettari circa, furono espropriati alle famiglie Gioacchino Iacono di Vittoria e Nunzio Iacono di Comiso nonché della famiglia Caruso di Comiso.
A metà del 1937, grazie dell’archeologo comisano di fama internazionale, Biagio Pace, deputato, vennero ridisegnati i confini dei Comuni della Provincia (Legge n. 952 “Modificazioni alle circoscrizioni territoriali dei comuni di Comiso, Ragusa, Vittoria, Biscari e Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, e di Caltagirone, in provincia di Catania”) e Comiso guadagnò oltre duemila ettari, di cui 620 appartenevano a Vittoria: gli stessi 620 all’interno dei quali insistevano i lavori di costruzione dell’aeroscalo. Inutile dire che i vittoriesi non esultarono per questo risultato tutto comisano. Nell’estate del ’37, Mussolini venne in visita ufficiale in provincia ed ebbe contezza del fatto che i lavori, nonostante fossero iniziati da poco, procedevano con celerità. In quella stessa occasione una lastra di marmo, in seguito distrutta alla caduta del Regime, venne apposta sulla facciata del Municipio. Scolpita sulla pietra la scritta: “L’anno 1937, XV E.F., Mussolini spezzando la superstite servitù del feudo ampliava il territorio di Comiso destinata a sentinella avanzata del Mediterraneo”. Nel 1939, l’aeroporto viene ultimato ed intitolato ad un eroe siciliano dell’aviazione, deceduto il 27 giugno del ’36 a Lekempti (Africa Orientale Italiana): si trattava del generale Vincenzo Magliocco. L’inaugurazione è salutata da una manifestazione fascista, con la popolazione in festa e riunita al centro della città, in piazza Fonte Diana. L'ottimismo e l'esultanza dei comisani, però, erano destinati a durare molto poco. Nel 1940, Mussolini ordinò di attaccare l'Egitto, importante base britannica, aprendo così un altro fronte di guerra: il nord-Africa. L'esercito italiano fu ripetutamente respinto dagli inglesi che si spinsero in Libia, allora colonia italiana, occupandone parte del territorio. In ragione di ciò, l'anno successivo, Hitler decise di mandare in aiuto dei maldestri alleati un corpo speciale istituito proprio per la guerra nel deserto e affidato al comando del feldmaresciallo Erwin Rommel: l'Africa Korps ( si ricorda ancora la presenza nell'aeroporto di Comiso di alcuni reparti di questo corpo tedesco, diretti in Africa). Il "Magliocco", quindi, cui peraltro faceva capo una miriade di piccoli campi d'aviazione mimetizzati nelle zone adiacenti (contrada San Pietro, Mortilla, Gela e, piu' in la', Sciacca, Licata, ecc.) che servivano come depositi di munizioni, con l'intensificarsi delle operazioni di guerra in Africa, diventò uno scalo aeroportuale di grande importanza strategica, tale da non poter più sfuggire all'obiettivo degli aerei alleati. Le prime incursioni nemiche non fecero alcuna distinzione fra militari, giunti nel frattempo in numero sempre crescente, e civili.
Abbiamo voluto riportare questo stralcio storico per confermare quanto abbia fatto Pace per l'aeroporto che allora aveva una finalità bellica, dato il momento, ma che oggi viene guardato, purtroppo inutilmente, come sviluppo del territorio.  Capisco che per Di Giacomo sarebbe stato un oltraggio  pensare ad una intitolazione dello scalo ad un "fascista" anche se era stato quel fascista a farlo nascere in quel territorio ma a mio avviso chiamarlo aeroporto "Pace" avrebbe avuto un fascino tutto suo.  Ora  riportiamo l'intervento dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) Sicilia sulla questione dell'intitolazione del Museo Archeologico di Ragusa a Biagio Pace, esprimendo ferma condanna e preoccupazione per tale decisione.   Tralasciamo la nota storica dove si fa riferimento ai suoi   trascorsi fascisti, che sono incontrovertibili, e andiamo alle conclusioni       " Questa scelta non solo rischia di offuscare il ruolo e la memoria di archeologi illustri siciliani, ma sembra anche riscrivere una narrazione storica distorta e revisionista.  L'ANPI Sicilia si chiede se l'Assessore Scarpinato – esponente di Fratelli d’Italia -, responsabile della decisione, abbia tenuto in considerazione la storia dell’illustre archeologo di fama internazionale, nato in provincia di Ragusa,  Antonino Di Vita che ha contribuito alla realizzazione del Museo regionale archeologico ibleo, così come   di altri archeologi di fama mondiale  anche loro nati in provincia di Ragusa: Paolo Enrico Arias e Giovanni Uggeri; prima di procedere con l'intitolazione a Biagio Pace. Ciò solleva dubbi sulla reale motivazione di questa scelta e alimenta sospetti riguardo a una decisione che scaturisce da un comune nostalgico orientamento politico. È fondamentale che le decisioni riguardanti l'attribuzione di nomi ad istituzioni pubbliche siano il risultato di un'attenta valutazione storica e culturale, rispettando i principi di pluralismo e inclusività. L'ANPI Sicilia rimane vigile su queste questioni e ribadisce la necessità di preservare la memoria storica e valorizzare figure che abbiano contribuito in modo positivo e progressista alla società.


