La casetta in… campagna

La riflessione è assolutamente pertinente anche perchè da noi a dare un dito ci si ritrova senza braccio. Nel senso che appena c’è uno che costruisce una casetta per vivere meglio nella sua campagna subito arriva quello che fa un castello , tipo Donnafugata, con la giustificazione che di terreno lui ne aveva tanto. Dunque l’idea di Legambiente sembra degna di essere supportata e quindi pensiamo giusto approfondire l’argomento nei prossimi giorni. Intanto ecco la nota dell’associazione ambientalista iblea.
A pochi giorni dal suo scioglimento il Consiglio comunale si prepara ad autorizzare una colata di cemento nella campagna iblea, fra masserie storiche, muretti a secco, animali al pascolo e carrubi.
Nonostante il parere contrario dell’avvocatura comunale, in contrasto con la corrente giurisprudenza in materia e con l’art. 22 della legga urbanistica regionale e, infine, con il buonsenso, il Commissario Straordinario intende seguire i suggerimenti dell’esperto di Urbanistica e proporre al Consiglio Comunale l’interpretazione autentica dell’art. 48 delle Note Tecniche di Attuazione (NTA) del Piano Regolatore Generale (PRG) in modo da permettere a chiunque di costruire residenze (villette) in zona agricola. La motivazione addotta dal Dirigente del settore Urbanistica è che il vecchio dirigente si ricorda che la volontà del vecchio consiglio comunale che adottò il PRG 10 anni fa era di permettere a tutti e non solo agli agricoltori di costruire in campagna .
Se la cosa non fosse tragica verrebbe da ridere.
Con le associazioni di imprese del settore edilizio che abbandonano l’idea di continuare a consumare suolo agricolo e si rivolgono alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente viene da chiedersi a chi serve costruire in campagna.
Chiaramente una manovra elettorale di bassissima lega a pochi giorni dalle elezioni comunali. Dopo la vicenda idrica, un’altro attacco ad un Bene Comune della collettività iblea: il Paesaggio, a favore degli interessi privati dei cementificatori e per interessi di potere a Palazzo di Città.
Ragusa invece ha bisogno di valorizzare il patrimonio esistente e fra questo c’è proprio il paesaggio. Ha bisogno per risollevarsi di puntare sulla bellezza e non, per fini particolaristici, distruggere beni, come il paesaggio, che appartengono a tutti i cittadini.
Ma anche quando si modificasse l’interpretazione dell’art. 48 delle NTA del PRG liberalizzando la costruzione di nuove residenze in zona agricola, non si potrebbero rilasciare le concessioni perché basate su presupposti illegittimi. Infatti sono illegittimi i pareri rilasciati dalla Soprintendenza perché in violazione dell’art. 42 delle NT del Piano Paesaggistico.
A tal proposito Legambiente chiederà al nuovo Soprintendente ed al Dirigente del Paesaggio la revoca in autotutela di tutti quei pareri rilasciati nell’ultimo anno e che non hanno prodotto effetti, e si riserva di segnalare alla Regione siciliana, nonché all’Autorità giudiziaria, i fatti.