“Gli Egizi e i doni del Nilo”,

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La Si­ci­lia per la prima volta os­pi­ta i re­per­ti delle col­le­zio­ni del Museo Egi­zio, il più an­ti­co Museo al mondo de­di­ca­to alla sto­ria dell’an­ti­co Egit­to. Ra­gu­sa, ca­pi­ta­le del ba­r­oc­co, accoglierà a par­ti­re dal 13 ap­ri­le 2025 la mos­tra “Gli Egizi e i doni del Nilo”, che pro­po­ne un viag­gio alla sco­per­ta di una delle civiltà più anti­che del Me­di­ter­ra­neo.
Oltre tre­mi­la anni di sto­ria lungo le spon­de del Nilo sa­ran­no nar­ra­ti al Museo della Cat­te­dra­le – Pa­la­z­zo Ga­ro­fa­lo, dove si po­tran­no co­nos­ce­re le ab­itu­di­ni, l’arte, la re­li­gio­ne, le tombe e molto altro an­co­ra, at­tra­ver­so l’es­po­si­zio­ne di 24 re­per­ti pro­ve­nien­ti da To­ri­no, e con la par­te­ci­pa­zio­ne di al­cu­ni musei si­ci­lia­ni che os­pi­ta­no opere egi­zie quali il Museo Ar­cheo­lo­gi­co Na­zio­na­le An­to­nio Sa­li­nas di Pa­ler­mo, il Museo Ar­cheo­lo­gi­co Ibleo di Ra­gu­sa, e il Museo del Pa­pi­ro “Cor­ra­do Ba­si­le” di Si­ra­cu­sa. Un’ope­ra­zio­ne co­ra­le e di gran­de re­spi­ro, con la pro­du­zio­ne di Ar­the­mi­sia, ar­te­fi­ce delle mos­tre di mag­gior suc­ces­so al mondo. La mos­tra, at­tra­ver­so l’es­po­si­zio­ne di pre­zio­si ma­nu­fat­ti an­ti­chi, sale mul­ti­me­dia­li, ap­pa­ra­ti di­dat­ti­ci e sce­no­gra­fi­ci, con­sen­te di com­pren­de­re e di im­mer­ger­si nel mondo dell’an­ti­co Egit­to, per una espe­rien­za unica.
Pro­mos­sa dal Co­mu­ne di Ra­gu­sa e dal Museo Egi­zio – To­ri­no, la mos­tra è pro­dot­ta e or­ga­ni­z­za­ta da Ar­the­mi­sia  ed è cu­ra­ta per il Museo Egi­zio da Paolo Ma­ri­ni. Nel Museo della Cat­te­dra­le – Pa­la­z­zo Ga­ro­fa­lo di Ra­gu­sa, gio­iel­lo del ba­r­oc­co si­ci­lia­no, i vi­si­ta­to­ri sco­priran­no l’an­ti­ca civiltà ni­lo­ti­ca at­tra­ver­so un per­cor­so es­po­si­ti­vo idea­to at­tor­no ai re­per­ti del Museo Egi­zio – oltre alle opere pro­ve­nien­ti dai musei della Si­ci­lia -, un rac­con­to a ri­tro­so nel tempo, dall’Epoca Pre­d­i­nas­ti­ca (3900−3300 a.C.) all’Età greco-​romana (332 a.C.−395 d.C.). Vasi, stele, amu­le­ti e pa­pi­ri, oltre ad una mas­che­ra fu­ne­ra­ria in car­ton­na­ge, of­friran­no al pu­bbli­co una sin­te­si del Museo Egi­zio più an­ti­co al mondo, che ce­le­bra nel 2025 i due­cen­to anni dalla sua nas­ci­ta.
Tra i ca­po­la­vo­ri in mos­tra, un mo­del­li­no di im­bar­ca­zio­ne pro­ve­nien­te dai cor­re­di fu­ne­ra­ri del Primo Pe­rio­do In­ter­me­dio (2118 – 1980 a.C.), in legno stuc­ca­to e di­pin­to, de­co­ra­to con la cop­pia di occhi udjat a pro­te­zio­ne dello scafo. Per gli an­ti­chi egizi il viag­gio del de­fun­to verso la città sacra di Abido av­ve­ni­va su ques­to tipo di im­bar­ca­zio­ni. Dalla Gal­le­ria della cul­tu­ra ma­te­ria­le del Museo Egi­zio pro­vie­ne il set com­ple­to di vasi ca­no­pi in ala­bas­tro di Pta­hho­tep, vis­su­to du­ran­te il Terzo Pe­rio­do In­ter­me­dio (1076 – 722 a.C.). I 4 vasi, uti­li­z­za­ti per con­ser­va­re se­pa­ra­ta­men­te gli or­ga­ni del de­fun­to, sono chiusi da co­per­chi che ri­tra­g­go­no le teste zo­omor­fe dei Figli di Horus.  L’es­po­si­zio­ne de­di­ca anche un focus alle fi­gu­re di Jo­hann Joachim Winckelmann e Jean-​François Cham­pol­lion, con una ri­fles­sio­ne che ri­por­ta il vi­si­ta­to­re alle ori­gi­ni dell’egit­to­lo­gia.
Winckelmann, mas­si­mo espo­nen­te del Ne­o­clas­si­cis­mo, fu il primo a scri­ve­re un tr­at­ta­to sull’arte egi­zia, men­tre Cham­pol­lion, de­ci­fra­to­re dei ge­rogli­fi­ci, contribuì alla com­pren­sio­ne della lin­gua e della cul­tu­ra egi­zia, get­tan­do le basi dell’egit­to­lo­gia mo­der­na.

