Gianni Battaglia lascia il PD: "Dopo la vittoria del No al referendum mi sarei aspettato una seria riflessione all'ingterno del partito, invece ancora una volta ha prevalso l'arrivismo e l'arroganza dei soliti noti"

«Vi co­mu­ni­co le mie di­mis­sio­ni dalla ca­ri­ca di se­gre­ta­rio “elet­to” dell’Unio­ne co­mu­na­le del PD di Ra­gu­sa e di ogni altra ca­ri­ca a qual­sia­si li­vel­lo ri­c­o­per­ta all’in­ter­no del PD.
Sono tra i com­po­nen­ti l’As­sem­blea na­zio­na­le del PD che non hanno con­di­vi­so la scel­ta, com­piu­ta lo scor­so mese, di apri­re la stagio­ne con­gres­sua­le.
Non ho con­di­vi­so i tempi, le pro­ce­du­re e le modalità scel­te.
Pur­trop­po quel­lo che sta suc­ce­den­do ogni gior­no e in ogni parte d’Ita­lia con­fer­ma che ave­v­a­mo ra­gio­ne. Temo che succederà di peg­gio prima, du­ran­te e dopo lo svol­gi­men­to dei con­gres­si.
Al PD, per su­pe­ra­re la fase cri­ti­ca in atto e tor­na­re a svol­ge­re il ruolo che gli com­pe­te, ser­vi­va altro e di più.
Era ne­ces­sa­rio com­pren­de­re le ra­gio­ni che hanno de­ter­mi­na­to una pro­fon­da rot­tu­ra con il nos­tro corpo so­cia­le di ri­fe­rimen­to.
Com­pren­de­re le ra­gio­ni di tante ri­pe­tu­te scon­fit­te elet­to­ra­li, le ra­gio­ni per le quali mi­lio­ni di elet­to­ri ci hanno ne­ga­to il con­sen­so e migliaia di is­c­rit­ti e mi­li­tan­ti hanno ab­ban­do­na­to l’im­pe­g­no po­li­ti­co at­ti­vo.
Era ne­ces­sa­rio in­di­vi­dua­re un luogo, una oc­ca­sio­ne che ci con­sen­tis­se, tutti insie­me, di leg­ge­re e ca­pi­re quel­lo che sta suc­ce­den­do nel Mondo, in Eu­ro­pa e nel nos­tro Paese.
Com­pren­de­re cosa fare con­cre­ta­men­te, quali po­liti­che at­tua­re, per con­trasta­re la nuova de­stra e le spin­te na­zio­na­lis­te e po­pu­lis­te.
Era ne­ces­sa­rio ri­con­si­de­ra­re e cor­reg­ge­re scel­te sbag­lia­te e at­tua­re nuove po­liti­che in ma­te­ria di la­vo­ro, di scuo­la e is­tru­zio­ne, di pro­te­zio­ne so­cia­le, di po­liti­che sa­ni­ta­rie e welfare, di di­rit­ti ci­vi­li, di po­li­ti­ca eco­no­mi­ca, di in­ter­ven­ti per con­trasta­re la povertà, le di­se­gua­g­lian­ze, il de­gra­do so­cia­le in molte aree del paese spe­cie nelle peri­fe­rie ur­ba­ne e nel me­z­zo­gior­no d’Ita­lia.
Era ne­ces­sa­rio met­te­re al si­cu­ro il Paese la­vo­ran­do, da sub­ito e con de­ter­mi­na­zio­ne, come ci si era im­pe­g­na­ti a fare, per ap­pro­va­re una nuova e con­di­vi­sa legge elet­to­ra­le che con­iu­gas­se in ma­nie­ra equi­li­bra­ta governabilità e rap­pre­sen­tan­za de­mo­cra­ti­ca, riaf­fer­man­do la sovranità po­po­la­re re­sti­tuen­do agli elet­to­ri il di­rit­to di sceg­lie­re i pro­pri rap­pre­sen­tan­ti, po­nen­do fine de­fi­ni­ti­va­men­te alla lunga stagio­ne dei par­la­men­ta­ri no­mi­na­ti che hanno con­tri­bui­to ad al­lar­ga­re la di­stan­za tra par­la­men­to, par­ti­ti e po­po­lo.
Era ne­ces­sa­rio, con au­ten­ti­ca umiltà, ca­pi­re il seg­na­le ve­nu­to dal Paese in oc­ca­sio­ne del voto nel re­fe­ren­dum costi­tu­zio­na­le del 4-​dicembre scor­so. Ri­flet­te­re se­ria­men­te sulle ra­gio­ni e sulle dimen­sio­ni della scon­fit­ta, sulla ri­par­ti­zio­ne ter­ri­to­ria­le, per clas­si so­cia­li e per fasce di po­po­la­zio­ne di quel voto, che ha seg­na­to il punto più alto di un dis­sen­so po­li­ti­co, tra i gio­v­a­ni e nel sud del Paese, che va per­fi­no oltre il pro­n­un­cia­men­to sul me­ri­to di una pes­si­ma ri­for­ma costi­tu­zio­na­le.
