Elettrodotto Italia-Malta. Il Consiglio approva un atto ai limiti della legalità

Una seduta, quella del 7 aprile scorso in Consiglio comunale, a dir poco surreale. Il Consiglio, infatti, ha approvato un atto che tutti hanno definito pasticciato, strampalato nonché inutile. Chiunque ha avuto la sfortuna o la “fortuna” di assistere ai lavori d’Aula, stentava a capire il perché i consiglieri dovessero discutere quest’atto, e di conseguenza bocciarlo o approvarlo, visto che l’atto in questione è già superato nei fatti ossia qualunque fosse stato l’esito della votazione a nulla sarebbe valso, l’atto è già realtà, gli interventi sono già iniziati e, come ha ricordato Giovanni Iacono, il Comune è già in possesso delle prime fatture. Quindi? Qualcuno, a suo tempo, decise di esautorare bellamente il Consiglio comunale, ignorando di fatto una sua decisione, una sua deliberazione.

Stiamo parlando dell’elettrodotto Italia-Malta e di quei 600 mila euro, che Enemalta avrebbe versato nelle casse comunali a titolo di ristoro per il disagio arrecato al nostro territorio. Una cifra risibile, come è stato detto più volte in Consiglio, ma allora così deliberarono, era il 21 gennaio del 2013, e a governare Ragusa vi era un’altra Amministrazione.

Il problema è che quel Consiglio approvò un atto che stabiliva gli oneri di Enemalta nei confronti del Comune (600 mila euro, la cui destinazione sarebbe stata decisa in un secondo momento da una nuova delibera consiliare, più la riqualificazione ambientale dell’area), poi, però, gli uffici competenti, che fanno capo all’ing. Scarpulla, hanno deciso di stravolgere la volontà consiliare, interpretando quella delibera, ed impiegando parte di quei 600 mila euro per realizzare là, di alcune opere di urbanizzazione. Solo questo avrebbe dovuto far sobbalzare chiunque, in pratica si è deliberatamente ignorata una precisa decisione del Consiglio, dirottando quei fondi per opere che dovrebbero esser state iscritte in capitoli di spesa specifici. Incalzato, l’ingegnere Scarpulla, prima ha dichiarato che la decisione del Consiglio era stata superata da un accordo tra il Governo di Malta e quello italiano e poi, contraddicendosi o rettificando il tiro, ha dato la colpa agli uffici, da lui diretti, che avrebbero preso una svista.
Più va avanti la seduta consiliare, più la situazione appare ingarbugliata, nebulosa, torbida.

L’area di approdo dell’elettrodotto è quella di contrada Maulli, a Marina di Ragusa, là dove, fino a poco tempo fa, vi era il depuratore. In questi ultimi anni contrada Maulli sta crescendo, anche se sprovvista delle basilari opere di urbanizzazione, come condutture, strade, marciapiedi ed illuminazione pubblica e qui il colpo di “genio” dei nostri uffici comunali o dell’Amministrazione? Utilizzare parte di quelle royalties, versate da Malta per gli interventi di urbanizzazione, con una gara pubblica? No, troppa fatica, saranno infatti i proprietari di quei lotti a realizzare alcune opere di urbanizzazione, lavori che poi verranno rimborsati dal Comune.
Inoltre, nell’area interessata da quest’opere di riqualificazione ricadeva un lotto di un privato, che tra parentesi è anche un tecnico del Comune. In una situazione normale questo lotto sarebbe stato espropriato, invece, stranamente, l’area è stata acquistata da Enemalta utilizzando parte di quei 600 mila euro, ciò ha determinato, naturalmente, un maggior ricavo per l’ex proprietario (quasi 125 mila euro). Le opere di urbanizzazione di questo lotto (73 mila euro) sono state pagate con quei 600 mila euro. Un affare, secondo l’ing. Scarpulla, che si è difeso dichiarando: “In tal modo il Comune ha risparmiato 73 mila euro”. Un fatto però è certo: c’è stata una distrazione di fondi. Perché?

E’ lapidario il consigliere Carmelo Ialacqua: “Ve ne fregate dei cittadini (rivolgendosi a Scarpulla e ricordando l’ipotetico errore degli uffici, ndr.), ve ne fregate a patto che non siano amici e faccio notare – continua – che proprio adesso in Aula, mentre si discute questo atto, mancano tutti gli esponenti del Movimento di Insieme – e qui Ialacqua solleva un sospetto gravissimo – il motivo di questa assenza lo vedremo solo in futuro”, che gli esponenti di Insieme possano avere degli interessi, economici o politici, in tutta questa vicenda?

Ciò che dovranno fare adesso i nostri rappresentanti è scoprire perché quei fondi sono stati distratti, perché la volontà del Consiglio comunale è stata ignorata, di chi è la colpa, se mai esiste una colpa, se è solo dell’ingegnere Scarpulla, come alcuni pensano, o se l’Amministrazione Piccitto è in qualche modo colpevole o addirittura connivente ed infine, tutta questa vicenda ha comportato, così come pare, un danno erariale per le casse comunali?

Il Movimento 5 Stelle, anch’esso fortemente critico nei confronti dell’intera vicenda e dell’atto stesso, prova a mettere una pezza dichiarando: “Quanto meno abbiamo dotato quell’area dei servizi indispensabili”.

di Redazione09 Apr 2016 19:04
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