Era una persona simpatica.
Il Piccolo Teatro Popolare di Ragusa, in questi giorni, ha perso l’attore nonché grande
amico Tonino Marù, uno dei fondatori storici e pilastro della compagnia da più di
quarant’anni. Il suo talento innato, la sua predisposizione alle relazioni interpersonali
e l’esercizio della professione di psicologo che tanto ha amato, lo hanno reso un
sapido scrutatore del carattere umano tanto da conferire un valore aggiunto alle
interpretazioni dei suoi numerosi e diversissimi personaggi che ha portato in scena.
Come dimenticare il bonario e pilatesco padre Attanasio del “Fiat Voluntas Dei”, il
giovane poco lungimirante ma avido di esperienze Michelino nell’”Aria del
Continente”, il distinto e ingenuo Felice Sciosciammocca del “Truono ri Marzo”, il
pavido e inesperiente prof. Prandoni del “Penultimo scalino” e così via. Con essi ha
esternato i vezzi, le piccolezze e le fragilità dell’essere umano attraverso una
recitazione originale e disinvolta, ricca di improvvisazioni geniali mai banali,
realizzando un feeling ammaliante con il suo pubblico che amava definire come “una
donna da sedurre” di volta in volta come una sfida.
Negli ultimi anni l’impegno come regista con dei lavori contemporanei del “teatro
degli equivoci”: “Da Giovedì a Giovedì” di De Benedetti e “Sinceramente Bugiardi”
di A. Ayckbourn, incentrati sulla vita di coppia e le dinamiche ad essa legate ai fini
della sopravvivenza del matrimonio, spesso considerato una trappola. Attraverso la
cura della psicologia dei personaggi, dietro un piacevole divertimento, si intravede un
fondo d’inquietudine legato al malessere sociale della nostra quotidianità. Il suo
intento di promuovere il teatro come occasione di riflessione e di impegno sociale è
riuscito appieno, poiché il pubblico ha accolto ed apprezzato con entusiasmo questa
svolta. Chissà quante altre sorprese avrebbe potuto ancora riservarci la sua creatività.
“Vivere il dolore è forza”, questo era il motto di Tonino e lui di forza deve averne
avuta tanta per attraversare il tunnel della infida malattia che ce lo ha portato via
prematuramente.
Difficile, forse impossibile dire addio al menestrello del Piccolo teatro popolare, alla
sua sensibile intelligenza, all’ironia a volte irriverente che lo rendevano unico nella
vita e sul palco.
Un pensiero affettuoso al figlio Andrea e alla moglie M. Giovanna, sua compagna di
vita da sempre che lo ha amato e accudito fino alla fine.