Lo stretto ed i traghetti.

< class="t-entry-title title-giornale-before h3">>

In questi giorni di grandi rientri segnati dal bollino rosso o nero a seconda di chi lo racconta abbiamo notato, con una certa soddisfazione, che  non c’è stata la minima difficoltà ad attraversare lo stretto di Messina. Nei diversi servizi messi in onda dalla testata regionale della Rai e da altre emittenti gli intervistati si sono mostrati soddisfattissimi del servizio confermando che nonostante il gran numero di vetture i tempi di attesa erano praticamente nulli. La soluzione adottata era una delle più semplici. Basta infatti aggiungere qualche traghetto in più ed aumentare le corse soprattutto nelle giornate  cruciali. Insomma l’uovo di Colombo e per tutti gli ultimi anni ci siamo fatti prendere in giro dall’Italia intera che ci accusava della solita mancanza di organizzazione. Nasce quindi spontanea l’esigenza di un collegamento più rapido anche se non più agevole e di questo se ne potrà parlare dopo. Il ponte di fronte a questi numeri perde molto del suo fascino ma rimane il problema dei treni. Io non sono un innamorato della grande struttura che costerà quasi 14 miliardi, forse anche di più, e sarà completata a metà degli anni 30, si spera. E’ chiaro che non serve attraversare lo stretto in 10 minuti tra raccordi e scambi quando poi l’alta velocità è ancora ferma a Salerno. La Messina Palermo e la Catania Palermo sono delle linee del secolo scorso e non permettono di viaggiare ad alte velocità. E allora? E allora dovremmo chiedere a Salvini che tutti quei miliardi si spendano per interventi in Sicilia e in Calabria sulle strade e le ferrovie. Ma lui non ci sente perchè il business    è troppo grande.

di Direttore04 Set 2023 22:09
Pubblicità