Presentato a Rimini lo studio Samot Ragusa Onlus sulle emotrasfusioni a domicilio, un’eccellenza ragusana
Come emerge dallo studio realizzato da Samot Ragusa Onlus in collaborazione con il Simt dell’Asp 7 di Ragusa, presentato a Rimini durante la 6. Conferenza Nazionale dei Servizi Trasfusionali, a cura della SIMTI (Società italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia), le emotrasfusioni a domicilio possono essere considerate, a buon diritto, una eccellenza della nostra provincia. Nel mostrare i risultati degli interventi eseguiti nel 2018, lo studio ha messo in risalto il ruolo primario svolto dalla Samot Ragusa, che può vantare 25 anni di attività nell’assistenza domiciliare ai malati terminali, anche nel campo delle trasfusioni domiciliari, insieme con l’Asp 7 Ragusa. Infatti, si rileva che i trattamenti hanno comportato un numero estremamente ridotto (0,6%) di reazione avverse, meritorio risultato frutto dell’efficienza raggiunta dal Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Asp 7 e della collaborazione sul territorio con i Medici della Samot Ragusa Onlus. Inoltre, al fine di garantire la gestione ottimale dell’intervento, si è rivelato di particolare importanza seguire, tramite la compilazione di un modulo-questionario, tutto l’iter del trattamento per ogni paziente e ogni trasfusione: dalla selezione del paziente, all’analisi dei requisiti alla gestione delle reazioni trasfusionali avverse (ATR). Nel 2018 Samot Ragusa Onlus ha effettuato 1134 trasfusioni domiciliari nell’area di Ragusa, avvalendosi per oltre il 90% dello stesso sistema biometrico (SecurBlood, B.B.S.) usato negli ospedali, che assicurando la tracciabilità della trasfusione e l’univoco riconoscimento delle unità sanguigne assegnate, ha garantito la sicurezza e l’emovigilanza. Sono stati anche somministrati 2150 emoderivati. I rilevanti risultati nel campo delle reazioni avverse e della relativa gestione, sono dovuti proprio alle informazioni rilevate dal questionario riguardo alla eventuale preesistenza di condizioni personali specifiche oppure ad una particolare predisposizione a qualsiasi reazione avversa. Due le conclusioni ricavabili dallo studio Samot Ragusa.La prima ribadisce l’importanza di compilare un questionario che segua ogni fase dell’intervento, consentendo ai medici e all’intera equipe la raccolta di informazioni su sintomi clinici (febbre, dispnea e ipertensione) e di condizioni preesistenti che potrebbero essere legate a reazioni avverse, anche gravi. Tutto ciò, permette non soltanto di prevedere e intervenire tempestivamente, ma anche di identificare quale tra i pazienti potrebbe trarre beneficio dalla premedicazione o dalla trasfusione ospedaliera. La seconda evidenzia la bassissima percentuale di reazioni avverse rilevate, dovuta all’efficienza nel trattamento ottenuta grazie alla competenza degli operatori coinvolti.