“Quan­do, nei mesi scor­si, il di­ret­to­re del Museo Egi­zio di To­ri­no, Chris­tian Greco, tenne due stra­or­di­na­rie e co­in­vol­gen­ti con­fe­ren­ze sulla civiltà egi­zia, – di­chia­ra il sin­da­co di Ra­gu­sa Peppe Cassì – fu­ro­no cen­ti­naia i ra­gu­s­a­ni ac­cor­si ad as­col­tar­lo, am­ma­lia­ti del fas­ci­no di una sto­ria che, a dis­pet­to del ter­mi­ne “sto­ria”, è senza tempo. Fu l’en­ne­si­ma con­fer­ma della pas­sio­ne per la cul­tu­ra che anima il nos­tro ter­ri­to­rio, luogo di ispi­ra­zio­ne di al­cu­ni degli ul­ti­mi gi­g­an­ti della let­te­ra­tu­ra, come Scia­s­cia, Bu­fa­li­no e Con­so­lo, non­ché del Ca­mil­le­ri ci­ne­ma­to­gra­fi­co. “Gli Egizi e i doni del Nilo” si in­se­ris­ce così in un pro­gram­ma di even­ti cul­tu­ra­li che di gran lunga an­ti­ci­pa e pro­lun­ga la nos­tra es­ta­te, da pri­ma­ve­ra ad au­tun­no in­ol­tra­to: espe­rien­ze, per­cor­si, attività, spet­ta­co­li e in­con­tri che per­met­teran­no di sen­ti­re ad­dos­so la ‘sug­ges­tio­ne Ra­gu­sa’.”

