Primi blocchi dei Forconi. Forse anche a Coffa. Appello di Crocetta.

Primi blocchi dei Forconi. Forse anche a Coffa. Appello di Crocetta.

blocco trafficoArrivano i Forconi. Da mercoledi pomeriggio la protesta si sta intensificando ed è già attivo il primo blocco a San Gregorio, all'ingresso dell'autostrada Catania Messina. I rappresentanti del movimento riferiscono di code di alcuni chilometri. Mariano Ferro  intervistato da Teleiblea ha detto che è molto probabile che un altro blocco stradale verrà organizzato sulla 514 a Coffa. L'inasprirsi della protesta è stato motivato con la poca sensibilità di Crocetta che nonostante avesse convocato i rappresentanti del Movimento per mercoledi a Palermo, ha poi disertato l'incontro. Una delle più pressanti richieste avanzate dai Forconi riguarda la vertenza contro l'esattoria e le banche. Secondo Ferro se la Regione non inteverrà in favore dei siciliani in difficoltà non sarà possibile far ripartire l'economia. Intanto il Presidente della Regione Rosario Crocetta e il governo regionale tutto,  nella consapevolezza di  avere già approvato e di essere in iter di approvazione all'interno della finanziaria regionale una serie di misure a favore dell'agricoltura e piccole medie imprese siciliane,  fanno appello ai manifestanti che hanno avviato i blocchi, affinché li interrompano immediatamente per non causare ulteriori danni ai produttori, in particolare agricoli. “Da una stima dell'assessorato all'agricoltura, - dice Crocetta - il blocco dell'anno scorso ha causato mezzo miliardo di perdite e sicuramente gli agricoltori siciliani non possono permettersi di subire questi ulteriori danni, in una fase tra le più competitive per la Sicilia, in cui devono invece vendere
i prodotti.
Chiamiamo tutti al senso della responsabilità, perché la ripresa economica e
delle imprese passa dal dialogo e dalla collaborazione,  e non dalle azioni di
forza. Il governo dichiara – conclude il governatore - di essere disponibile a
discutere con i manifestanti al fine di rimuovere i blocchi".


In crisi anche i centri commerciali di Ragusa.

In crisi anche i centri commerciali di Ragusa.

Basta centri commerciali 1Forse organizzare una manifestazione con lo striscione del titolo è un pò troppo ma la crisi colpisce tutti e bisogna trovare delle soluzioni.  Ma spesso siamo proprio noi gli artefici di una strategia che porta alla autodistruzione con la scusa dell'investimento sproporzionato. A Catania oggi i commercianti hanno accusato i centri commerciali di aver causato la chiusura di centinai di negozi in città. Un rappresentate dei commercianti ha dichiarato infatti che proprio la città etnea è quella in Europa con il maggior numero di centri commerciali con il conseguente abbandono della tradizionale passeggiata in centro.  Ci sono delle valutazioni in merito da fare. Intanto dobbiamo dire che le  strutture – di solito a forma di “scatoloni” – atterrate sul territorio, deturpano il paesaggio, rendono la viabilità della zona un incubo e, almeno sino a un po’ di tempo fa, rappresentavano lo standard socialmente accettabile di destinazione del tempo libero e delle risorse finanziarie di giovani e anziani.  I  centri commerciali di mezza Europa però  stanno morendo. Diminuiscono il numero delle presenze e i fatturati, e si accorcia il ciclo di vita. Un centro commerciale mediamente oggi diventa vecchio dopo pochi di anni dall’apertura o nasce già con difficoltà.

