Fam 2013

fieraNella seconda giornata della 39^ edizione della Fiera Agroalimentare Mediterranea  al Foro Boario di Contrada Nunziata decine  di scolaresche con nuvole di bambini e di studenti  hanno visitato accompagnati dai loro docenti le strutture fieristiche trovando così l’occasione per scoprire quel pianeta agricoltura e l’importanza dei prodotti della terra e della alimentazione, temi sui quali tante volte hanno avuto modo di lavorare in classe, ma che nei luoghi della fiera tra le zone che ospitano i bovini e gli equini, gli spazi di presentazione del prodotto alimentare di qualità, i formaggi e l’angolo dei vivai e delle nostre piante, solo per fare qualche esempio, si possono invece toccare con mano, comprendendo appieno la rilevanza che la componente agricola ha nella vicenda umana e nella gestione della nostra economia.  Nelle aree della fiera destinate agli allevatori e nei ring realizzati per la valutazione degli animali da parte degli esperti qualificati delle diverse razze iscritte ai libri genealogici, intanto, proseguono le rassegne dei bovini di razza modicana, frisona, bruna e pezzata rossa, mentre c’è anche spazio per i cavalli, per il glorioso asino ragusano e per gli ovini, compresa la tradizionale pecora comisana.  Si sono già svolti i concorsi “Q&E” per valutare gli stand del salone dell’agroalimentare e quello per stabilire tra i sei concorrenti il “giardino mediterraneo” più rispondente alle caratteristiche di uno spazio verde che appartenga alla nostra cultura. I vincitori di di queste sezioni della Fiera verranno premiati domani durante la cerimonia e la sfilata dei capi più significativi, alla presenza delle autorità, alle ore 11.  Grande affluenza e grande successo ovviamente per i laboratori mani in pasta che valgono a testimoniare come il patrimonio di esperienza e di manualità delle nostre massaie e dei nostri contadini nel preparare i prodotti tipici per esempio della caseificazione e della panificazione continua ad appartenere alla nostra cultura ed al nostro oggi, e si collegano direttamente con i laboratori del gusto con i quali la Coldiretti prepara ad una sana valutazione dei prodotti il consumatore medio ed al concorso per i ragazzi dell’alberghiero impegnati in una cucina approntata  in fiera a confrontarsi nella preparazione di piatti destinati a celebrare e a far eccellere la qualità ed i sapori dei nostri prodotti tipici.  Ma una fiera è importante se guarda anche all’innovazione e per questo stamattina nell’ambito del progetto Italia-Tunisia si sono confrontate alcune testimonianze importanti per fare il punto su un progetto che vede coinvolti imprese ed istituzioni ragusane e tunisine nel proporre come soluzione avanzata di coltivazione in grado di dare risposte efficaci in un momento di crisi, le colture fuori suolo ed in particolare la aeroponica che è una scelta di produzione in linea con le nuove esigenze di green economy e di sostenibilità.

“La strategia camerale tesa a cogliere durante la mia presenza come commissario dell’ente –ricorda l’on. Sebastiano Gurrieri, commissario della Camera di Commercio di Ragusa- tutte le opportunità di sviluppo che in questo momento l’area ragusana sta mettendo in campo, nonostante le difficoltà del momento, non poteva non suggerirmi di calare all’interno del contesto della Fiera Agroalimentare Mediterranea, un momento di riflessione dal suggestivo tema “Pensare, dire e fare per il territorio”, chiamando a parlarne preziose intelligenze”.

Così alla presenza di un pubblico molto qualificato ed interessato, nella sala meeting della FAM, è toccato –dopo l’introduzione del commissario straordinario dell’ente camerale on. Sebastiano Gurrieri- a Francesco Raniolo, ricercatore ragusano docente alla Università della Calabria,  aprire e coordinare una interessante tavola rotonda che ha messo insieme università, imprese e istituzioni pubbliche nello sforzo di costruire una progettazione nuova per un territorio come quello ragusano che, se in passato è stato caratterizzato da parametri di grande successo economico e  di qualità della vita, nell’ultimo decennio è andato progressivamente in crisi ed oggi soffre non meno ed in certi ambiti ancora di più delle altre aree della Sicilia e del Sud.

