Ragusa. I boy scout occupano il Consiglio comunale
Che i ragazzi dei Cinque stelle fossero un po’ naïf lo sapevamo, come d’altronde che sono allergici ad usi, costumi e consuetudini, specie se questi sono relativi alle istituzioni. Ma mai ci saremmo aspettati di ritrovarci in Consiglio comunale un esponente del Movimento, Salvatore Dipasquale, in pinocchietti.
Come qualcuno mi ha fatto notare questo capo non è assimilabile ai pantaloncini, naturale, però non è proprio la mise che ci si aspetterebbe da un consigliere comunale. E’ vero, fa caldo, le colleghe vanno in Aula, così come in strada, un po’ svestite e questo crea certe invidie, ma in Comune vi è un regolamento, così come per la Chiesa o le istituzioni, che impone un certo decoro anche nell’abbigliamento. Avete mai visto un dipendente di una banca o delle poste o di qualsiasi altro ufficio in pantaloncini o magari in canottiera? E perché? I maschietti infatti in certi luoghi si vestono con giacca e cravatta, passi, neanche tanto, per certe magliettine sfoggiate con tanto coraggio da certi consiglieri del Movimento, che mi ricordano un po’ quelle che la mamma mi imponeva a 12 anni, con mega scritte, paesaggi caraibici e tanti tantissimi disegnini che mi facevano assomigliare ad un pilota della formula uno, ma erano gli anni ’80, che per fortuna sono finiti.
L’abbigliamento è dimostrazione di rispetto per le istituzioni. Ora, so che questi vorrebbero fare tabula rasa di tutto, ma finché non ci riusciranno rispettino i regolamenti, gli usi e i costumi, le Istituzioni. L’Istituzione, va appena ricordato, non va confusa con quegli “zombi” che stanno tanto a cuore a Grillo, l’Istituzione è ben altra cosa, è sovraordinata alle singole persone. Ma Dipasquale questo lo sa, infatti, quando provocatoriamente gli chiedo come ci si veste per andare in Chiesa? Oppure può una donna andare in Chiesa con un abito succinto? Naturalmente la sua risposta è no e non poteva essere altrimenti. Bene, lungi da me l’equiparare la Chiesa all’Istituzione, non possiamo però negare che quest’ultima va rispettata a priori per tutto ciò che rappresenta.
Infine, un appunto va fatto al presidente del Consiglio, che ieri era Zaara Federico, la quale non ha detto nulla. Il mantenere l’ordine ed il decoro in Aula è tra i suoi compiti.