Basket f: (Passal)acqua alta a Venezia, Mose inefficace
Naturalmente bisogna essere garantisti, pertanto mai dichiarare uno colpevole prima che l’iter sia stato completato con i tre gradi di giudizio. Tuttavia, almeno visto come il Mose non ha saputo contenere le aquile, passate in laguna allagando il campionato, “complice” la scoppola di Schio a Umbertide (dove, evidentemente, avranno rifatto in tempo record il parquet asfaltato dalle biancoverdi un mese fa), non sembra sia stato costruito a regola d’arte. Ovvero, per dirla in parole povere, magari nel costruirlo qualcuno si sarà fregato tanti sghei, risparmiando, che so, sul cemento sostituito dalla sabbia, oppure facendolo più basso, oppure lasciandoci dei buchini. A meno che in laguna avessero previsto solo avversarie compatibili col territorio, cioè avversarie acquatiche tipo sirene, balenottere, pesci spada femmine eccetera, per le quali il Mose sarebbe stato più che sufficiente: certo, può essere, però che le ragazze della Passalacqua siano le aquile ormai dovrebbero saperlo anche le cappesante e i peoci.. Scherziamo, è ovvio, ma se nella giornata del possibile ricongiungimento in vetta (settimana difficile, Walker e Gonzales acciaccate ecc.) quelle ragazze hanno raddoppiato il vantaggio, gli intenzionati a fermarle dovranno pensare a qualcosa di più efficace. Magari, hai visto mai trattandosi di uccelli, una gabbia, ovviamente bella spessa e rinforzata: ma dovranno arrampicarsi molto, molto in alto. Ventidue scalini ventidue: undici vittorie di fila a due punti per vittoria tanto fa! Oltre che garantisti, bisogna essere anche obiettivi: pertanto bisogna ammettere che la paura c’è stata, e non poca, che i meno quattordici avevano uno sconosciuto quanto sgradito profumo di “rischio batosta”, che l’apnea è durata fino a cinque secondi dalla sirena. Però, sempre per dar prova dell’obiettività di cui sopra, ammettiamo anche che la prova di carattere, la voglia di non arrendersi, la determinazione nel rimboccarsi le maniche senza paura di macchiare di sudore l’abito da prima della classe, l’umiltà di diventare una capolista “formichina”, che aggiunge punticino a punticino, scivola e si rialza, sbaglia s’incavola sbaglia e si incavola di nuovo ma riparte sempre, siano state la più straordinaria e convincente “prova generale” di un possibile, futuro trionfo. Con tanto di tifosi al seguito: pochi ma nella diretta streaming sembravano un battaglione di lagunari. Bravi anche a loro. Tabellino: Ivezic 10, Gorini 7, Cinili 7, Mauriello 2, Galbiati 3, Walker 9, Gonzalez 2, Nadalin 2, Valerio ne, Pierson 14. Allenatore Molino.