Approvato l’Atto contro il riordino della sanità iblea. Tutti d’accordo eccetto i distinguo di D’Asta (PD) e Leggio (M5S), che li vorrebbe tutti in galera

Il Consiglio comunale, ieri, ha approvato all’unanimità l’atto in difesa della sanità iblea. Questo documento prende le mosse da quel Consiglio aperto, svoltosi qualche settimana fa, nella Piazza Caduti di Nassiriya, davanti l’ospedale Civile. Una delle primissime volte che vede tutte le forze politiche di Palazzo dell’Aquila schierate compattamente nell’affermazione di un diritto e contro quello che tutti, o quasi, hanno definito l’ennesimo scippo compiuto ai danni della provincia iblea.

“Ringrazio l’intero Consiglio comunale, i Capigruppo e il presidente Giovanni Iacono, che hanno deciso di portare avanti una battaglia giusta – così ha esordito il primo cittadino dando il là al dibattito sull’approvazione del documento -. Una battaglia, così come la definimmo durante il Consiglio comunale aperto, una battaglia a tutela della sanità iblea e non una sterile presa di posizione di stampo campanilistico. Il piano voluto dalla Regione, a cui tutti noi ci opponiamo, è uno strumento che danneggia tutti. Questo piano di riordino è stato bocciato, e la cosa ci rincuora, sia dal Ministero dell’Economia che da quello della Sanità. Non si può giocare – continua il sindaco Piccitto – con la salute dei cittadini, ecco perché diciamo no ai tagli, a questa falsa razionalizzazione e al taglio dei posti letti. Nei giorni scorsi abbiamo chiesto di poter incontrare l’assessore alla Sanità Gucciardi, ma ancora non abbiamo ricevuto nessuna risposta e penso che nessuna risposta arriverà. E questo è emblematico. Voglio ribadirlo con estrema chiarezza – conclude il sindaco – nessun campanilismo muove quest’Aula e deve esser fuor di dubbio che la sanità non può esser vittima di basse logiche politico-spartitorie”.

Tutti concordi nel dire no a questo piano di riordino. Maggioranza e opposizioni per una volta parlano con una voce sola, addirittura il consigliere Tumino propone di andare direttamente a Roma e manifestare sotto i Palazzi del potere, in difesa di un diritto inalienabile. Per il consigliere Porsenna (M5S) bisognerebbe fare una denuncia contro ignoti, per Ialacqua (Movimento Città) questo è solo l’ultimo atto depredatorio di cui siamo vittima, per la Marino, l’atto voluto dall’assessore Borsellino, prima, e da Gucciardi, dopo, è una spada di Damocle su tutti noi, le cui conseguenze ricadranno drammaticamente sulle future generazioni.

Mario D'Asta

L’unica voce fuori dal coro, quella consigliere Mario D’Asta (PD). Secondo quest’ultimo il rischio è proprio quello di buttare il bambino insieme con l’acqua sporca. “Durante quel Consiglio aperto – dichiara il consigliere renziano – ho sentito tante analisi e delle buone proposte, ma tanta, troppa, demagogia, troppo populismo nelle arringhe di certi personaggi. Un atteggiamento questo – spiega D’Asta – buono solo a creare confusione e ad alimentare certi appetiti politici. Non si può bocciare in toto questo atto aziendale, chi lo fa mi dimostra di non averlo letto e di non averlo compreso. E’ sbagliato dire in assoluto che il riordino della sanità, voluto dall’Assessorato regionale, impoverisca la nostra sanità, sia essa siciliana che ragusana. Quel documento è parte di una riforma più ampia, che prende le mosse dal decreto Balduzzi, in favore di nuovi principi, di una maggiore razionalizzazione, in difesa del territorio e dei cittadini. Tutti sappiamo qual è il problema: sono i piccoli ospedali. Io da medico – continua D’Asta – non ho alcun interesse a difendere le Unità operative complesse, mi interessa, invece, la qualità del servizio e cioè che le unità semplici facciano e possano fare il loro lavoro al meglio. Un dato solo – conclude D’Asta – lo voglio dire a chi continua a dire che questo atto avrebbe o sta impoverendo la nostra sanità, questa gente lo sa che dei 250 concorsi previsti 109 riguardavano Ragusa? Queste persone lo sanno che questo piano avrebbe mantenuto il rapporto di 1,8 infermieri per ogni medico? Questi dati valgono più di tante parole, questa è la qualità di cui parlavo. Detto ciò, non voglio dire che il Piano così come è stato concepito non vada riformato, ma neanche demonizzato”.

leggio

Un atteggiamento insulto, quello di D’Asta, per Gianluca Leggio, esponente del M5S. Non ci sta Leggio a bersi tutte queste promesse e si infuria. “Quali concorsi e concorsi, quali promesse, le solite – si sgola dal suo scranno – i cittadini lo devono sapere, qualcuno glielo deve dire che a Palermo si sta giocando sulla loro pelle”. Sono tutti complici, Udc e Pd in testa, “continuano a blaterare, quando invece dovrebbero andare – conclude Leggio – tutti a casa, se non in carcere direttamente”.

di Redazione23 Ott 2015 17:10
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