Ragusa. I rattoppi delle strade a spizzichi e bocconi

“Rat­top­pa­re le stra­de a spi­z­zi­chi e boc­co­ni non sap­pia­mo fino a che punto potrà ser­vi­re. Anche per­ché il riem­pi­men­to delle buche è fatto quan­do, ap­pe­na un mi­nu­to dopo, sopra pas­sa­no già le auto. E l’as­fal­to, non an­co­ra so­li­di­fi­ca­to, fi­nis­ce con lo sbricio­lar­si a de­stra e a manca. Per non dire che, non es­sen­do an­co­ra con­clu­sa la stagio­ne delle piogge, ap­pe­na si re­gis­treran­no ul­te­rio­ri pre­ci­pi­ta­zio­ni, il la­vo­ro fatto si potrà con­si­de­ra­re in­uti­le visto che occorrerà di nuovo ri­pas­sar­ci sopra”. E’ quan­to evi­den­zia il pre­si­den­te dell’as­so­cia­zio­ne “Ra­gu­sa in Mo­vi­men­to”, Mario Chia­vo­la, anche in qualità di rap­pre­sen­tan­te del la­bo­ra­to­rio politico-​culturale 2.0, che pro­prio in ques­te ul­ti­me ore ha avuto modo di as­sis­te­re ad una serie di in­ter­ven­ti ef­fet­tua­ti lungo le ar­te­rie cit­ta­di­ne. “Non metto bocca, per carità – ag­g­iun­ge Chia­vo­la – sul la­vo­ro degli ope­rai co­mu­na­li che cer­ca­no di svol­ge­re al meg­lio la pro­pria attività. Mi rendo conto, però, che tap­pa­re le buche, quan­do c’è traf­fi­co, come ac­ca­duto ad esem­pio in via Paolo Vetri, di­ven­ta un’im­presa im­pro­ba. Di­nan­zi alla scuo­la dell’ar­te­ria via­ria in ques­tio­ne, ad esem­pio, le tre buche sis­te­ma­te già qual­che ora dopo ave­va­no bi­so­gno di es­se­re ri­fat­te di nuovo pro­prio per­ché, nel fr­at­tem­po, erano state nu­me­ro­se le auto a trans­ita­re. Mi chie­do, dun­que, se ques­ta pro­ce­du­ra del rat­top­po non possa es­se­re pia­ni­fi­ca­ta dal Co­mu­ne con mag­gio­re at­ten­zio­ne e maga­ri in orari in cui non si re­gis­tra traf­fi­co. Fermo re­stan­do che la scel­ta ot­ti­ma­le, dopo la ri­so­lu­zio­ne dei prob­le­mi tec­ni­ci ven­ti­la­ti da pa­la­z­zo dell’Aqui­la, sa­reb­be quel­la di as­fal­ta­re per in­te­ro la car­reg­gia­ta. I fondi ci sono ma ques­tio­ni di ca­r­at­te­re bu­ro­cra­ti­co im­pe­dis­co­no di ac­ce­le­ra­re le pro­ce­du­re. Vor­rem­mo ca­pi­re per­ché, di fron­te a una si­tua­zio­ne di emer­gen­za si­mi­le a quel­la che si sta re­gis­tran­do a Ra­gu­sa, non si in­ter­ven­ga con delle pro­ce­du­re spe­cia­li”.

di Redazione20 Mar 2015 11:03
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