Tutti gli uomini e le donne del sindaco
Da Palazzo dell’Aquila arriva la notizia che si è insediata la Giunta, con gli assessori confermati intenti a proseguire le attività in corso e i nuovi a prendere contezza dei rispettivi settori. Il sindaco ha voluto riconfermare i più stretti collaboratori. In continuità con il mandato precedente rinnovando l’incarico di capo di gabinetto a Nunzio Basile e di portavoce a Fabio Manenti. Nello staff ci sarà posto anche per Clorinda Arezzo, che continuerà a seguire i numerosi progetti avviati in questo ambito. Tutto previsto e quindi nessuna novità per la giunta a parte questo coinvolgimento per l’ex assessore Arezzo premiata per le iniziative portate avanti nel passato, cosi dice il comunicato. Ci dicono anche che Mario D’asta si è dimesso da consigliere facendo scorrere la graduatoria mentre non intendono farlo ne Gurrieri ne la signora Pasta. Almeno per il momento. Finalmente, sistemati uomini e posizioni potremo vedere all’opera la macchina da guerra, civica, che ha messo su Cassì. Ci sono tante cose da fare a partire dall’organizzazione dell’estate, Non parliamo di concerti e spettacoli dove imperversavano gli assessori precedenti che facevano a gara per riempire 4 facciate, fitte fitte, del dépliant delle manifestazioni estive. Inutile allora, dire: poche ma buone, non c’erano orecchie per sentire. Ora a questa incombenza ci dovrà pensare il sindaco e speriamo che abbia tanto da fare per amministrare da dover limitare il suo impegno nel settore, scusate se lo ripeto ma senza voglia di offendere( e il sindaco lo sa), dei “sollazzi”. Apprezzabile anche la notizia che nell’ambito del completamento del nuovo Museo della Città che sta nascendo a Palazzo Zacco ha trovato posto in una delle stanze dello storico edificio, il plastico in gesso del Palazzo di Governo che l’arch. Ugo Tarchi realizzò prima di avviare i cantieri: un reperto di un secolo fa di grande
interesse storico, per decenni abbandonato ( mi risulta he fosse in un sottoscala del Comune) ed oggetto di un complesso lavoro di restauro, che rappresenta la memoria di quando Ragusa Superiore e Ibla si riunificarono e la nostra città divenne capoluogo di provincia, dotandosi di questo immobile che è ancora oggi il fulcro della vita pubblica”.