C’è molto da fare..
Da Forza Italia al PD ma anche a quanto pare il M5S è il momento di rivedere le posizioni che fino a dora hanno tenuto in piedi quei partiti. Chi prenderà in mano FI dopo Berlusconi? Si metterà in piedi qualcosa di classico partendo dalle città, con le tessere, fino ad arrivare ad un congresso riformatore. Però, intanto c’è da governare e c’è il rischio che ognuno vada per fatti suoi e Schifani si senta in dovere di accentrare tutto su di lui commettendo anche qualche cavolata, da Comiso a Taormina. Vedremo. E c’è sempre il punto interrogativo di Miccichè se smetteranno e quando di tenerlo sotto tiro Il PD invece l’organizzazione ce l’ha e cerca di farla andare. Oggi si riunita la segreteria regionale a Catania per discutere di “Elezioni amministrative, analisi del voto e situazione politica. Anthony Barbagallo ha così commentato durante i lavori .“Un’analisi del voto delle ultime amministrative lunga e approfondita, a tratti con passaggi duri e intensi perché per il PD non è stata certamente una vittoria. Però abbiamo rilanciato la prospettiva politica e le nostre proposte per una opposizione sempre più tenace al governo Schifani e a Giorgia Meloni. A partire dalle battaglie dell’autonomia differenziata, per una sanità più equa e giusta e un sistema dei rifiuti in Sicilia che aspetta una riforma da troppo tempo. Sono battaglie su cui incalzeremo da subito nelle aule parlamentari e fuori dal palazzo questa destra oramai così tracotante”. E’…Inutile tentennare, la sconfitta è stata netta, incassiamo il colpo consapevoli di essere stati colpiti, lì dove meno ce lo aspettavamo, nelle città, nelle amministrazioni locali”. In moltissimi comuni la lista si ferma sotto il 10%, il Partito, non vince e non cresce. Questo ci tocca dire con severità, questo l’atto di colpa che spetta ad un Partito che ha scelto di iniziare il lavoro di ricostruzione a partire dalla propria credibilità e dal riconoscimento dei propri errori. Numerosi gli interventi che si sono alternati dopo l’intervento del segretario: da Antonello Cracolici a Peppe Provenzano, da Nello Dipasquale al capogruppo Pd all’Ars, Michele Catanzaro, ad Antonio Nicita e Mirello Crisafulli.