Tg del 7 marzo

Tg del 7 marzo

Nell'Indice: lo stato dell'arte per il Tetro della Concordia. La giornata della donna. Le cariche al maschile o al femminile. La protesta degli agricoltori. Iblea Acque. Assemblea ei sindaci. Cassì parla delle decisioni prese oggi. Il piano regolatore in commissione. Il caso dei supermercati. Contributi ai borghi d'italia. La sanità pubblica va a rilento. Intervista al dott. Riva radiologo.


Studenti della provincia per il “contrasto alle mafie”

Studenti della provincia per il “contrasto alle mafie”

Importante impegno istituzionale a Vittoria promosso dalla Questura di Ragusa.  Nell’ambito delle iniziative di prossimità per lo sviluppo della Cultura della Prevenzione per la Legalità, organizzate dalla Questura di Ragusa e rivolte agli studenti delle scuole secondarie
della provincia, si è svolto, giovedì 7 marzo, al Teatro “Vittoria Colonna” di Vittoria, un  incontro dal titolo:” Contrasto alle mafie. La Cultura della Prevenzione per l’affermazione  della Legalità”.
I lavori, moderati dal giornalista Gianni Di Gennaro ed introdotti dal Commissario Capo della  Questura di Ragusa, Rosalba Capaccio, hanno riassunto sul palcoscenico del “Vittoria  Colonna”, momenti di riflessione con le testimonianze di donne e uomini che hanno vissuto in
prima linea gli anni di fuoco e le stragi di mafia.  A parlare ai giovani, Tina Montinaro, la moglie di Antonio, uno dei poliziotti della scorta
ucciso nella strage di Capaci del 23 maggio 1992, dove persero la vita il Giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli altri componenti della scorta composta dai poliziotti, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Inoltre, è stato proiettato il docufilm “I ragazzi delle
scorte – La Quarto Savona 15”, dedicato proprio alla strage di Capaci. Il dibattito, è stato arricchito dalla presenza del Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, Sebastiano Ardita e del Questore di Catania Giuseppe Bellassai.
Il cantautore modicano Giovanni Caccamo, intervenuto con un videomessaggio, ha parlato ai giovani e alla vasta platea sottolineando l’importanza di queste iniziative di contrasto alle mafie ed evidenziando come la musica e le arti, così come espresso anche nel suo volume “Il Manifesto del Cambiamento. La parola ai giovani”, possono avere un ruolo cardine anche nella lotta alle mafie per l’affermazione della legalità e per la costruzione del futuro secondo prospettive e valori orientati ad un vero cambiamento. Ad accompagnare le varie fasi della manifestazione il coro e l’orchestra dell’istituto superiore “Giosuè Carducci” di Comiso. “Questi incontri rivolti agli studenti sono molto importanti. Far vivere ai giovani una pagina dolorosa della nostra storia fatta di sangue negli anni di mafia è importante per farli riflettere.
La memoria ci aiuta a tenere in vita chi ha donato la vita propria, perseguendo l’obiettivo della legalità e smascherando il malaffare.
Oggi i giovani hanno una grande opportunità, quella di conoscere da vicino chi ha combattuto e chi ha perso gli affetti più cari” – ha commentato il Questore della provincia di Ragusa Vincenzo Trombadore.