D'Asta si dimezza lo stipendio, perché?

“E’ ufficiale. L’ho già annunciato un po’ di giorni fa a “Onde Road” a Canale 74 e a Radio Ragusa nel programma Appunti di politica.
Dall’uno di febbraio 2017 fino alla fine del mio mandato in Consiglio comunale, dò una bella sforbiciata al mio gettone di presenza. RIDURRO’ IL MIO GETTONE DI PRESENZA DEL 50%
E’ da tanto che giro la città e le povertà sono in forte aumento.
Un gesto meramente simbolico per dare un segnale a chi non ce la fa, a chi ha più difficoltà. Un segnale per contribuire a ridurre le distanze tra la politica e i cittadini, tra le istituzioni e i cittadini”.
Così, oggi il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Mario D’Asta, sul proprio profilo Fb.
Vero, è un po’ la moda del momento, quella di tagliarsi gli stipendi, una moda che stentiamo a comprendere, visto che fare il politico è un lavoro e in quanto tale va pagato, comunque questa è la nostra personalissima opinione che lascia il tempo che trova. L’atto di decurtarsi il gettone di presenza lo prendiamo invece per quello che è: una mossa propagandistica, qualcuno parlerebbe di populismo, una goccia in mezzo al mare.
Di certo non si risolvono così il problema della povertà, ma nel suo piccolo D’Asta ha deciso di contrastarla e questo gli fa onore. Lasciamo stare pure il fatto che la beneficenza andrebbe fatta e non detta, ma qui parliamo di politica e, lo si sa, l’orizzonte politico, per sua natura, sovverte tante “leggi”, regole, usi e costumi. Ma tant’è! Adesso, però, D’Asta deve realizzare ciò che ha promesso e inoltre dovrà pure dirci, a noi cittadini/elettori, cosa andrà a finanziare con questa decurtazione e ciò non perché siamo curiosi o impiccioni dei fatti altrui, ma solo perché è giusto sapere dove vanno a finire questi soldi, non sarebbe proprio il caso che si perdessero nei meandri della burocrazia o peggio. A proposito, ma quel 30% che i consiglieri pentastalli, tanto diligentemente, si decurtano ogni mese, dove è finito? A cosa è servito?