Non bastano le “allerte rosse”

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Prevenire è sempre meglio. Soprattutto se si fa riferimento ai possibili danni che derivano dagli eventi atmosferici improvvisi e così estremi. Lo diciamo tutti ma. in verità. non si fa praticamente nulla. Un esempio? A Catania oltre 10 anni fa, dopo un allagamento come quello di martedi, furono stanziati un bel po’ di milioni per mettere in sicurezza le zone colpite dal nubifragio che poi sono le stesse di ora. Ebbene, a quanto sembra, si sta ancora discutendo come progettare le opere e per iniziare i lavori neanche se ne parla. E’ chiaro che serve u n atteggiamento più realistico e pronto. L’on Dipasquale entra nella discussione in modo diretto commentando il ciclone  che negli ultimi giorni ha lambito la Sicilia Sud-orientale.. “Con un intervento all’ARS martedì scorso ho sollecitato il Governo regionale ad adottare, per il futuro, soluzioni nuove per affrontare le condizioni climatiche avverse, come quella del medicane Apollo, che non possono essere contrastate con l’approccio delle allerte meteo, diciamo, tradizionali. La Sicilia deve imparare a non farsi trovare impreparata”.  “Fortunatamente Apollo non ha mai raggiunto la terraferma – dice ancora il parlamentare ibleo – e la temperatura del mare è già abbastanza bassa da non rafforzalo. Se un evento del genere fosse capitato a settembre, per esempio, e il medicane fosse arrivato a toccare la terraferma, in questo momento parleremmo di danni enormemente più gravi, una vera e propria devastazione. Ciò non vuol dire che non possano capitare, anzi,  purtroppo episodi del genere saranno sempre più frequenti. Dobbiamo abituarci e, soprattutto, prepararci ad affrontare queste nuove condizioni climatiche con un approccio diverso, imparando dalle aree geografiche da sempre interessate da questi fenomeni”.

“Non possiamo accontentarci di “allerte rosse” e ordinanze di chiusure di scuole e uffici pubblici – continua Dipasquale – come si fa per le ordinarie condizioni meteo avverse da depressione atmosferica, nella convinzione che revocata l’ordinanza è passata la paura. Negli Stati Uniti, soprattutto nelle zone costiere meridionali e occidentali, le autorità locali hanno acquisito una notevole esperienza nella gestione delle emergenze legate agli uragani e la popolazione conosce le misure da adottare. Avuta contezza del rischio uragano le autorità allertano la popolazione locale raccomandando di adottare una serie di misure di sicurezza, peraltro già note ai residenti (rinforzare porte e finestre, fare scorta di acqua, alimentari e batterie, proteggere automobili e imbarcazioni, ecc). Quando l’arrivo dell’uragano appare certo, la popolazione è invitata a spostarsi nei rifugi (in genere edifici pubblici) oppure emettono un ordine di evacuazione obbligatorio. Istituito un ordine di evacuazione, è possibile utilizzare delle app per gli smartphone per trovare punti di raccolta e assistenza, punti di distribuzione di beni e servizi di prima necessità (alimenti, acqua, cure ospedaliere). Di tutto questo viene dato incessante avviso attraverso tutti i mezzi di informazione. Gli alberghi, i campeggi e le strutture che ospitano turisti informano i propri ospiti, dando indicazioni su come comportarsi durante e dopo l’uragano. Dal momento dell’impatto viene quasi subito interrotta l’energia elettrica, ed anche le comunicazioni telefoniche (compresi i cellulari) e via Internet vengono molto spesso a mancare. Durante il passaggio dell’uragano è assolutamente impossibile uscire all’aperto e dopo il passaggio, anche per alcuni giorni, la circolazione è difficile e pericolosa e lo stato di emergenza può durare per un periodo indefinito a seconda dei danni subiti dal territorio interessato dall’episodio meteorologico. Insomma, queste e tante altre misure (per esempio il coprifuoco per prevenire crimini predatori) sono fondamentali per l’incolumità della popolazione”.

“Dico queste cose non per fare allarmismo – aggiunge – ma per sviluppare un senso di consapevolezza. Quanto accaduto negli ultimi giorni, i danni che si sono visti sono solo l’effetto della parte più esterna dell’uragano, sufficiente per mandare in tilt il territorio. Solamente perché a un certo punto Apollo ha cambiato traiettoria, tornando indietro miracolosamente, non ha colpito la Sicilia con tutta la sua potenza. Se fosse entrato sulla terraferma da Ragusa, Siracusa o Catania, queste aree sarebbero state devastate dalla sua potenza e, lo voglio ricordare, parliamo di un uragano di categoria 1 che non si è rafforzato perché la temperatura del mare è piuttosto bassa in questo periodo dell’anno. È davvero importante – conclude l’esponente del PD – che il Governo regionale prenda coscienza del fatto che il Sud-Est di Sicilia sarà sempre più vittima di queste condizioni climatiche e bisogna cominciare a programmare direttive specifiche per affrontarle ed evitare disastri”.

di Direttore30 Ott 2021 13:10
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