Asp di Ragusa, la senatrice Padua critica sulla gestione dell’Azienda Sanitaria Provinciale
Chiede chiarimenti la senatrice Venera Padua (Pd), in merito alla gestione dell’Azienda Sanitaria Provinciale, per quesiti che rivolgerà direttamente all’assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi. La senatrice s’interroga (ed interrogherà) sulla seguente domanda: “è possibile che l’Asp di Ragusa, che è tra le più piccole in Sicilia, in un anno, il 2015, abbia avuto bisogno di qualcosa come ben 337 consulenti? E che, tra l’altro, non abbia ritenuto opportuno ottemperare alle indicazioni della magistratura contabile che avevano evidenziato un disequilibrio di carattere strutturale tra i costi sostenuti e il valore della produzione sanitaria tanto da avere bisogno, proprio a decorrere dal 2015, della predisposizione di uno specifico piano di rientro?”.
È sul campo delle consulenze che la senatrice vorrebbe fare chiarezza, richiamando il paragone con altre realtà regionali: “per avere un metro paragone di ciò di cui stiamo parlando, possiamo aggiungere che a fronte dei 337 consulenti chiamati dall’Asp di Ragusa nel 2015, quella di Catania, sempre nello stesso anno, ne ha coinvolti 172. Per non dire, per quanto riguarda almeno questo aspetto, della virtuosissima Palermo che ha coinvolto solo 5 consulenti. E stiamo parlando di due realtà, quella etnea e quella palermitana, molto più grandi e articolate rispetto a quella iblea”.
Per la senatrice, la gestione dell’Asp Iblea rappresenterebbe un’anomalia in un contesto in cui le parole spending review sono diventate il mantra fondamentale dettato dalla Corte dei Conti agli ambienti istituzionali della Regione Siciliana: “si parla tanto della necessità di una reale politica di razionalizzazione e di contenimento della spesa corrente, come tra l’altro richiesto dalla Corte dei conti alla stessa Regione Sicilia, ma non si comprende molto bene come dovrebbe essere realizzata in questo modo. Solleciterò l’assessore Gucciardi a verificare come stanno davvero le cose e a fornire delle risposte precise e puntuali a un intero territorio che attende ancora delle indicazioni fondamentali sul fronte dell’erogazione dei servizi all’utenza e che, dunque, non può apprendere notizie come quella concernente i consulenti che fanno a pugni con le reali necessità e i reali bisogni della collettività”.