Incidenti fantasma: truffa per mezzo milione di euro
Una truffa disinvolta perpetrata negli anni e mai registrata a Ragusa, con un danno ingente alle compagnie assicurative e ai cittadini. L’attività congiunta della Polizia Stradale e della Squadra Mobile di Ragusa, nell’ambito dell’operazione “Sinistri fantasma”, ha portato all’arresto, ieri sera, di Salvatore Ruggieri, ragusano di 50 anni, ex perito assicurativo, per il reati di frodi assicurative in concorso. L’uomo, insieme ad gli altri 72 indagati, e con la compiacenza di periti assicurativi, aveva creato, a Ragusa, un sistema collaudato di truffe alla compagnie assicurative, simulando 200 falsi incidenti e procurando un danno patrimoniale alle compagnie assicurative (Assicurazioni Generali, Bernese, Sai, Allianz spa, Toro, Fondiaria-Sai s.p.a., Carige, Unipol, Milano Assicurazioni, Nuova Maa) di circa 500.000 euro. Durante l’esecuzione della misura si è proceduto alla perquisizione dell’abitazione ove sono stati rinvenuti altri 46 moduli di constatazione amichevole di incidenti già compilati, l’ultimo dei quali riportava la data del 15 dicembre 2012. La perquisizione è stata estesa presso la sede dell’autofficina RUGGICAR, a Ragusa, in uso al Ruggieri: all’interno vi erano diverse auto smontate, in fase di riparazione; l’officina, priva di autorizzazioni e dei requisiti di sicurezza del lavoro, è stata sottoposta a sequestro. L’attività investigativa ha avuto inizio nel 2008 e si è protratta fino al 2012; sono stati effettuati riscontri cartacei, intercettazioni ambientali e telefoniche, che hanno permesso di accertare le responsabilità degli indagati. Ruggieri, utilizzando propri documenti di identità, degli altri indagati e di alcune persone inconsapevoli, le foto di mezzi già incidentati, con la compiacenza di un perito, predisponeva falsi C.A.I.; dopo aver effettuato le fotografie al veicolo danneggiato, consegnava al perito incaricato il cd-rom con le foto e la fattura attestante le riparazioni, quindi riceveva l’assegno a seguito di delega firmata dal proprietario del veicolo danneggiato. L’indennizzo veniva pagato direttamente, modalità prevista per risarcimenti fino a 2.500 euro. L’arrestato, per evitare che presso gli archivi ISVAP risultasse come plurisinistrato, modificava leggermente il proprio nome ed il codice fiscale. Tuttavia, incrociando i dati acquisiti, gli investigatori hanno accertato che erano riconducibili al medesimo ben 117 incidenti stradali (nel periodo compreso tra il 31 gennaio 2001 e l’1 dicembre 2008. Il sistema messo in piedi consentiva, dopo un breve periodo, di ripresentare sempre allo stesso perito compiacente un nuovo cd-rom contenente le foto dello stesso veicolo, talvolta provocando maggiori danni (come risulta dalle intercettazioni ambientali), per simulare altri sinistri e percepire maggiori risarcimenti.