Tra un anno si vota a Ragusa, quali scenari?

Ci aspettano mesi caldi, politicamente parlando. Mesi in cui le campagne elettorali detteranno l’agenda politica del Paese. In autunno si terranno le elezioni regionali e in primavera si celebreranno le politiche e le amministrative. Come se non bastasse, molto probabilmente, in Sicilia, si tornerà a rieleggere gli organi provinciali, dopo la fallimentare riforma di Crocetta.

Dallo scorso 28 giugno, infatti, la Commissione Affari istituzionali della Regione sta lavorando su una proposta di Forza Italia, che mira alla cancellazione di questa riforma e al ripristino dell’elezione diretta degli organi provinciale, con la consecutiva redistribuzione delle competenze. Se questa proposta dovesse passare, il tutto entro luglio, in dicembre potremo avere un nuovo presidente della Provincia e un Consiglio provinciale democraticamente eletto.

Uno scenario reso ancor più interessante se lo si analizza alla luce degli ultimi risultati elettorali, i quali, da un lato, ci raccontano di un centro sinistra ancora una volta vinto dai vari personalismi e dalle più o meno giustificate pretese di leadership di questo o di quel politico. Una situazione tra l’altro che ha mostrato tutte le difficoltà e le debolezze del Partito Democratico e del suo segretario, oggi di fronte a un bivio. Dall’altro lato vi è un centro destra forte e rinfrancato dai risultati delle ultime elezioni amministrative, che lo hanno visto primeggiare quasi ovunque. Una serie di vittorie che stanno però crendo già qualche grattacapo all’ex cavaliere, la cui leadership è seriamente minacciata da Salvini, segretario di un partito che per la prima volta sta dimostrando di poter trattare alla pari con Forza Italia. Infine vi è il M5S, che non brilla di certo nelle amministrative, ma rimane pur sempre un competitor temibile nelle regionali e nelle nazionali, dove entrano in gioco altri fattori.

Lo scenario appena delineato, perciò, ci racconta di un orizzonte politico incerto a causa delle tante e troppe divisioni. E’ di ieri, ad esempio, l’appello dell’on. Minardo, da poco rientrato in Forza Italia, per un patto federativo nel centro destra, perché solo uniti si vince e questo è vero per il centro sinistra come per il centro destra, è vero a Ragusa, come a Palermo e a Roma. Infatti e a Ragusa?

Ci permettiamo il lusso di considerare la nostra città, come la cartina di tornasole di questo schizofrenico orizzonte politico. Non contenti della disastrosa operazione politica che ha portato a Palazzo dell’Aquila Piccitto e i suoi, oggi, sinistra e destra, con i suoi sei, sette o addirittura otto potenziali candidati a sindaco, dimostrano non solo di non aver appreso nulla della lezione impartitagli 5 anni fa, ma – ci perdoneranno – danno prova della loro scarsa visione politica. Tutti sindaci in pectore, tutti primi della classe, e così ancora una volta antepongono le loro personalissime aspirazioni politiche al bene della città.
Potremmo parlare di un bagno di umiltà, potremmo parlare del dover fare un passo indietro e invece, ma in fondo è la stesssa, parliamo del significato più profondo e veritiero della parola politica, che, come ricorda oggi Solarino in una lettera aperta inviata alla stampa, è sinonimo di sintesi. Una sintesi che va cercata e ricercata sempre e solo per il bene superiore della collettività.

Durante la prima Repubblica la sintesi la si trovava nelle segreterie dei partiti, da qualche tempo a questa parte, qualcuno questa sintesi prova a trovarla nelle primarie, a Ragusa, invece, questa sintesi la si chiede alle urne, non riuscendo a capire che l’elettore si è abbondantemente stancato di questi inutili personalismi, di queste inutili divisioni.
A questo punto sarebbe interessante capire quando e se le varie forze politiche in campo inizino a prepararsi per la prossima tornata elettorale.

di Redazione30 Giu 2017 15:06
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