Basket f: finale di Coppa senza la Passalacqua
Anche se la bella favola della Passalacqua, la neopromossa seconda in classifica che organizza (benissimo) la Final Four di Coppa Italia, purtroppo non avrà lo sperato happy end, quindi non finirà con le biancoverdi a giocarsi la Coppa alle 17 nel PalaMinardi stracolmo e innamoratissimo, la qualità logistico-organizzativa della proposta e la partecipazione del pubblico hanno pienamente giustificato i complimenti unanimi di tutti gli addetti ai lavori. Sotto questo aspetto (non sono frasi fatte o zuccherini di consolazione) la società ha stravinto, conquistandosi il diritto ai primissimi posti tra le grandi dello sport italiano, che è anche riconoscimento e premio per la città e il suo modo di essere, coi suoi difetti ma anche le sue capacità e le sue eccellenze. Un posto in primissima fila alla pari, giusto e meritato per chi ha lottato per essere destinatario di una sfida complessa e difficile, mettendosi in gioco senza pretendere condiscendenze o “paracadute”. Quanto all’amaro responso del campo, il quintetto di coach Nino Molino, sul parquet dopo la sofferta vittoria della scudettata Schio su di una tenacissima Umbertide, ha giocato una gara nervosa, mostrando di sentire (forse troppo) tutta l’importanza e l’eccezionalità del momento, con la conseguente perdita di (parecchia) lucidità. Da parte sua Lucca, senza dubbio meno “stressata” dal non essere quasi costretta a vincere, ha affrontato il compito nel modo più intelligente, “dichiarandosi” senza timori reverenziali fin dall’inizio e spiegando le sue intenzioni col +11 raggiunto in un momento del primo tempino. Poi, spinte dagli oltre 2000 del PalaMinardi (quante “facce” storiche che la nostra pallacanestro aveva perso e ha ritrovato, speriamo anche per il futuro), le biancoverdi hanno reagito fino ad andare sul +6 al riposo lungo. L’altalena sfibrante, condita da errori e grandi giocate, è proseguita anche nei tempi successivi, con le “cadute” delle ragusane rimediate da reazioni di rabbioso orgoglio, ma frustate nel momento decisivo anche da qualche contestata (non a torto) decisione arbitrale. Sarà quindi la Gesam Gas Lucca a giocarsi la Conad Cup 2014 con la Famila Wuber Schio, ma (di nuovo non sono frasi fatte) almeno in parte consola il sapere che da “prese di contatto” con una realtà così impietosamente “spazzasogni” si può e si deve imparare molto. Intanto la finale va onorata comunque, con una presenza che attesti anche in questo la raggiunta, sicura maturità degli appassionati e della città: poi, domenica prossima, col ritorno della Gesam Lucca, questa volta in campionato, il pubblico del PalaMinardi potrà godersi la “vendetta”: che di sicuro non basta a ripagare della mancata finale ma, altrettanto di sicuro, “aiuta”. Ovviamente, nell’attesa di altre “vendette” nei play off.