“Senza dignità non è lavoro- verità per Daouda”

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Non c’è aria di festa nel 1° maggio di Acate. CGIL, Libera e Flai CGIL hanno celebrato, con un
migliaio le persone provenienti da ogni dove, la ricorrenza sotto il nome di Daouda Diane, il
mediatore culturale ivoriano scomparso nel nulla, nel centro ipparino e di cui non si hanno più
notizie dal 2 luglio, e nelle contrarietà alle decisioni del Governo nazionale, che proprio in questo
giorno, lanciando una provocazione al sindacato, approva un decreto che allunga il precariato, da
un colpo alle tutele e aumenta la precarietà.
Nello striscione che ha aperto il corteo c’è tutto il senso di questa iniziativa.
“Senza dignità non è lavoro- verità per Daouda” c’era scritto e dietro la presenza di Don Luigi
Ciotti, presidente di Libera, di Giovanni Mininni, segretario nazionale della FLAI CGIL, di Alfio
Mannino, segretario generale della CGIL Sicilia; il Magistrato di Cassazione, Bruno Giordano, già
direttore capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro che in una lettera appello a Mattarella ha
chiesto di fare piena luce sulla scomparsa di Daouda Diane.
In Sicilia mancano gli ispettori del lavoro, sottolinea Alfio Mannino, e dice si all’autonomia
differenziata. Bisogna ripercorrere la lezione di Pio la Torre nella lotta alla mafia ed è venuta l’ora,
conclude Mannino, di cambiare passo e se il Governo non lo farà il mondo del lavoro reagirà.
Nelle parole di alcuni lavoratori che si sono susseguiti sul palco i timori di un lavoro che non c’è, se
non è precario, sfruttato e mal pagato. Un mondo di diritti negati in ogni attività lavorativa.
Nei campi attorno ad Acate e nella fascia trasformata, nei centri commerciali, c’è chi lavora anche
il 1° maggio con scarse tutele e non in piena sicurezza. I morti sui luoghi di lavoro sono aumentati
in modo esponenziale perché la ricerca del profitto ha reso più rischioso gli spazi di lavoro con
persone avanti negli anni che stazionano nelle impalcature.
“Chissà se mai la vicenda di Daouda Diane entrerà in un aula di tribunale” si chiede il dr. Bruno
Giordano. È sparito perché è stato coraggioso a dire la verità e a farla conoscere. Il coraggio che
altri non hanno avuto, chiosa il magistrato di Cassazione. Quando si ha il coraggio di denuncia non
basta uccidere ma bisogna fare sparire i corpi: è già capitato con Placido Rizzotto, Mauro De
Mauro e adesso con Daouda Diane. Sono i simboli che bisogna cancellare.
Il tema per Giovanni Mininni è sempre quello: la ricchezza nelle mani di pochi. Mafia e Camorra
sommano risorse ingenti con azioni violente e prepotenti. Questo 1° maggio non è una festa, è una
denuncia contro la precarietà, il lavoro mal pagato e sfruttato. Il sindacato, conclude, sarà sempre
vicino a chi soffre e lo sarà con impegno sino a quanto non emergerà la verità su Daouda Diane.
“Oggi si decide chi deve vivere e chi deve morire” esordisce Don Luigi Ciotti. I migranti vengono
respinti nella ricerca di una terra promessa: “la speranza non è un reato”.
Don Ciotti che vede crescere Libera in Europa e nel continente africano sarà in Costa d’Avorio per
incontrare la famiglia di Daouda Diane per portare la voce di Acate. Ed è proprio dalla cittadina
ipparino che lancia la proposta perché Acate adotti la famiglia del lavoratore ivoriano scomparso.
Poi lancia un appello:” tra queste strade e queste vie chi ha visto, chi ha sentito, chi sa parli e abbia
il coraggio di denunciare. Per il presidente di Libera la differenza la fa l’indifferenza che fa crescere
l’azzardo, la mafia, il mercato della droga. È necessaria allora una presa di coscienza collettiva
perché il male va estirpato dalla radice. Oggi si uccide di meno perché è aumentata la connivenza
che fa crescere gli affari illeciti.
È stata una bella e una partecipata manifestazione, commenta Peppe Scifo, segretario generale
della CGIL di Ragusa, speriamo che da qui si possa finalmente rompere il muro di silenzio che
finora c’è stato attorno alla vicenda di Daouda.
Dietro questa vicenda c’è tutto un sistema di lavoro che si basa sullo sfruttamento e sulla
negazione dei diritti. Deve ripartire da questa piazza non solo l’impegno della comunità, del
sindacato e della rete associativa ma principalmente delle istituzioni. Perché quelli che oggi sono i
luoghi dell’invisibilità diventino i luoghi dell’uscita da queste condizioni disumane.”
Hanno aderito alla manifestazione: CARITAS, EMERGENCY, LEGAMBIENTE, MEDITERRANEA
SAVING HUMANS, MH-CASA DELLE CULTURE, SCICLI, ANPI, GENERAZIONE ZERO, GLS, AGESCI,
AZIONE CATTOLICA, CONSULTA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI DIOCESI RAGUSA, AUSER, CENTRO
PIO LA TORRE, ARCI, AMNESTY, AGEDO, WE CARE, UFFICIO PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO
DIOCESI RAGUSA.

di Direttore01 Mag 2023 19:05
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