Santa Croce e la terza farmacia della discordia. Di Bari sposa il punto di vista di Carnazzo

C’era una volta la farmacia di Casuzze; in realtà, c’era e ancora c’è, così anche come le polemiche che accompagnano solitamente il dibattito generatosi intorno a quella che, a tutti gli effetti, è la terza farmacia del territorio comunale di Santa Croce.
Polemiche che nel corso di questa campagna elettorale in vista del voto di giugno si sono ravvivate con nuovi interventi, da parte dei vari candidati. In effetti, il tema è tornato in auge a seguito della votazione della settimana scorsa che riassegnava la terza farmacia del territorio nuovamente alla borgata di Casuzze (in evidenza, la foto di repertorio mostra il dispensario già presente nella frazione marinara); all’esito della votazione, seguiva anche una prima replica di Lucio Schembari, in lizza per le amministrative.
Sull’argomento, interviene anche Gianni Di Bari, che in merito al tema ormai corrente della cosiddetta farmacia comunale afferma: “la terza farmacia per il territorio è stata istituita per via di un Concorso straordinario Nazionale e non potrà essere gestita, in nessun modo, direttamente dal Comune; ne consegue l’impossibilità, per chiunque, di affermare che la terza farmacia sia stata ‘traguardo’ particolare di alcuna amministrazione passata. La realtà dice ben altro: è stato possibile aprire la terza farmacia solo per il cambio di legge, che ha visto l’abbassamento del quorum di abitanti da 5000 a 3300 persone per farmacia su territorio”.
Di Bari sposa così le dichiarazioni effettuate, tramite Facebook, dal farmacista Maurizio Carnazzo, che solo pochi giorni fa aveva espresso la volontà di “chiarire” alcuni aspetti della questione, ricordando come la riapertura della farmacia di Casuzze non fosse stato merito di alcuna amministrazione, ma di un suo impegno personale che lo aveva visto ricorrere al TAR per due volte.

di Redazione05 Apr 2017 14:04
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