Troppo poveri in Sicilia

Gli indici di povertà assoluta e relativa in Sicilia hanno raggiunto percentuali preoccupanti e il conseguente sovraindebitamento delle famiglie siciliane è nettamente cresciuto negli ultimi anni. E’ quanto è emerso venerdì scorso nel corso di un convegno organizzato ad Enna dalla sezione territoriale di Federconsumatori, guidata dalla Presidente avv. Enza Maria Bartoli, che ha portato al tavolo dei relatori figure di primo livello nel panorama dei giuristi e dei commercialisti siciliani.

Tra gli ospiti, infatti, figuravano il prof. avv. Filippo Romeo (presidente Corso di Studi in Giurisprudenza Università di Enna Kore) l’avv. Giuseppe Spampinato (presidente dell’Ordine degli avvocati), il dott. Fabio Montesano (presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili), tutte figure che hanno coordinato insieme a Federconsumatori Enna l’organizzazione del convegno.

Ma hanno partecipato ai lavori anche altri illustri nomi come l’avv. e prof. Andrea Vincenti (docente Diritto Commerciale Università Kore Enna), il dott. Giuseppe Cimino (consigliere Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Enna e Gestore OCC), la dott.ssa Eleonora Guarnera (Giudice del Tribunale di Enna), l’avv. Giovanni Chiricosta del Foro di Enna, l’avv. Paolo Nasonte (Consigliere Tesoriere Ordine avvocati Enna e Gestore OCC). Federconsumatori, oltre alla Presidente Bartoli e ai dirigenti ennesi dell’associazione, ha portato al tavolo anche il Presidente Regionale Alfio La Rosa.

Dal convegno è emerso, purtroppo, che la situazione povertà-indebitamento dei siciliani è sempre più grave: nel 2017 i poveri in Sicilia sono aumentati del 6% rispetto all’anno precedente (dati Istat) e la povertà assoluta in Sicilia riguarda il 12% delle famiglie (260.000 nuclei familiari, dati Banca d’Italia e Centro Studi CGIL Sicilia).

Le famiglie che vivono in condizioni di povertà relativa sono il 29% (erano il 22,8% nel 2016), in pratica il doppio della media nazionale (che si ferma al 12,3%) e il 5,3% in più rispetto alla media del Mezzogiorno (24,7%). L’Isola è al secondo posto della graduatoria nazionale per numero di nuclei familiari indigenti, peggio fa solo dalla Calabria. Seguono Campania (24,4%), Puglia (21,6%), Basilicata (21,8) e Sardegna (17,3). I percettori di REI (Reddito di Inclusione) in Sicilia sono 271.270, mentre quelli del SIA (Sostegno Inclusione Attiva) sono 9.474 per un totale di 280.744 persone ovvero 89.970 famiglie.

Lo SVIMEZ in un suo recente studio sul potenziale delle persone a cui potrebbe essere erogato il “reddito di cittadinanza” in Sicilia, ha preso a riferimento l’ISEE familiare fino a 9.000 euro e ha calcolato che in Sicilia rientrano in questa platea 342.000 famiglie (oltre un milione di persone).

A questi dati sulla povertà fanno da contraltare quelli sull’indebitamento: le famiglie siciliane sono ai primi posti per indebitamento bancario e per credito al consumo: nel periodo 2010 – 2016 l’ammontare delle sofferenze bancarie è salito di oltre 6,5 miliardi di euro, passando da 3,8 miliardi a 10,4 miliardi di euro. Nella sola Provincia di Enna l’aumento delle sofferenze nello stesso periodo è stato pari al 95%, passando da 111 milioni di euro ad oltre 217 milioni di euro.

A questi dati si deve aggiungere che in Sicilia ben 25 Comuni hanno dichiarato il dissesto finanziario (al 19 dicembre 2017) e altri 34 sono in pre-dissesto. Il fallimento sostanziale di questi 59 Comuni siciliani non è dovuto a solo a spese ‘allegre’, ma anche all’impossibilità di andare avanti a causa dei ripetuti tagli ai finanziamenti provenienti dalla Regione Siciliana.

Tutto ciò comporterà tasse elevate alle aliquote massime, servizi ridotti all’osso, ritardi nel pagamento degli stipendi del personale e centinaia di migliaia di euro di debiti nei confronti di altri enti ed imprese fornitrici di beni e servizi. Quindi, tutto ciò aumenterà ulteriormente la povertà dei cittadini siciliani.

Abbiamo organizzato questo convegno – spiega la Presidente Bartoli – chiedendo la partecipazione di illustri ospiti per ribadire l’importanza della collaborazione tra avvocati, notai, professori e dottori commercialisti, per creare una rete capace di dare più chiarimenti sulla legge 27 gennaio 2012, n. 3 e tutelare maggiormente l’utente-consumatore in difficoltà. La dimensione del sovraindebitamento del cittadino, è in larga parte sommersa e si diffonde in silenzio, spesso emergendo all’attenzione pubblica solo dinanzi a un fatto di cronaca a un’inchiesta giornalistica. Punto focale della ricerca è portare alla luce le criticità e lacune degli strumenti attualmente esistenti di prevenzione del sovraindebitamento quale condizione che rischia di agevolare il ricorso del cittadino al mercato usuraio. A tal fine, la Federconsumatori Enna ha voluto il presente convegno per evidenziare al consumatore le vie della giusta applicazione degli strumenti previsti dalla normativa esaminata della L. 3/2012, con i soggetti maggiormente coinvolti e interessati al fenomeno: dagli OCC costituiti sul territorio, alle Associazioni Siciliane per la prevenzione dell’usura, con l’obiettivo ultimo di comprendere le problematiche riscontrate nella pratica quotidiana.”.

Non c’è più tempo da perdere – commenta Alfio La Rosa – perché non è un problema che resta chiuso tra le mura domestiche: sovraindebitamento vuol dire impossibilità di pagare le tasse, gli affitti, le rate dei mutui e dei finanziamenti. Infatti, con il sovraindebitamento crescono anche le sofferenze bancarie. E’ chiaro che se non si ferma questa spirale tutta l’economia siciliana, dalla produzione al consumo passando dal credito, rischia di collassare su sé stessa”.

di Redazione03 Dic 2018 17:12
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