Si impone la necessità di capire le cause di questa tendenza e comprendere verso quale evoluzione questo format si sta spostando.  Sicuramente la saturazione del territorio, e la sovrapposizione dei centri commerciali sullo stesso bacino di utenza, rende più difficile sostenere la competizione.  Le offerte dei cc sono sempre più uguali tra loro e comunque poco innovative. I brand rappresentati sono gli stessi – poche le novità – e non sono diversi da ciò che potrebbe offrire  anche un centro cittadino. La sovrapposizione territoriale e la mancanza di differenziazione fanno sì che la frequentazione sia ormai basata sul vicinato più che sulla capacità di attrazione. Questo fatto riduce i margini economici ma cambia anche profondamente le esigenze riguardanti il mix di offerta e la capacità di soluzione. Ultimo elemento: lo shopping, a causa della crisi economica, è sempre meno un motivo di attrazione per le persone che, anzi, si stanno muovendo verso una maggiore pianificazione e sostenibilità degli acquisti e rifuggono l’impulso. In sostanza sempre più raramente lo shopping è pura occasione di intrattenimento e aggregazione e sempre più funzionalità. Si evidenzia una contraddizione difficilmente risolvibile: da un lato solo operatori commerciali riescono a sostenere i costi di affitto di un centro commerciale  ma questi fanno sempre più fatica a funzionare da “locomotive”, dall’altro lato le offerte non o meno commerciali (ad esempio quelle legate alla socialità e all’intrattenimento) non riescono a produrre sufficiente reddito e a creare circoli virtuosi consistenti per le attività commerciali.  Ed  è così anche nella provincia di Ragusa dove, facendo il verso al polo commerciale modicano  di una volta sono nati negli ultimi anni altre tre realtà similari. Specificatamente per il capoluogo  oggi  si è tenuto un incontro tra i Direttori dei Centri Commerciali di Ragusa, “Le Masserie” Dr. Vincenzo Trischitta e del Centro “Ibleo” Dr. Pasquale Barbaro , unitamente con i Segretari Generali della Fisascat-Cisl,Vera Carasi e della UILTuCS – UIL, Angelo Gulizia.  La riunione ha messo in luce il grave stato economico in cui versano le imprese che operano all’interno dei due distretti commerciali, che registrano un calo  significativo degli incassi, solo nel 2012, pari al 40%.   Con questi numeri non è pensabile riuscire a sopportare i costi di gestione che nei centri sono abbastanza alti visto l'investimento iniziale.  Il sindacato ha fatto presente ai due direttori che per poter gestire al meglio la grave crisi congiunturale, e per poter affrontare con più efficacia le questioni che riguardano i lavoratori è necessario avviare un confronto, da subito, tra tutti soggetti interessati.  Anche e soprattutto per regolamentare l’orario di lavoro nella sua articolazione globale, e in quella delle aperture domenicali, per poi esaminare la questione ferie e permessi, flessibilità orari ed eventuale istituzione della banca ore, etc.   Si è convenuto di fissare per la prossima settimana un incontro coi titolari degli esercizi commerciali e con una rappresentanza di lavoratori che operano all'interno dei due Centri Commerciali di Ragusa, per l'apertura di un vero e proprio tavolo di contrattazione di secondo livello, al fine di trovare soluzioni condivise e dare le giuste risposte alle esigenze dei lavoratori.  Come però sempre acacde si pensa ai lavoratori ma nessuno spreca un rigo per gli imprenditori che devono dare lo stipendi e tenere in piedi l'attività. Saremmo dell'idea che è necessario intervenire anche sugli affitti e sui costi di gestione ed anche sulle tipologie facendo si che il centro abbia una certa varietà di  offerta. Siamo di fronte ad una crisi davvero pesante e per uscirne si devono tentare tutte le strade. Infine un'occhiata ai commercianti tradizionali. Stiamo aspettando che si decida qualcosa sui centri commerciali naturali. La regione dovrebbe approvare i progetti a suo tempo presentati e quindi dare il via ai finanziamenti.  Chissà quando si riuscirà a fare anche questo.

 


Lutto per la provincia.

