Aeroporto: Parlano gli ex sindaco Spataro e Alfano .

Ora tutti i nodi vengono al pettine. Sulla questione aeroporto visto che gli altarini si stanno scoprendo registriamo gli interventi di quelli che sono stati gli attori protagonisti  del passato. Prima Peppe Alfano e poi Filippo Spataro. In pratica ci sono 10 anni di sogni , promesse, realtà e delusioni. Mettetela come volete ma alla fine la verità è una sola. Qualcosa non è andata come doveva e non ha funzionato soprattutto durante l’ultima sindacatura .  Alfano racconta il suo percorso e Spataro la sua verità ma come dicevamo a parlare sono i fatti. L’aeroporto potrebbe, domani, dopo l’assemblea dei soci, addirittura chiudere. Non bastano le scuse di Spataro che assicura che tutti sapevano cosa stava accadendo. Se venisse a controllare i conti qualcuno che ne capisce potrebbe confermare quello che dice invece in nuovo sindaco Schembari che la gestione è stata negli ultimi anni “disastrosa” . Ecco il Comunicato di Spadaro
Spiace assai prendere atto che la sindaca Schembari, a un mese dal suo insediamento alla guida del Comune di Comiso, non sia ancora sufficientemente informata non solo della gravissima crisi di liquidità che pesa sulla Soaco e quindi sull’Aeroporto; ma anche  dell’architettura strutturale della società (“chi” possiede “cosa”?) e dei beni in concessione, della proprietà del demanio e dei relativi immobili (certamente non riconducibili al Comune: vedasi Convenzione del 2010), e, infine, del ruolo fondamentale e indiscusso dell’Authority nazionale dell’aviazione, l’Enac, unico ente in grado di certificare una infrastruttura aeroportuale rilasciando la concessione aeronautica che ne consente l’operatività.
A tal proposito vorremmo precisare che quella del “contratto di affitto temporaneo” dell’aeroporto era – e fin qui rimane – l’unica soluzione possibile, elaborata nel corso di più vertici convocati prima a Roma e poi dal Prefetto di Ragusa su richiesta dei vertici Soaco (gli stessi che lei, sindaca, in campagna elettorale minacciava di rimuovere), preoccupati del futuro della struttura. Autorizzata dall’Enac, nel corso di una riunione a Roma, la decisione di affittare temporaneamente un ramo d’azienda è stata approvata “all’unanimità” – e sottolineo “all’unanimità” – e consapevolmente da tutti i presenti alla riunione indetta dal Prefetto di Ragusa e alla quale hanno preso parte l’Enac, la Regione Siciliana (Assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone), il Comune di Comiso, il Cda Soaco, i rappresentanti di Intersac e il Cda Sac.
Ricordiamo alla sindaca Schembari che Soaco attraversa una grave situazione finanziaria “strutturale” – con perdite di circa 200mila euro al mese, per un totale di circa 2,3 milioni l’anno: situazione comune a tanti altri scali di analoghe dimensioni – e che il Decreto Madia impedisce la ricapitalizzazione di società con bilanci in rosso. Ragion per cui, per consentire a Soaco di gestire l’amministrazione ordinaria – ossia di pagare fornitori, dipendenti e lo stesso Stato (tasse, versamenti contributivi, etc.) – e proseguire la regolare operatività dello scalo, senza contrarre debiti e dimostrando l’autonomia finanziaria che consente il mantenimento della concessione ENAC (altrimenti revocata), quella dell’affitto del ramo d’azienda – suggerita, valutata ed articolata da autorevoli giuristi – è stata reputata come l’unica soluzione percorribile approvata in maniera consapevole e, soprattutto, collegiale insieme a tutti gli attori istituzionali, portatori di interessi da parte dell’intera collettività……..
Gli risponde Alfano che non solo parla di gestione ma anche di connivenza.
L’aeroporto di Comiso rischia la chiusura. Anche se si trattasse di una chiusura per sola giornata, correrebbe il rischio di non riaprire più. La realtà è che, per cinque anni, chi avrebbe dovuto vigilare e operare affinché questa struttura intraprendesse un cammino virtuoso di crescita e sviluppo, l’ha abbandonata a se stessa.
Unico interesse di Spataro, e di tutta la compagine amministrativa di sinistra, è stato quello di offrire qualche poltrona a qualche amico o creare qualche posticino di lavoro di seconda scelta per collaboratori o parenti di notabili della sinistra comisana. Ciò che dico è assolutamente rispondente al vero e basterà fare due passi all’interno della struttura aeroportuale per riconoscere volti noti riconducibili a esponenti influenti della compagine di sinistra che ha amministrato negli ultimi cinque anni la città. Questo è stato l’unico interesse del Sindaco e degli amministratori. Mai si è operato un controllo attento sulla gestione della
struttura, con i risultati e le conseguenze che oggi conosciamo.
Sapevamo tutti che questa struttura avrebbe comportato delle perdite nella sua gestione, ma bisognava altresì porre in essere dei rimedi affinché questa situazione fosse stata solo temporanea. Sapevamo tutti che l’aeroporto di Comiso partiva già con debiti nei confronti della società di gestione dell’aeroporto di Catania, che aveva prestato strutture e mezzi per poterlo rendere operativo. Ma questa doveva essere solamente la fase iniziale, alla quale sarebbe dovuta seguire una gestione più attenta e oculata. Sapevamo tutti che sarebbe stato necessario premere e pressare affinché i voli che partono e arrivano a Comiso aumentassero nel corso del tempo. Invece si è lasciato fare: probabilmente non si credeva sufficientemente in questa struttura.
E non si conosceva questa struttura: ancora, incredibilmente, Spataro non sa che l’aeroporto è di proprietà del Comune di Comiso e che, se oggi, c’è un demanio a disposizione dell’Amministrazione comunale è grazie al fatto che nel 2010 si è ottenuto il passaggio del sedime aeroportuale dall’Aeronautica militare alla Regione siciliana e, da questa, in utilizzo al Comune di Comiso. Ma l’aeroporto in quanto tale – certificato dall’Enac per poter operare – è di proprietà del Comune. Lo stesso Comune che in cinque anni non ha mai fatto nulla per verificare che questo suo bene venisse tutelato.

di Direttore31 Lug 2018 19:07
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