“Por­ta­re a Ra­gu­sa una mos­tra di tale por­ta­ta, con il pieno co­in­vol­gi­men­to del presti­gio­so Museo Egi­zio di To­ri­no, sem­bra­va un sogno am­bi­zio­so. Oggi è realtà: con “Gli Egizi e i doni del Nilo” Ra­gu­sa e tutta la Si­ci­lia si ap­presta­no a vi­ve­re un viag­gio stra­or­di­na­rio nella geo­gra­fia e nel tempo, con re­per­ti che rac­con­ta­no mil­len­ni di civiltà, di arte e di spiritualità di là dal Nilo.  Ques­ta es­po­si­zio­ne rap­pre­sen­ta un’im­por­tan­te opportunità per Ra­gu­sa, che si af­fer­ma sem­pre più come cen­tro cul­tu­ra­le di li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, ca­pa­ce di at­trar­re e os­pi­ta­re in­izia­ti­ve di ri­co­nos­ciu­to va­lo­re, meta di ri­fe­rimen­to per chi ama l’arte. Il ri­sul­ta­to è frut­to di un la­vo­ro co­mu­ne, av­via­to negli scor­si anni gra­zie al dia­lo­go con il di­ret­to­re del Museo Egi­zio, Chris­tian Greco, a cui va la nos­tra gra­ti­tu­di­ne, e reso pos­si­bi­le dal con­tri­bu­to di nu­me­ro­se realtà del ter­ri­to­rio: is­ti­tu­zio­ni po­liti­che e cul­tu­ra­li, azien­de di ec­cel­len­za, as­so­cia­zio­ni di ca­te­go­ria e cit­ta­di­ni, che hanno ris­posto con en­tu­s­ias­mo alla sfida”, af­fer­ma l’As­ses­so­re Gio­van­ni Gur­rie­ri.

“Il Museo Egi­zio porta in Si­ci­lia una mos­tra e una sto­ria mil­le­na­ria rac­con­ta­ta da re­per­ti ori­gi­na­li che, di­nas­tia dopo di­nas­tia, con­du­co­no i vi­si­ta­to­ri dal IV mil­len­nio a.C. al II se­co­lo d.C.: si parte con un an­ti­chis­si­mo vaso, le cui pa­re­ti rac­con­ta­no l’attività che si svol­ge­va lungo il Nilo, e si ter­mi­na con una mas­che­ra fu­ne­ra­ria in car­ton­na­ge, em­ble­ma di quel Paese che, ormai con­quis­ta­to dai Ro­ma­ni, ri­ma­ne an­co­ra ag­grap­pa­to alle usan­ze dell’Egit­to fa­rao­ni­co. Il tutto è ar­ric­chi­to da is­tal­la­zio­ni digi­ta­li che per­met­to­no di tras­for­ma­re sem­pli­ci copie in ar­te­fat­ti, in grado di co­in­vol­ge­re il pu­bbli­co e di rac­con­ta­re più sto­rie. Fon­d­amen­ta­li le si­ner­gie con altre im­por­tan­ti is­ti­tu­zio­ni mu­sea­li della re­gio­ne, come il Museo Ar­cheo­lo­gi­co Re­gio­na­le ‘An­to­nio Sa­li­nas’ di Pa­ler­mo e il Museo del Pa­pi­ro ‘Cor­ra­do Ba­si­le’ di Si­ra­cu­sa”, di­chia­ra il cu­ra­to­re del Museo Egi­zio e della mos­tra, Paolo Ma­ri­ni.

“Da qual­che anno por­ti­a­mo avan­ti un bel­lis­si­mo pro­get­to di va­lo­ri­z­za­zio­ne dei ter­ri­to­ri ita­lia­ni meno co­nos­ciu­ti al pu­bbli­co delle mos­tre d’arte – dice Iole Siena, Pre­si­den­te di Ar­the­mi­sia –; è’ un pro­get­to che mi sta molto a cuore, sia per­ché ri­ten­go che l’ec­cel­len­za del nos­tro paese risie­da pro­prio in quei cen­tri che sono più pic­co­li solo geo­gra­fi­ca­men­te, e per un sen­ti­re for­te­men­te etico, che mi spin­ge a voler met­te­re l’arte e le gran­di mos­tre a dis­po­si­zio­ne di tutti. Le mos­tre d’arte por­ta­no in­evi­ta­bil­men­te con sé anche uno svi­lup­po tu­ris­ti­co ed eco­no­mi­co, e ques­to dà an­co­ra più senso a tutto il la­vo­ro che fac­cia­mo. Ra­gu­sa rap­pre­sen­ta il cuore pul­san­te di ques­to pro­get­to, e sono par­ti­co­lar­men­te fe­li­ce di par­te­ci­pa­re a ques­ta “prima volta”, dato anche il mio per­so­na­le e stret­tis­si­mo le­ga­me af­fet­ti­vo con la Si­ci­lia.”

di Redazione12 Apr 2025 15:04
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