Lutto per la provincia.

lutto provinciaMi dispiace che i dipendenti della Provincia di Ragusa non abbiano capito lo spirito con il quale ho affrontato l'argomento della cancellazione delle province siciliane.  Prima di tutto mi sono sentito defraudato di 150 anni di storia regionale e di una novantina di storia proprio ragusana.  Poi essendo convinto che tutto questo porterà a molte difficoltà organizzative ho cercato di far capire quello che succederà alla gente ma anche ai dipendenti stessi. Così li ho  accusati di non aver avuto la forza ed il coraggio di alzare un dito, di mettere in piedi una qualunque forma di protesta. Insomma  l'indifferenza e l'ignavia tipica dei ragusani all'insegna del nostro detto, scritto a lettere d'oro, sul simbolo della provincia: U picca m'avasta u magnu m'assupeccia.  E i sindacati? Praticamente nulla. Addirittura la CISL ha posto la cancellazione delle province come una pregiudiziale per andare e  avanti e la CGIL è assolutamente sottotraccia. La città di Ragusa vera e propria perderà molto soprattutto in organizzazione e rappresentanza ed intanto    Rosario Crocetta è raggiante. E brindando alla norma di soppressione delle Province, che oggi diventerà “ufficiale” dopo il voto finale, parla anche di “prima tappa di una rivoluzione importante: siamo riusciti a fare, qui in Sicilia, quello che nemmeno il governo nazionale è riuscito a fare”. È felice Crocetta, e felice, a pochi metri, anche Giancarlo Cancelleri, che “a caldo” rivendicherà il successo, attribuendolo all’azione del Movimento cinque stelle.
Addio alle Province dunque , che verranno sostituite dai liberi Consorzi, nel rispetto “letterale” dello Statuto. La riforma andrà compiuta, nei dettagli, entro e non oltre il 31 dicembre. Nel frattempo, le Province verranno commissariate. Scongiurate le elezioni di fine maggio, mentre per gli organi dei liberi consorzi si opererà con una elezione “di secondo grado”: ovvero non attraverso il voto dei cittadini, ma tramite quello dei rappresentanti dei Comuni che compongono il Consorzio, che potrà essere formato sulla base di alcuni paletti: primo fra tutti quello della popolazione, che non potrà essere inferiore ai 150 mila abitanti. Queste le prime indicazioni poi vedremo come andranno le cose ma è certo che la provincia di Ragusa, "L'isola nell'isola" è morta.



Un film a Scicli

Un film a Scicli

italo caneSono Marco Bocci, Elena Radonicich e Barbara Tabita gli attori protagonisti del film “Italo” dedicato alla storia dello straordinario cane di Scicli (in provincia di Ragusa), divenuta mascotte del paese intero.  La produzione Arà conferma le indiscrezioni diffuse nelle ultime ore e annuncia l’inizio delle riprese tra pochi giorni nei luoghi barocchi del Sud Est siciliano, tra i monumenti patrimonio dell’Umanità. Nel cast anche importanti attori siciliani tra cui la bravissima Lucia Sardo. Con la regia della siciliana Alessia Scarso, Italo racconterà la storia di un cane randagio realmente esistito, morto nel 2011.  Partecipava alle sante messe, ai funerali, ai matrimoni e accompagnava i turisti nelle visite alla scoperta della città barocca. Non apparteneva a nessuno, era il cane di tutti, della città. Una bellissima storia che adesso finirà sul grande schermo. Italo aveva scelto la barocca via Mormino Penna come sua nuova dimora e aveva poi cominciato a frequentare la messa, tanto che il parroco, spazientito, era stato costretto ad apporre fuori un cartello con su scritto "E' vietato entrare ai cani".  Italo ha però comunque garantito la sua presenza in chiesa, soprattutto in occasione di matrimoni, funerali e funzioni religiose. Poi è divenuto la guida/mascotte dei turisti impegnati nei tour a Scicli. Li precedeva e li accompagnava quasi instradandoli.

"Era una storia che chiedeva di essere raccontata, e lo faremo mettendo in scena molti aneddoti attraverso i quali la comunità  ancora oggi affettuosamente ricorda questo cane speciale”, spiega la regista Alessia Scarso.

