Massari ed il patto solidale tra politica, imprenditori e società

In un lungo co­mu­ni­ca­to stam­pa Gior­gio Mas­sa­ri, ca­po­grup­po del Pd al Con­siglio co­mu­na­le di Ra­gu­sa, pren­de le mosse dal con­ve­g­no or­ga­ni­z­za­to da Con­fin­du­stria, “L’Ita­lia ri­par­te dal Sud”, lo scor­so primo febbraio, per fare una di­sa­mi­na sui mali ata­vi­ci della nos­tra società, un’ana­li­si at­ten­ta su eco­no­mia, po­li­ti­ca e società. Quasi un ap­pel­lo ac­co­ra­to, che lo con­du­ce a sot­to­li­nea­re come l’us­ci­ta dalla crisi non possa che pas­sa­re per un patto so­li­da­le tra ques­te tre realtà. Il mondo im­pren­di­to­ria­le, il mondo po­li­ti­co e alla società ci­vi­le, nella spe­ran­za che ques­ti tre sogget­ti fac­cia­no fi­nal­men­te sis­te­ma, la­s­cian­do­si alle spal­le, una volta per tutte, le pe­cu­lia­ri spin­te ego­cen­tris­ti­che, per met­te­re al cen­tro l’uomo, con le sue necessità, i suoi va­lo­ri.
Il con­siglie­re Mas­sa­ri nell’evi­den­zia­re le cause della crisi e nel pro­s­pet­ta­re le pos­si­bi­li so­lu­zio­ni sot­to­li­nea come gli at­teg­gia­men­ti col­pe­vo­li di ques­te tre realtà hanno de­ter­mi­na­to ed ag­gra­va­to la si­tua­zio­ne at­tua­le. In­nan­zi­tut­to la mio­pia della clas­se po­li­ti­ca, sin trop­po spes­so im­pe­g­na­ta a di­fen­de­re una po­si­zio­ne di pri­vi­le­gio, la sua, un at­teg­gia­men­to che gli ha pre­clu­so la possibilità di una pro­gram­ma­zio­ne per un con­cre­to e so­li­do svi­lup­po dell’in­te­ra società.

No­no­stan­te, il con­siglie­re, loda le par­ole del pre­si­den­te re­gio­na­le della pic­co­la in­du­stria, Gior­gio Cap­pel­lo, come l’in­te­ra in­izia­ti­va di Con­fin­du­stria, non si esime dal pun­ta­re il dito anche con­tro il mondo im­pren­di­to­ria­le, dis­tac­ca­to o forse di­sin­teres­sa­to nei con­fron­ti del ter­ri­to­rio in cui opera. “Le im­pre­se – scri­ve – de­vo­no sen­tir­si re­spon­sa­bi­li ris­pet­to al ter­ri­to­rio e alle comunità lo­ca­li in cui in­sis­to­no, re­spon­sa­bi­li ris­pet­to alla qualità della vita dell’amb­ien­te in cui sono in­se­dia­te”, sot­to­li­nea come una certa pos­tu­ra men­ta­le degli im­pren­di­to­ri non gioca a fa­vo­re né dell’im­presa né della società, con­si­de­ra­ta nel suo insie­me. La co­ope­ra­zio­ni, la col­la­bo­ra­zio­ne e i con­sor­zi non sono mai di­ve­nu­ti un tr­at­to dis­tin­ti­vo del tes­su­to im­pren­di­to­ria­le, una con­di­zio­ne fon­d­amen­ta­le per af­fron­ta­re le sfide di un mer­ca­to sem­pre più glo­ba­le. “L’azien­da – scri­ve Mas­sa­ri pren­den­do spun­to dal dis­cor­so di Cap­pel­lo – è un mo­to­re per lo svi­lup­po, ma – ag­g­iun­ge – da sola essa ri­ma­ne una strut­tu­ra che non va da nes­su­na parte, se non è den­tro un sis­te­ma più ampio che for­nis­ce il prope­l­len­te e la di­re­zio­ne; us­cen­do di me­ta­fo­ra solo se riu­s­cia­mo a met­te­re su un sis­te­ma dia­lo­gan­te in cui im­pre­se, società ci­vi­le e po­li­ti­ca ries­co­no a es­trar­re ognuno per la sua parte le qualità miglio­ri della pro­pria fun­zio­ne, si potrà ten­ta­re di us­ci­re dal de­cli­no”.

L’idea di Mas­sa­ri è am­bi­zio­sa a tr­at­ti ri­vo­lu­zio­na­ria. Oc­cor­re scom­met­te­re sulla cul­tu­ra, cita il Cor­fi­lac come esem­pio, un po­ten­zia­le cen­tro d’ec­cel­len­za fa­go­ci­ta­to dalla po­li­ti­ca. Parla di bu­ro­cra­zia e fiscalità, parla di ter­ri­to­rio e della necessità di ri­pen­sa­re l’in­du­stria edile del re­cu­pe­ro e della ristrut­tu­ra­zio­ne; parla di green-​economy, ma anche di in­fras­trut­tu­re e di smart-​city, dell’ineluttabilità di dover sos­te­ne­re il tu­ris­mo e l’agri­col­tu­ra. Oc­cor­re pro­var­ci dando vita a “uno spa­zio pu­bbli­co – con­clu­de – pen­sa­to come un os­ser­va­to­rio per­ma­nen­te per lo svi­lup­po che veda come pro­ta­go­nis­ti quei sogget­ti dis­pos­ti a con­fron­tar­si e pro­get­ta­re azio­ni con­cre­te che sap­pia­no ge­ne­ra­re il fu­tu­ro”.

di Redazione19 Feb 2014 10:02
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