Come è a Voi noto ho sos­te­nu­to con­vin­ta­men­te le ra­gio­ni del NO nel re­fe­ren­dum, ho or­ga­ni­z­za­to e par­te­ci­pa­to a nu­me­ro­se in­izia­ti­ve e mi sarei as­pet­ta­to, dopo il netto ri­sul­ta­to in con­tras­to con l’im­pe­g­no e la po­si­zio­ne espres­sa da quasi tutto il qua­dro di­ri­gen­te pro­vin­cia­le del par­ti­to, da tutta la rap­pre­sen­tan­za par­la­men­ta­re re­gio­na­le e na­zio­na­le e di quasi tutti i rap­pre­sen­tan­ti del PD nelle is­ti­tu­zio­ni della nos­tra pro­vin­cia, che si apris­se una ri­fles­sio­ne su quel voto. Così come mi sarei as­pet­ta­to che ci fosse una oc­ca­sio­ne per ca­pi­re i ne­ga­ti­vi ri­sul­ta­ti elet­to­ra­li nelle ele­zio­ni am­mi­nis­tra­ti­ve di Vit­to­ria e di Sci­cli che hanno seg­na­to pe­san­ti scon­fit­te per il PD e su come af­fron­ta­re le pros­si­me sca­den­ze elet­to­ra­li sia am­mi­nis­tra­ti­ve che re­gio­na­le.
Apren­do, con una ne­ga­ti­va for­za­tu­ra, la stagio­ne con­gres­sua­le, si è scel­to in­ve­ce la stra­da della ri­vin­ci­ta per­so­na­le, della mera conta per af­fer­ma­re non una linea po­li­ti­ca am­pia­men­te con­di­vi­sa ma una lea­der­ship sotto cui far cres­ce­re e/o pro­teg­ge­re le am­bi­zio­ni e i de­sti­ni per­so­na­li.
Si ri­pro­pon­go­no, come è già pur­trop­po av­ve­nu­to in altre oc­ca­sio­ni, con­gres­si che si tras­for­me­ran­no in sem­pli­ci seggi elet­to­ra­li. Un “vo­ti­fi­cio” tra l’altro senza ga­ran­zie e re­go­le utili solo agli ar­ri­vis­ti, agli ar­ro­gan­ti, ai pre­po­ten­ti e che legittimerà le spu­do­ra­te ed in­so­p­por­ta­bi­li pra­ti­che tras­for­misti­che che negli ul­ti­mi anni ab­bia­mo ten­ta­to di con­trasta­re.
Di altro ave­v­a­mo bi­so­gno!
Il PD in ques­to mondo ris­chia di di­ven­ta­re una “terra di nes­su­no”, “una le­gio­ne stra­nie­ra” in cui con­vi­vo­no no­bi­li espe­rien­ze e au­to­revo­li personalità ma anche op­por­tu­nis­ti, tras­for­mis­ti ed in ta­lu­ni casi per­fi­no af­fa­ris­ti.
Non si può fare pas­sa­re per nor­ma­le e so­pr­at­tut­to utile, che il con­gres­so si svol­ga con un tes­se­ra­men­to per il 2016 che non è stato aper­to, anzi è stato chiuso prima di aprir­lo, con is­c­rit­ti che da per­so­ne vere sono di­ven­ta­ti elen­chi e con un tes­se­ra­men­to pre­ce­den­te (2015), per quan­to ri­guar­da la nos­tra fe­de­ra­zio­ne pro­vin­cia­le mai cer­ti­fi­ca­to e non cer­ti­fi­ca­bi­le e quel­lo 2014 cer­ti­fi­ca­to ma con­tes­ta­to con quel­lo che ciò ha sig­ni­fi­ca­to nella non an­co­ra de­fi­ni­ta, per col­pe­vo­le “complicità” della com­mis­sio­ne re­gio­na­le di ga­ran­zia, vi­cen­da che ri­guar­da il go­ver­no del par­ti­to nella città di Ra­gu­sa.
La stagio­ne con­gres­sua­le se si fosse de­ci­so di svol­ger­la con tempi, pro­ce­du­re, re­go­le di­ver­se avreb­be rap­pre­sen­ta­to un oc­ca­sio­ne utile non solo al par­ti­to ma al nos­tro paese che sul PD e sul cen­tro si­nis­tra ha ri­posto spe­ran­za per un au­ten­ti­co camb­ia­men­to. Pur­trop­po si è de­ci­so di­ver­sa­men­te e per­tan­to Vi co­mu­ni­co, altresì, che non parteciperò a nes­su­na delle fasi con­gres­sua­li.
Colgo l’oc­ca­sio­ne per rin­gra­zia­re tutte le Com­pag­ne e i Com­pag­ni, le Ami­che e gli Amici con cui in ques­ti anni ho avuto modo e pia­ce­re di la­vo­ra­re con­di­vi­den­do un co­mu­ne im­pe­g­no scu­san­do­mi ed espri­men­do il ra­m­ma­ri­co per le tante oc­ca­sio­ni man­ca­te».

di Redazione21 Mar 2017 11:03
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