 

 


Passaggio a livello di via Paestum : si chiude il 6 maggio

Passaggio a livello di via Paestum : si chiude il 6 maggio

Dissuasori_004Questa sembra la decisione irrevocabile delle Ferrovie in merito alla vicenda del passaggio a livello di via Paestum. Infatti una lettera della RFI stabilisce la data del 6 maggio quale inizio dei lavori per la costruzione del muro. A nulla quindi sarebbero servite  le azioni di protesta dei tanti cittadini e commercianti che vorrebbero che la via Paestum non venisse tagliata in due tronconi. Ma le ferrovie sembrano irremovibili. L'accordo fatto a suo tempo con  il consiglio comunale di Ragusa non ammette scusanti ed anzi  è già passato troppo tempo. Se poi ci si aggiunge l'allarme sulla questione sicurezza dei passaggi a livello, vedi sindaco di Modica appena qualche giorno fa,   che viene spesso lanciato da amministratori vari, il quadro si fa irrisolvibile.  Dunque cemento armato a più non posso per chiudere la strada e la questione. Ma il guaio è che, al momento, c'è una particolare situazione politico amministrativa che, in verità, incoraggerebbe le istituzioni ad  andare verso questa soluzione drastica. C'è infatti al comando della città un commissario che può agire secondo regolamento e diritti legali senza  curarrsi del cuore dei cittadini. Questo è un vero toccasana per gli attori in palcoscenico. Se il commissario infatti lascerà che si costruisca il muro tutte le colpe ricadranno su di lui, o di lei, ma non toccheranno i politici in carica o che verranno. E così può sembrare meglio tacere, anche su  questa data dell'ultimatum , per non scatenare reazioni inconsulte. Mi dispiace, lo dico da direttore e da conoscitore delle cose della città, che nessuno dei protestanti  abbia voluto investire  del problema, ufficialmente, qualche candidato alla carica di sindaco della città. Se lo si fosse fatto, nelle piazze e nei luoghi opportuni, il candidato avrebbe saputo come comportarsi considerando che la vicenda è di interesse cittadino.   Intanto ricordiamo che non si può solo chiudere una strada ma occorre predisporre un adeguato piano di traffico alternativo. E come prima cosa bisognerà spezzare il flusso della via Di Vittorio  all'altezza della via   Epicarmo forse con una rotatoria. In caso contrario si verificheranno code lunghissime e  conseguente collera degli automobilisti. Intanto accogliamo il suggerimento di chi si sta occupando della questione. Visto che comunque dovranno restare le sbarre del passaggio a livello anche in considerazione del fatto che sempre  sarà permesso il transito pedonale sui binari, l'idea è quella di approntare un muro provvisorio, ad esempio con una barriera di new  jersey, quei contenitori d'acqua che servono a delimitare le strade. Vediamo che succede al traffico e poi decidiamo di conseguenza. Che ne pensate?


Minardo richiama i contendenti ma....

Minardo richiama i contendenti ma....

