La Polizia ha identificato e fermato altri 5 scafisti, due dei quali minorenni
La Polizia ha fermato altri 5 scafisti, due sono minori, uno è reo confesso. Secondo i testimoni, gli scafisti non hanno responsabilità per la morte di due migranti giunti cadavere a Pozzallo insieme ad altri 590 centroafricani.
195 gli scafisti fermati nel 2016 (28 minori); nel 2015 sono stati 147.
La Polizia di Stato è in questo momento impegnata a gestire il trasferimento dei numerosi migranti giunti in queste ultime ore, presso le strutture individuate sul territorio nazionale dalla Prefettura di Ragusa.
Tanti i minori non accompagnati presenti al centro, in attesa di un alloggio idoneo.
Nel 2016 all’Hot Spot di Pozzallo hanno già fatto ingresso 18.067 migranti in occasione di 54 sbarchi.
La Polizia a seguito di uno sbarco non previsto e molto consistente, è riuscita comunque a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di:
DIOP Mbay, nato in Senegal il 01/01/1994 (1° gommone), ABDULAI Baba Issa, nato in Ghana il 01/10/1997, e O.S. nato in Senegal di anni 17 (2° gommone), AUSTINE Terry nato in Nigeria il 18.01.1998 e L.S. nato in Gambia di 17 anni (3° gommone)
Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto le imbarcazioni partite dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.