Il macigno dallo scarpone.

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Peppe non ne può più. Sembra Calimero che ce l’hanno tutti con lui e oggi  spara a zero contro la regione e compagni. Contraddice Abbate che nel passato ha avuto un occhio di riguardo anche per Ragusa e se la prende con la  Campo colpevole di darsi da fare pe intervenire su cose che l’amministrazione tralascia perche, forse,  c’è poco sugo. Ecco il suo comunicato che ci lascia  perplessi.
Se ha davvero qualcosa da dire su come si spendono i soldi in regione perchè non va da Schifani e glielo dice in facca?
Perchè non prende carta e penna per segnalaere il tutto alla Corte dei Conti o ad altri organismi di controllo?
E se lo poterebbe permettere perchè  amministra, forse, il comune più virtuoso della Sicilia.
Invece si limita ad un semplice comunicato stampa, astioso, con il quale si farà qualche nemico in più. 

“La finanziaria regionale ha fortemente penalizzato la città di Ragusa, considerata
l’esiguità dei finanziamenti ricevuti a confronto con altre città, anche della stessa
provincia. Il dato salta all’occhio, incontrovertibile.
La decisione di spostare dalle associazioni agli enti territoriali i benefici della
finanziaria dopo il cosiddetto “caso Auteri”, non ha risolto il problema: prima
c’erano associazioni “raccomandate” da questo o quel deputato regionale, ora i
“raccomandati” sono i Comuni. Per avere di più devi essere nelle grazie del
deputato, meglio se di maggioranza, in quanto titolare di maggiori risorse da
attribuire. Non un criterio democratico, oggettivo, frutto di strategie studiate per far
fronte a problemi strutturali, fondato su procedure a cui tutti possano accedere con
uguali possibilità di successo, ma pura discrezionalità.
Non voglio però essere ingenuo o apparire sprovveduto. La Regione conta 70
deputati equamente ripartiti tra le varie province in base al numero di abitanti, e
ciascuno di essi porta avanti le esigenze del proprio territorio in maniera legittima e
direi doverosa. Anche Ragusa ha beneficiato e beneficia, grazie all’interessamento di
deputati e assessori, di importanti finanziamenti, come quello da oltre 1milione per
l’acquisto del palazzo Ottaviano a Marina di Ragusa (il rogito notarile è fissato al 29
gennaio), ma a mio avviso sarebbe opportuno inserire alcuni paletti, proprio per
evitare che la discrezionalità possa sconfinare in scelte arbitrarie ed inique.
In primo luogo sarebbe il caso che si stabilisse un criterio sulla entità degli
interventi, che abbia come parametro di riferimento la consistenza abitativa dei
territori. Se è normale per province come quella di Ragusa ricevere contributi
inferiori rispetto ad altre più popolose, non è tollerabile che questi fondi siano però
molto al di sotto, in proporzione, rispetto al numero degli effettivi residenti. Ancorare
l’ammontare dei contributi a dei criteri oggettivi sarebbe un segnale di attenzione
verso i territori più distanti dai centri di potere e meno influenti, che caso mai
avrebbero bisogno di maggiori risorse per riequilibrare quel gap infrastrutturale (ad
es. nei collegamenti) e di servizi (si pensi alla assistenza sanitaria) oggi innegabile.
In secondo luogo, occorrerebbe distinguere le tipologie di interventi, sottraendo alla
discrezionalità dei deputati quelli che toccano da vicino indistintamente tutti i
siciliani, la loro quotidianità, i loro bisogni, a maggior ragione se parliamo di servizi
essenziali. Provo a spiegare. Va bene, ad esempio, che la Regione stanzi un
importante finanziamento per un evento sportivo di carattere nazionale, che si tiene
in un singolo Comune. Oggi tocca a Modica, l’anno prossimo magari a beneficiarne
sarà un’altra città. Non va bene, e la Regione dovrebbe impedirlo, che oggetto del
finanziamento sia il trasporto scolastico o la refezione degli studenti solo di alcuni
Comuni, appunto “raccomandati”, con risorse di tutti i siciliani utilizzate per
garantire un trattamento diverso e più favorevole solo per alcuni. In tema di scuola, o
di altri servizi essenziali come sanità e trasporti, non ci possono essere differenze tra
Comune e Comune. Non va bene che siano previsti contributi generici per
“promozione turistica” o per “eventi natalizi” solo per alcuni Enti: il turismo
interessa tutti i Comuni che hanno questa vocazione, e se si vuole prevedere un
contributo regionale per promuoverli, si tenga conto, ad esempio, del numero dei
posti letto di ciascuno: nessuno potrebbe obiettare alcunché. Il Natale poi arriva per
tutti i 391 Comuni dell’isola, con annesse spese per luminarie e addobbi: il
contributo andrebbe quindi a tutti, magari in base al numero di abitanti. Il calcolo
non sarebbe difficile.
Sarebbe inoltre buona norma, e purtroppo non sempre accade, che le
Amministrazioni locali fossero coinvolte nella individuazione degli interventi da
finanziare. Faccio un altro esempio. Ho appreso, solo a cose fatte, che il Comune di
Ragusa risulta destinatario di un contributo di 150.000 € per un non meglio
specificato intervento sulla facciata di Palazzo Ina. È evidente che non può essere un
deputato regionale a decidere senza prima avere avviato un processo di confronto e
di condivisione con il sindaco, a maggior ragione se si tratti di intervento urbanistico
la cui competenza esclusiva è in capo ai Comuni.
P.S. L’on.le Campo si è risentita per non avere io evidenziato, in un precedente
comunicato, che alcune iniziative natalizie sono state finanziate anche grazie al suo
interessamento. A mio avviso sembra un’ulteriore ammissione di come dietro l’uso
discrezionale di risorse regionali ci sia evidentemente la ricerca di un consenso, a
maggior ragione se consideriamo che nel mio precedente comunicato mettevo in
risalto il ruolo delle associazioni (quelle propositive) nella programmazione e il
successo del metodo della condivisione, senza accampare meriti particolari o negare
meriti altrui”.

di Direttore11 Gen 2025 11:01
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