pdl di stagnoToccherà all’on. Nino Minardo, riguardo le prossime elezioni amministrative, prendersi la briga di coordinare la  scelta dei soggetti  della coalizione di centrodestra da candidare a primo cittadino sia a Ragusa che nelle altre città dove si vota.  Ma ci sono molti pretendenti e Minardo vuole che  i candidati siano espressione di un  progetto  concreto e di ampie prospettive per il territorio.   La scelta naturalmente non è facile ed ecco che il rieletto deputato nazionale lancia messaggi in codice che devono raggiungere gli interessati : . "Per raggiungere questo obiettivo è importante  allargare gli orizzonti e  avviare un percorso che porti ad  un programma elettorale che metta in primo piano i cittadini ed il tessuto economico del territorio.   Si deve partire comunque   dall’ individuazione di un progetto  che sia essenziale, credibile e di ampie prospettive per il tessuto economico-sociale di ogni città. Gli uomini da scegliere devono essere  soggetti affidabili, autorevoli, lontano dell’antipolitica di maniera e che rappresentino una proposta che sia credibile e che abbia tutti i presupposti e la grande volontà di spendersi per la propria città. Per questo è importante che i tavoli locali, che sono a lavoro da diverse settimane, facciano sintesi e non perdano di vista le reali esigenze dei territori e dei loro cittadini.  Cosa vuol dire tutto questo? Prima di tutto dice l'on.  c'è la credibilità del progetto.  Ma serve anche la credibilità  di chi incarna il progetto.  Ci vuole qualcuno disposto a spendersi, anima e corpo per la città, senza perdere di vista le reali esigenze del territorio.  Forse qualcuno vorrebbe candidarsi ma non ha le caratteristiche giuste e così facendo Minardo gli rammenta quali sono le caratteristiche essenziali che necessitano oggi.  Ma la conclusione del comunicato di Nino Minardo è densa di  messaggi   sottintesi "dialogo e sintesi significa individuare una candidatura che sia espressione di un progetto unitario che non ‘divida’ già alla sua origine, che miri al rilancio economico, che sappia dare sviluppo e crescita, elementi sostanziali e fondamentali per raggiungere obiettivi importanti”. Ma chi è questo personaggio che a Ragusa, ma anche a Modica possa identificarsi nella descrizione? Non sembra sia venuto fuori fino ad ora con l'autorità che necessita il momento delicato. Minardo forse non riesce a portare in porto la barca del PDL sconquassata dai venti turbinosi che spirano da sinistra e dal centro ( sinistra). Staremo a vedere ma il tempo passa e c'è già, come abbiamo detto, qualcuno che pedala da solo verso la cima.

 


Ma a che punto stanno le candidature a Ragusa?

Ma a che punto stanno le candidature a Ragusa?

elezioni schedaCome è andata la super riunione di lunedi a Palermo? Quella che avrebbe dovuto dare indicazioni  al centrosinistra sulle alleanze da consolidare per le prossime amministrative. Non ci sono notizie precise ma sembra che si sia trattato di una riunione, come si suol dire, interlocutoria . Insomma niente di concreto ma  alcuni molto vicini alle leadership  dei partiti dicono che l'idea sarebbe  quella di  lasciare tutte le realtà   locali libere   di fare le alleanza che vogliono in base alle esigenze di ogni città. Cosa significa questo, per esempio,  a Ragusa dove si aspettavano con interesse le decisioni delle  segreterie regionali della coalizione del csx. Se è vera la notizia vuol dire che non ci sono ordini dall'alto ma neanche veti o obblighi. Insomma nessuno vieterebbe una alleanza del Pd con Territorio e la grande coalizione potrebbe essere una soluzione percorribile.  Ma questo  non piace a tutti. Alcuni partiti rivendicano la  loro antica nobiltà  arrogandosi il diritto di prendere decisioni, magari  contro la logica  ma in linea con le vecchie regole  e le controversie personali. E gli avversari che fanno? In verità neanche tanto. Quelli di Grillo hanno precisato, sempre da Palermo, che ancora non ci sono ne liste ne nomi ratificati dal coordinamento regionale in nessuna realtà locale. Il PDL cerca  di mettere d'accordo i candidati di sempre. Mallia o Barone questo il dilemma. L'Idv  ha il suo candidato mentre altri movimenti stanno ponderando la questione per capire se vale la pena scendere in campo.  Alla fine però tutti, da qualunque  parte si guarda il quadro generale sembrano pronti a correre per arrivare almeno  al ballottaggio. Gli esperti dicono infatti che il gioco si farà dopo il primo turno quando la necessità porterà ad  alleanze di ogni genere.


Il paradosso Muos.

