Il nuovo turismo di Centinaio

Gian Marco Centinaio, nuovo titolare del dicastero del Turismo, racconta quali saranno le sue priorità e affronta a tutto campo i temi caldi del comparto
Fra le priorità, lotta all’abusivismo, accordi con le Ota, revisione delle stelle degli hotel e dialogo con le aziende
Il neoministro Centinaio ha un’idea precisa di come funziona il mondo del turismo grazie all’esperienza che ha maturato in numerosi anni di lavoro nel comparto. Sul suo curriculum spicca, infatti, una esperienza in Club Med, per il quale fino al 2009 è stato responsabile vendite canale agenziale. Sempre per il Med dal 2006 al
2007 ha rivestito il ruolo di area manager Nord Italia e in seguito ha lavorato come direttore commerciale per il t.o. ‘Il Viaggio’, che opera su Africa, Turchia, Giappone e Golfo Persico È stata una delega a lungo attesa, altrettanto a lungo preannunciata e che ha sollevato anche qualche perplessità in chi lavora nel settore. Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche Agricole, da qualche giorno
è anche ministro del Turismo e rispedisce al mittente senza tanti giri di parole le perplessità e i sorrisetti che hanno circondato l’abbinamento di agricoltura e turismo. “Non mi interessano i tecnici da salotto” dice senza mezzi termini.
Sgombriamo il campo dalle illazioni: ci spieghi cosa c’entra l’agricoltura con il turismo?
L’idea è quella di creare una filiera del Made in Italy: i turisti che vengono in Italia lo fanno per il paesaggio, le città d’arte, il mare, ma anche per il cibo e l’enogastronomia. Tutto insieme costituisce un’esperienza emozionale, che si compone di quello che il viaggiatore vede, ma anche di quello che assaggia. E magari,
tornato in patria, andrà alla ricerca dei nostri prodotti originali e non delle cose contraffatte.
L’ultima volta che la delega al Turismo è stata spostata ci sono voluti mesi per essere operativi?
Purtroppo i tempi sono quelli, ma ho già iniziato a lavorare per creare una task force che ci permetta di essere operativi.
Come immagina l’operatività del suo Ministero?
Voglio far sì che non sia una scatola chiusa. Mi spiego: prevedo una collaborazione con il Mise, ma anche con la Farnesina o con il Ministero degli Affari regionali, che ha anche la delega alla Montagna. Penso al settore,
insomma, come una delega trasversale.
A proposito di regioni, c’è ancora aperta sul tavolo la questione del titolo V? Quali saranno i rapporti?
La mia idea è quella di una forte collaborazione, ma senza rubare il lavoro agli assessori regionali. Anzi, vorrei prendere spunto da chi ha operato bene, da chi ha fatto cose interessanti, per trasferire queste esperienze
anche a livello centrale.
LE QUESTIONI APERTE
Lei prende la delega in piena stagione turistica, e mentre infuria la polemica sul Decreto dignità e sulle
nuove regole per i contratti a termine. Cosa dice alle imprese del comparto?
Sono cosciente del problema. Ho già parlato con il ministro Di Maio: nei prossimi giorni affronteremo la questione per trovare un correttivo. Io ho proposto di reintrodurre i voucher per il settore, modificati in modo che non se ne faccia un abuso, e mi sembra che su questo ci sia un’apertura.
Le associazioni di categoria del turismo non hanno apprezzato…
Lo so bene. A loro garantisco un rapporto di collaborazione: ho già previsto una serie di incontri soprattutto per ascoltare.
Vendita Alitalia: la lascia nelle mani del Ministero dello Sviluppo Economico o avrà voce in capitolo?
La pratica è al Mise, ma il ministro del Turismo ci vuole mettere il becco. Voglio capire che politica aziendale c’è, perché una compagnia aerea serve sì per portare gli italiani in giro per il mondo, ma anche per sostenere
i flussi incoming. Se c’è un’idea di rotte utili in questo senso, allora Alitalia è utile.
E a chi la venderete?
La questione della vendita, e quindi anche la scelta dell’acquirente, è strettamente collegata a questo: la compagnia deve essere funzionale a far arrivare turisti in Italia.
I commissari attuali piacciono al nuovo Governo? Vorrei incontrarli prima di esprimermi, per capire chi sono e cosa hanno fatto. A vedere la situazione da fuori,
mi sembra che abbiano lavorato in maniera positiva per quello che potevano fare in questa situazione.
Altra partita è quella dell’Enit, con il cda in scadenza a ottobre…
Anche in questo caso, vorrei capire cosa è stato fatto, come sono stati spesi i soldi e vorrei vedere i progetti da realizzare. Francamente, non ho ancora capito cosa si è fatto…
Tema risorse per le imprese: ha intenzione di confermare i tax credit ristrutturazione e digitalizzazione?
La qualità degli alberghi è un asset fondamentale del turismo: non si può, mi permetta la battuta, promettere un 4 stelle e mettere il turista in un 4 stalle. Per questo ritengo che i fondi per le ristrutturazioni alberghiere
siano fondamentali. Se poi si continuerà ad adottare il sistema del tax credit, ancora non lo so. Quello che è certo è che voglio, se possibile, potenziare le risorse disponibili.
Finora abbiamo parlato di Italia: i t.o. outgoing possono fare riferimento sempre a lei?
Assolutamente sì. Il turismo outgoing dà lavoro agli italiani tanto quanto l’inbound, dà reddito e ha bisogno di un punto di riferimento governativo. Parlate con me.

di Redazione24 Lug 2018 09:07
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