Riforma province. On. Minardo: “Bisogna lavorare tutti insieme per migliorare questa legge”
“Sono giorni di dibattiti su quello che sarà la nostra provincia alla luce della costituzione dei liberi consorzi. Condivido – dichiara l’onorevole Minardo -che i primi cittadini iblei si siano affidati all’unica strada possibile, ovvero quella del dialogo per fare sintesi affinchè si preservi innanzitutto l’identità iblea con la giusta consapevolezza di non perseguire anacronistiche battaglie di campanile e rispettando la vocazione e la storia delle singole città. Ogni ipotesi di allargamento o di modifica dovrà e potrà essere proposta solo ascoltando i cittadini e non forzando unioni di territori che potrebbero risultare incompatibili. Mettiamo da parte ogni forma di divisione o protagonismo e pensiamo al bene del territorio che si deve raffrontare con una legge “monca” che ci dice soltanto che le province sono abolite e si possono creare nuovi Liberi Consorzi entro sei mesi purché i Comuni raggruppino almeno una popolazione di 180 mila abitanti e quelli coincidenti con gli enti soppressi non abbiano una popolazione inferiore a 150 mila abitanti. Una legge che non norma quali competenze delle Province passeranno ai Comuni, con quali risorse economiche, quale sarà il destino dei dipendenti delle province e soprattutto di cosa dovranno occuparsi i liberi consorzi. No ad iniziative univoche è opportuno e necessario invece il confronto e la concertazione per scongiurare il rischio di creare liberi carrozzoni di comuni che difficilmente potranno avere la funzione intermediaria tra la Regione e gli enti comunali indebolendo il territorio. Oggi – conclude – dobbiamo ragionare per evitare tutto questo; facciamo fronte comune per una decisione che comunque influenzerà il nostro futuro e quello delle nuove generazioni”.
Mi stupisco di me stesso ma sono d’accordo con Nino Minardo. Si, perché mi pare di capire che la discussione cominci a vertere sul “come” e non sul “se”. Certo, nessuno usa parole chiare sul fatto che bisogna diminuire il numero di coloro che vivono di politica nonché il numero dei centri di spesa, però si tratta già di un bel passo avanti. Non c’è dubbio sul fatto che ogni cosa vada regolamentata attentamente, così come non c’è dubbio sul fatto che i servizi precedentemente erogati dalle provincie non possono sparire ma saranno semplicemente continuati da altri enti. Sono riforme, richieste a gran voce dall’Europa, che potrebbero portare a dei risparmi di spesa solo nel lungo periodo. Magari si poteva agire sugli enti che gravitano attorno all’erogazione di certi servizi che sono il vero e proprio sottobosco di clientele ed inefficienze, però se da qualche parte si deve cominciare bene farlo dalla provincia.
Stucchevole la polemica sul fatto che non si possa più votare per i rappresentanti provinciali. Saranno pur sempre rappresentanti del popolo coloro che siederanno sulle poltrone dei consorzi quindi da questo punto di vista si evitano solo le elezioni, non certo la rappresentatività.