Il paradosso Muos.

muos_niscemiLo abbiamo detto più volte la questione Muos è soprattutto politica. Le decisoni si prendono a Roma e a Washington ma non a Niscemi o a Palermo. Bisogna decidere dunque se  vale la pena continuare la battaglia  nell'ambito sanitario  oppure gettare la maschera e puntare dritto al cuore del problema che riguarda questioni militari  ed economiche Intanto Legambiente Sicilia  denuncia che la vicenda del MUOS di Niscemi sta assumendo giorno dopo giorno contorni paradossali e surreali. Al TAR Palermo è pendente il ricorso n. 1864/2011  proposto dal Comune di Niscemi per chiedere l’annullamento delle autorizzazioni, ritenute illegittime, rilasciate dalla Regione nel giugno 2011 per la costruzione del MUOS. Legambiente si è costituita con i propri legali a supporto delle richieste del Comune e a difesa della Riserva Naturale Sughereta di Niscemi, le cui norme di tutela non consentono la realizzazione di tale opera. In data 27 febbraio 2013 la Presidenza della Regione si è costituita dinnanzi al  TAR patrocinata dall’Ufficio Legislativo e Legale a supporto delle richieste del Comune di Niscemi e quindi  contro i provvedimenti dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente e dell’ARPA Sicilia, difesi in udienza dall’Avvocatura dello Stato insieme al Ministero della Difesa. “Roba da non crederci, la Regione si costituisce contro se stessa – denuncia Angelo Dimarca Responsabile  Regionale Conservazione Natura di Legambiente Sicilia -. Basterebbe revocare o annullare i suddetti provvedimenti ed il ricorso decadrebbe. La Regione chiede al TAR di dichiarare illegittimi provvedimenti che potrebbero essere revocati dalla dirigenza regionale che li ha emessi o annullati dal Presidente della Regione ai sensi della LR 10/2000.”Per Legambiente, al di là degli annunci, si stanno precostituendo tutte le condizioni per ingarbugliare sul piano giuridico-amministrativo una vicenda che potrebbe essere chiarita e risolta definitivamente con la immediata revoca delle autorizzazioni regionali che invece permangono in vita e continuano ad alimentare contenziosi.

 


Acqua e politica non vanno d'accordo.

Acqua e politica non vanno d'accordo.

acqua erba (1)Il problema dell'acqua a Ragusa rischia di diventare soprattutto un problema politico invece che di emergenza cittadina. Questo è quello che ci sembra di capire  analizzando la situazione senza però scendere al basso livello della polemica partitica. Vediamo cosa sta succedendo. Il Commissario Rizza deve sbrigare questa faccenda con  il poco che ha  ma certamente  non può  soddisfare le richieste di chi in questo momento vorrebbe trarre dei vantaggi politici. Abbiamo delle certezze: la prima è che l'inquinamento deriva da un comportamento sbagliato di alcune categorie produttive e quelle devono essere aiutate a risolvere il problema. Impianti di biogas, concimaie ed altro ma ci vuole tempo e  soprattutto risorse.  L'altra certezza è il  problema  immediato dell'approvvigionamento per buona parte della città che spende moltissimo denaro per acquistare l'acqua dai privati. Si è sopperito con interventi da parte del comune ma si tratta di una cura sintomatica e non di un intervento risolutore. Arriva a questo punto la notizia che il politico di turno, in questo caso Dipasquale, è riuscito a far finanziare con un milione di euro un progetto complesso e articolato che prevede nuovi pozzi ed altri interventi che dovrebbero risolvere il problema anche per il futuro. A noi è sembrata una buona soluzione  perchè fa intervenire la Regione e permette di pianificare un lavoro definitivo. Ma questo non va bene perchè per alcuni è la solita manfrina pre elettorale. Come se si fosse programmato l'inquinamento con precisione tale da farlo venir fuori prima delle elezioni?  E' davvero difficile da digerire!  Allora dobbiamo considerare tutto alla stessa stregua anche la  lettera di legambiente, oggi recapitata in redazione,  che appare piena di buone intenzioni ma anche piena di cattivi pensieri. Ma siccome, dicono, che  a pensar male si indovina sempre  è meglio  utilizzare lo stesso metodo con tutti. Potrebbe darsi, ad esempio, che qualcuno  delle associazione ambientaliste abbia già la designazione a fare l'assessore in qualche  futura amministrazione e quindi  è fortemente interessato a mettere tutto in cattiva luce?  Speriamo che non sia così e andiamo a vedere cosa sta accadendo a Ragusa.  Questa mattina c'è stata l'ennesima riunione da Prefetto e, a quanto dicono i soliti informati, sono venute fuori delle proposte che sembrano attuabili e potrebbero far cambiare idea al Commissario per quanto riguarda l'ordinanza del 2 aprile prossimo, quella della non potabilità dell'acqua. Intanto, con due interventi di somma urgenza, il Comune sta provvedendo ad allacciare alla rete urbana le risorse dell'ASI e sta mettendo a regime un pozzo che esiste da tempo in contrada Brucè. Un altro intervento, in somma urgenza, prevede la sistemazione di un pozzo nella zona di San Leonardo che ha bisogno di essere "armato" con  strutture fisse.  Con i fondi della Regione poi si potranno attivare degli studi geologici per individuare la zona dove effettuare delle nuove trivellazioni.  Questo è quanto sta avvenendo e ora pubblichiamo la lettera di Legambiente. La prossima volta ci farebbe piacere però che, sotto, ci sia la firma, cioè un nome al quale si possa fare riferimento e che quindi possa essere riconosciuto in caso di coinvolgimenti politici.

