L’indice di povertà aumenta in provincia di Ragusa
Il Misery index di Confcommecio di novembre 2020 si è attestato su un valore
stimato di 21,2 per la provincia di Ragusa, in aumento di due decimi di punto rispetto
a ottobre. Il riacutizzarsi della pandemia e le restrizioni alla mobilità e alle attività
produttive hanno prodotto un ulteriore ampliamento dell’area del disagio sociale. Il
Misery index di Confcommercio misura, mensilmente, il disagio sociale causato dalla
disoccupazione estesa, vale a dire disoccupati, sottoccupati, cassaintegrati e
scoraggiati, e dalla variazione percentuale dei prezzi dei beni e servizi ad alta
frequenza d’acquisto. Per sottoccupati intendiamo le persone che lavorano part time
ma che vorrebbero lavorare un numero maggiore di ore. Per scoraggiati, invece,
consideriamo coloro che si dichiarano in cerca di lavoro e affermano di avere
compiuto una o più azioni di ricerca lungo questa direzione da due a tre mesi prima
dell’intervista da parte del nostro ufficio studi. L’ampliamento dell’area del disagio
sociale per il momento rimane su valori ancora contenuti, in considerazione delle
limitazioni ai licenziamenti e del permanere di una situazione di deflazione. L’acuirsi
della crisi, con il rischio sempre più concreto per molte imprese di uscire dal mercato
con la conseguente perdita di posti di lavoro, potrebbe portare in primavera ad un
deciso peggioramento dell’indicatore”.
A novembre il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato al 14,8% in provincia di
Ragusa. Il fenomeno sottintende, come già accaduto in primavera, la traslazione di
parte dei disoccupati verso l’inattività, viste le difficoltà in questo momento di
svolgere un’attività di ricerca. Includendo una parte dei sottoccupati tra i disoccupati,
fermo restando il complesso delle persone presenti sul mercato del lavoro, il tasso di
disoccupazione si attesta al 15,2% nel mese di ottobre. Per quanto concerne gli
scoraggiati, nell’ultimo mese preso in esame si rileva una crescita significativa in
termini congiunturali. A dicembre i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza
d’acquisto hanno registrato una crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente,
confermando la deflazione in atto da luglio. “La situazione è molto delicata, come si
evince dai dati che costantemente elaboriamo dicono quelli di Confcommercio ed è per questo
motivo che si ritiene necessaria l’erogazione di indennizzi all’altezza della situazione senza i quali diventa pressoché impossibile programmare il futuro e, anzi, dovremo attenderci che molte imprese decideranno di chiudere i battenti per sempre.