Il prof. Domenico Cersosimo, dell’università della Calabria, docente di economia regionale, nella sua relazione ha indicato i nuovi criteri con i quali va costruita una politica economica trasversale che si renda conto finalmente come bisogna dare sostegno ai servizi che si colleganoc con la produzione, non essendo più possibile tenere distinte le politiche dei diversi comparti produttivi, in quanto le nuove esigenze del nostro tempo e la forte indispensabile attenzione che si deve avere per quello che forse è la infrastruttura più importante, cioè la scuola e la formazione di eccellenza, impongono una nuova visione unitaria.

Gli ha fatto eco Antonella Leggio, imprenditore e presidente del Comitato PMI di Confindustria, che ha ragionato sul rapporto tra cultura d’impresa e qualità, sottolineando come occorra coniugare insieme innovazione, ricerca, trasparenza ed onestà da parte del mondo delle imprese se si vuole vincere la sfida del nostro tempo, ma che tutto questo deve essere anche patrimonio convinto della classe politica e delle strutture burocratiche della pubblica amministrazione che devono contribuire come un volano allo sviluppo e non rappresentare invece un logorante freno.

Una voce convinta di adesione ad uno sviluppo che ragioni in modo nuovo sul territorio anche partendo dalla valorizzazione dei beni culturali, che non sono solo i monumenti ma anche i tanti spunti dei beni immateriali, cioè le tradizioni, i valori, persino la gastronomia, ma principalmente il paesaggio come fatto estetico e come dimensione antropologica è venuta dalla dott. Rosalba Panvini, soprintendente ai beni culturali, che ha evidenziato anche come ogni sviluppo economico non deve finire con il danneggiare l’enorme patrimonio comune che è rappresentato dai beni culturali.

Alcune testimonianze hanno completato il panorama del convegno con gli interventi di Gerardo Forina, direttore della Coldiretti, che ha dato le coordinate dell’impegno dell’agricoltore oggi per prodotti di eccellenza e per un agroalimentare di qualità; di Giorgio Ragusa, della Conad, che ha illustrato come la grande distribuzione organizzata ed in particolare la sua società da sempre impegnata nella valorizzazione dell’imprenditoria del territorio, possono rispondere efficacemente alle attese dei consumatori ed a questi momenti di recessione profonda dei consumi; di Tonino Solarino, della Fondazione San Giovanni, che ha raccontato la preziosa esperienza fatta con l’avvio a Ragusa Ibla nel convento dei cappuccini di una scuola di alta formazione nell’enogastronomia e di una struttura turistica di grande qualità attraverso i meccanismi  dell’impresa sociale e quindi con l’attenzione per gli ultimi; ed infine di Marcello Ficicchia agronomo ed imprenditore che ha indicato le linee vincenti per internazionalizzare in modo ottimale le imprese agricole del territorio, essendo i mercati esteri l’ancora di salvezza per tenere in piedi il nostro sistema produttivo.

Portando a sintesi gli interventi, Francesco Raniolo ha lanciato la proposta progettuale per il territorio della quale bisogna si faccia in qualche modo carico e leader la Camera di Commercio di Ragusa, proponendo che la stessa acceleri il proprio ruolo nella formazione di figure aziendali attese dalle imprese, si occupi in modo ancora più rilevante del rapporto tra la scuola ed il sistema  delle imprese, ed infine progetti i nuovi scenari operativi ed imprenditoriali verso i quali indirizzare l’attivismo ed il dinamismo del sistema produttivo del territorio.

La Fiera prosegue con tutti i suoi settori, compresa la affollatissima area della meccanizzazione, fino a domenica sera alle 22,30.

di Redazione29 Set 2013 19:09
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