Si è concluso con un sostanziale e grave nulla di fatto il confronto tra Legambiente (rappresentata dal Presidente Antonino Duchi e dal segretario Gioacomo Boscarelli) ed il Commissario comunale Rizza. Ancora più grave, secondo l'Associazione ambientalista, la sensazione, che l'incontro ha contribuito a determinare, che intorno alla crisi idrica di Ragusa si stia giocando una partita tutta politica, il cui obiettivo primario non è tanto la soluzione dell'emergenza e l'avvio di una nuova stagione nella gestione delle risorse idriche, ma il Potere, in particolare il nuovo Potere a Palazzo di Città.

Ragusa si trova in una situazione (con le dovute proporzioni) simile a quella dell'Aquila post terremoto, in cui probabilmente c'è chi già si sta fregando le mani per l'annunciato arrivo di un milione di euro da spendere (una cifra non indifferente, praticamente ormai in piena campagna elettorale) e dove coloro i quali hanno, in tutto od in parte, la responsabilità politica di questo disastro si ergono adesso a campioni della sua soluzione: ovviamente la più dispendiosa, banale e rischiosa, cioè quella di aprire nuovi pozzi e quindi di sfruttare una falda acquifera già duramente penalizzata. Una sensazione che la Commissaria Rizza (la quale, va evidenziato per amore di verità, si è trovata a gestire una patata bollente che altri prima di lei hanno 'cucinato') ha contribuito ad alimentare, con i suoi comportamenti in relazione alle richieste di Legambiente.

L'elemento dirimente è stata la richiesta, fatta da Legambiente più di un mese fa, di un consiglio comunale aperto: un atto dovuto di confronto tra amministrazione, tecnici, enti e città, come luogo privilegiato di dibattito e per l'apertura di una nuova stagione nella gestione idrica, nei fatti fino al momento privatistica (nel senso che viene considerata proprietà privata del Sindaco o Assessore o dirigente di turno) ed omertosa.

A seguito di tale richiesta si è aperto un balletto di scuse e di rimandi, in cui ogni occasione era buona per dilatare e rinviare la decisione, fino alla risposta ufficiale, inviata circa 1 mese dopo la richiesta (!) in cui si nega tale consiglio in quanto “la problematica sollecitata riguarda attività sottoposte ad indagine da parte della locale Procura della Repubblica”.

