Passalacqua, battuta (di misura) ma straordinaria: sfuma il sogno scudetto
Porcaccia della miseriaccia schifosa (quanno ce vo’ ce vo’!), non è andata neppure questa volta, la cabala contro del “non c’è due senza tre” ha avuto la meglio sulla cabala a favore di “la terza volta è quella buona”. La straordinaria Passalacqua della rimonta, prima in campionato, poi in semifinale, infine in finale, ha dovuto fermarsi all’ultimo gradino della scala del trionfo, dopo aver resistito e ribattuto colpo su colpo, spendendo tesori di fatica e versando laghi di sudore, alla superfavorita forte di un roster Di sostanza” quanto infinito, che si è permessa anche il lusso di alternare le straniere, far riposare una volta Yacoubou, tenere in panchina italiane di spessore e lasciare in tribuna l’ex Ngo Ndjok. E per completare l’opera, dopo aver dovuto già fare a meno per quasi tutta la stagione di un elemento importante in difesa come capitan Lia Valerio, a coach Gianni Recupido, straordinario come tutto lo staff tecnico, nella bella è venuta a mancare anche Alessandra Formica, lunga che sarebbe stata importante come l’acqua nel deserto, dopo aver dovuto già fare a meno per quasi tutta la stagione di un elemento di grande valore in difesa come capitan Lia Valerio. Basta rifletterci sopra per comprendere la portata delle imprese a ripetizione di un gruppo sul quale, in un certo momento della regular season, in molti (è difficile che adesso lo ricordino, ma è così) si erano lasciati andare a commenti, considerazioni e giudizi ingenerosi e rancorosi (perché mai?) oltre i limiti della normale critica. Invece, dispiace per la loro onniscienza cestistica, questa squadra così vituperata (allora) non ha soltanto eguagliato il rendimento delle formazioni dei primi due anni in A1 e superato quello delle due stagioni successive (nella seconda c’erano quattro straniere), ma lo ha fatto senza aver mai potuto disporre del roster al completo (nell’ordine sono mancate Spreafico, Valerio, Hamby e Formica) e col supplemento di impegno dell’EuroCup, in cui ha raggiunto i quarti di finale. Una squadra splendida, che nonostante la fatica, lo sfiancante il su e giù per l’Italia (e l’Europa) con i cambi ridotti al minimo, ha vinto la bella di semifinale in trasferta, ha riaperto i giochi della finale dallo zero a due ed è andata molto, molto vicino a tagliare il traguardo. Molto vicino, al punto che Schio ha davvero temuto di non farcela, come dimostra il pienone al PalaRomare nella bella dopo i larghissimi vuoti di gara uno e due, il nervosismo di Yacoubou, ingabbiata a dovere dopo gara uno, e la stupita preoccupazione del telecronista, che in cinque gare ha proposto senza il minimo pudore lo stesso copione: numero di decibel da spaccare le orecchie per i canestri scledensi (per quelli da tre facendo correre serissimi rischi di lesione ai timpani), poco più che sussurri in souplesse per i canestri biancoverdi (sui problemi tecnici della trasmissione, preferiamo stendere il più pietoso dei veli…). Naturalmente ci sarebbe da dire ancora tantissimo,e lo faremo: ma prima bisognerà attendere che l’onda emozionale abbia perso forza, lasciando spazio a considerazioni fatte a mente più fredda. Per il momento un gigantesco grazie di cuore alla Passalacqua in blocco (dirigenza, staff tecnico, giocatrici, addetti e tutto il resto) e un affettuosissimo arrivederci al prossimo campionato. Lo meritano, anzi lo strameritano, tutte, chi sarà ancora in biancoverde e chi andrà via: ci hanno fatto vivere una favola meravigliosa. E già da stasera siamo impazienti (e vogliosi) di vivere la prossima. TABELLINO – Famila Wuber Schio 62 – Passalacqua Ragusa 54
SCHIO: Yoacoubou 15, Gatti, Miyem 11, Tagliamento ne, Masciadri, Anderson 11, Zandalasini 7, Ress, Dotto 14, Macchi 4. Allenatore Vincent.
RAGUSA: Consolini 15, Gorini, Formica ne, Spreafico, Miccoli, Soli 8, Valerio ne, Bongiorno ne, Rimi ne, Hamby 14, Kuster 13, Ndour 4. Allenatore Recupido
PARZIALI: 15/18 – 15/13 – 18/9 – 14/14 – ARBITRI: Costa di Livorno, Maschio di Firenze e Sartori di Arsiè.