La Passalaqua ha perso, viva la Passalacqua

L’appello ad essere in tanti al PalaMinardi era stato accolto alla grande, ma purtroppo non è stato sufficiente per abbassare di qualche centimetro(abbondante)  le due lungagnone in maglia arancione e raffreddare qualche mano troppo calda di Schio, che senza rubare nulla, sia chiaro, si è preso il decimo scudetto. Il che significa che le sue sue magliette saranno arancione con stella. La Passalacqua, chiude la sua stagione con un apprezzabilissimo (è proprio così) quarto-secondo posto in sei anni, per la prima volta venuto prima della tiratissima bella per lo scudetto. Però, anche se ci avevamo fatto più di un pensierino (come negarlo?) possiamo consolarci con la Coppa Italia e la straordinaria rimonta su Venezia, superbig del campionato buttata fuori quando già stava preparando la trasferta-passeggiata per gara uno e gara due a Schio. Pazienza. Guardiamo avanti, con fiducia e tanta, ci mancherebbe. Come sempre, il bicchiere-stagione può essere visto come mezzo vuoto o mezzo pieno: da parte mia (per una volta uso la prima persona) credo che si debba essere ancora una volta grati alla famiglia Passalacqua che ci ha dato modo di vivere un’altra annata da ricordare e con emozioni in quantità industriale. Si poteva fare di più?. E’ ovvio: si può sempre fare di più. Ma cosa significa?. Quando hai dato tutto senza risparmiarti e sei rimasto a secco di sudore come se ti avessero infilato nella centrifuga,  non hai cosa rimproverarti: anche se, naturalmente,  c’è sempre qualcosa che avresti potuto fare e non hai fatto, oppure che avresti dovuto fare in maniera diversa è migliore. Quindi, preso atto dell’inevitabile amaro, soprattutto “marca” gara uno, che resta in gola dopo il finale con Schio a festeggiare e noi ad applaudire (sportività sempre e comunque, benissimo!), ricordiamoci del tanto ben fatto e passiamo noi tifosi a sognare e la dirigenza a preparare la prossima stagione. Che inizierà in anticipo con la SuperCoppa, una rivincita che vale da  modo migliore di riprendere il discorso interrotto stasera. Nell’attesa, complimenti a chi ha vinto, con merito, e chi ha perso con onore, un plauso agli arbitri delle nove gare tra semifinale e finale (qualcosa sembra davvero cambiato in meglio), al formidabile staff tecnico (coach Gianni Recupido, vice Ninni Gebbia, assistent MaurizioFerrara), ai bravissimi tecnici e alle meravigliose speranze delle squadre giovanili, all’intero ambiente societario e, prima di tutto, al presidente Davide Passalacqua e suo fratello GianStefano. Per stasera direi che può bastare: da domani comincia il lavoro ufficiale (ma credo che se ne sia già fatto parecchio sotto traccia) e si  comilano le schedine del toto arrivi e partenze. Qualcuna resterà, qualcuna andrà via, perché vuole o perché ha “fatto il suo tempo”, qualcuna arriverà: forse cambieranno molte cose, forse no, perché è logico e non può essere altrimenti. Ma sono assolutamente certo che lo spirito rimarrà lo stesso: forte, sanguigno  e pieno di vita come le nostre stagioni, il nostro cibo e il nostro vino (che non è  biancoverde, soltanto perché è nato prima della Passalacqua). Grazie e alla prossima..  TABELLINO —-  Passalacqua Ragusa 62 – Famila Schio 81

RAGUSA: Romeo 22, Consolini 11, Cinili 6, Rimi, Formica ne, Stroscio, Harmon 8, Gianolla, Soli, Bongiorno, Hamby 11, Kuster 4. Allenatore Recupido.

SCHIO: Filippi, Fassina 3, Masciadri 3, Crippa 4, Gruda 15, Battisodo 10, Andrè 4, Dotto 10, Lavender 17, Quigley 15. Allenatore Vincent.

NOTE: Cinili e Andrè fuori per raggiunto limite falli – PARZIALI: 19/21 – 17/26 – 16/13 10/21 — ARBITRI: Terranova di Ferrara, Wassermann di Trieste e Puccini di Genova.

 

di Gianni Papa09 Mag 2019 23:05
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