Chiunque può immaginare la difficoltà in cui si è trovata la Commissaria nell'apprendere che la Procura di Ragusa, specificamente consultata da Legambiente, si è mostrata poco o per niente preoccupata da tale Consiglio comunale: è apparso quindi evidente che, dietro le motivazioni formali, ve ne siano altre sostanziali, e cioè che non si vuole che qualcuno si faccia la campagna elettorale sull'acqua e tramite il consiglio comunale aperto. Un problema che evidentemente diventa sempre più 'sostanzioso' visto che il voto si avvicina, e quindi il consiglio comunale, grazie alla tattica dilatoria del comune, si svolgerebbe ormai ad 1 mese e mezzo dalle elezioni...

In pratica ci si preoccupa più di mantenere o di non urtare certi equilibri politici, non sappiamo se per convinzioni personali, per riflesso condizionato o per pressioni non evitabili dall'alto, che di 'aprire' ad una gestione dell'acqua trasparente e partecipata.

Altrettanta tattica dilatoria e poco collaborativa è stata mostrata nel rispondere alle richieste di dati, documenti ed informazioni: una richiesta importante, in quanto Legambiente, come è giusto, vuole basare le proprie convinzioni, proposte ed (eventuali) critiche su dati concreti. L'atteggiamento della Commissaria è stato di estremo fastidio per questa celere e pressante richiesta: sia per la richiesta dei documenti dell'esperto, sia per quella dei dati analitici (Legambiente ha chiesto che vengano messi a disposizione in tempo reale a tutta la cittadinanza) ma in particolare quando si è chiesta copia del carteggio tra Comune e Regione riguardo alla richiesta di finanziamento di nuovi pozzi: Legambiente dovrebbe, in una situazione di emergenza, andare per vie strettamente formali, e l'amministrazione si riserverebbe se e quando fornire i documenti (traduzione: alle Calende greche, quando ormai le decisioni saranno prese e il commissario se ne sarà tornato bellamente a Palermo, avendo messo i bastoni fra le ruote a Legambiente: fatto sicuramente gradito da parte di chi ha visto la nostra Associazione sempre come il fumo negli occhi).

Ci chiediamo: che cosa c'è da nascondere? Quando ancora dovremo sopportare una tale gestione della cosa pubblica?

C'è davvero di che disperarsi. A meno che non ci sia una 'rivolta di massa' della cittadinanza contro una simile gestione del Potere: ma c'è da aspettarselo da una comunità che si è fatta in questi anni così facilmente abbagliare da rotatorie, parcheggi e quant'altro? Auspichiamo che la crisi idrica porti ad un cambiamento di mentalità radicale nella popolazione. Legambiente, come sempre, continuerà ad impegnarsi per questo.


I Forconi dal Prefetto.

I Forconi dal Prefetto.

forconiIncontro con il prefetto di Ragusa  di una nutrita rappresentanza dei  Forconi per chiarire la posizione del movimento dopo la prima settimana di protesta..  La preoccupazione è quella avanzata da molte associazioni di categoria che un eventuale blocco stradale potrebbe portare causare gravissime difficoltà economiche considerato il momento difficile per tutta la regione siciliana.   La foto si riferisce ad un incontro della settimana scorsa ed il portavoce del Movimento, assente Mariano Ferro impegnato nella zona di Catania,  ha voluto precisare che al momento non ci saranno azioni eclatanti e quindi non si prevedono blocchi. Ma si aspettano risposte concrete da parte della regione. Se non si avranno novità di rilievo con l'accoglimento di alcune richieste importanti soprattutto nel settore dei trasporti, si passerà all'azione con tutte le conseguenze paventate. il prefetto Vardè ha apprezzato il comportamento responsabile del Movimento evidenziando appunto le difficoltà in cui versano i var settori dell'economia. Ora dunque aspettiamo di aapere se il presidente Crocetta a cui è rivolto l'appello dei Forconi  avrà delle risposte per loro.