Per fare chiarezza sul Giovanni Paolo II
Mercoledì scorso, nella puntata della settimanale rubrica “Sostiene Peppe… Lizzio”, con la preziosa collaborazione del Direttore Mario Papa, si sono analizzate le problematiche dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa.
In particolare, sul finire della puntata, si è affrontato il tema dell’ampliamento del nosocomio ibleo e della mancanza di fondi per addivenire al raddoppio delle “torri” dell’ospedale.
Al fine di comprendere meglio, e più a fondo, questa problematica, grazie anche agli uffici dell’Asp di Ragusa, cerchiamo di capire come effettivamente stanno le cose.
L’atteso ampliamento dell’Ospedale Giovanni Paolo II a Ragusa, che si pone l’obiettivo di centralizzare i servizi sanitari e potenziare la struttura a DEA di I livello (Dipartimento di Emergenza e Accettazione), si trova, purtroppo, ad affrontare notevoli ostacoli finanziari. Sebbene l’iniziativa miri ad aumentare la capacità dell’ospedale a 362 posti letto, aggiungendone 138 nuovi a completamento dei 224 già presenti nella struttura esistente, e consolidando in un unico posto i servizi attualmente offerti dall’Ospedale “Maria Paternò Arezzo”, appare chiaro che i fondi ottenuti siano drasticamente inferiori al costo effettivo.
Il progetto ha inizialmente ricevuto €39,6 milioni dai fondi APQ Salute “Progetti retrospettivi” a valere sulle risorse liberate dalla certificazione PO FESR Sicilia 2007/2013. Tuttavia, uno studio di fattibilità tecnico-economica completato a gennaio 2023 ha rivelato il vero costo per il raddoppio del Giovanni Paolo: ben €76.984.881,75. Ciò significa che l’ampliamento dell’ospedale sta attualmente procedendo con solo circa la metà dei fondi necessari.
Il progetto, nonostante tutto, ha fatto progressi sul fronte burocratico. A maggio 2022 è stato selezionato il progetto vincitore, presentato dal raggruppamento temporaneo di professionisti PROGER SPA e SINKRETICA SRL, seguito dalla presentazione del progetto di fattibilità a gennaio 2023. Il piano prevede di completare e approvare il progetto esecutivo entro dicembre 2025. Si è quindi deciso di procedere per stralci funzionali man mano che i finanziamenti lo consentono, realizzando il primo lotto funzionale con la copertura del finanziamento già assegnato. Un iter quindi complesso, aggravato dalla mancanza di risorse che ad oggi ammontano a la metà di quanto servirebbe.
Tuttavia, una domanda pressante incombe: quale ruolo sta giocando la politica locale e in particolar modo quella regionale, nell’assicurare i fondi rimanenti?
A ciò si aggiunge una sorprendente disparità negli investimenti sanitari regionali. Ad esempio, il nuovo ospedale di Siracusa avrebbe ricevuto un massiccio finanziamento di €407 milioni per la sua costruzione con la Regione Siciliana in prima fila nei finanziamenti . Questo netto contrasto con quanto accade nel nostro territorio porta alla inevitabile conclusione secondo cui la provincia di Ragusa è sempre “dimenticata” dalla politica, che sembra più attiva, nel settore sanità, nella nomina di direttori generali e altri ruoli amministrativi piuttosto che nel garantire un adeguato supporto finanziario per progetti infrastrutturali critici.
La situazione attuale innesca un dibattito cruciale sulla giusta distribuzione delle risorse nel settore sanitario regionale. Sebbene l’ampliamento del Giovanni Paolo II sia di vitale importanza per migliorare i servizi sanitari a Ragusa, il suo progresso è ostacolato da un significativo divario finanziario, lasciando molti a chiedersi quando e se si materializzerà la necessaria volontà politica e l’impegno finanziario per portare a compimento questo ambizioso progetto.