“Finti Atleti”, le indagini della polizia sull’uso di sostanze dopanti

La Polizia di Stato ha denunciato 34 persone che a diverso titolo utilizzavano sostanze dopanti per alterare le prestazioni agonistiche.
L’indagine è nata da un anonimo “ciclista della domenica” stanco di essere umiliato dai compagni d’uscita.
Gli indagati hanno messo a rischio la loro vita quotidianamente, affidandosi tra l’altro a chi, senza alcun titolo, somministrava terapie mediche per migliorare le prestazioni sportive.
Un ciclista su facebook prima della gara :”liberalizziamo il doping”.

Sabato a Chiaramonte Gulfi, l’epilogo dell’attività d’indagine sotto un vero e proprio nubifragio.
La Squadra Mobile, grazie alla collaborazione dei medici ispettori federali del CONI, ha effettuato controlli alle urine su 7 partecipanti alla 12^ Coppa “S.S. Salvatore”.
Controlli e perquisizioni per alcuni partecipanti alla gara podistica “Filippide”, non appena giunti all’arrivo davanti alla celebre casa di “Montalbano”. Uno dei partecipanti è stato trovato in possesso di sostanze dopanti.

10 in tutto le perquisizioni domiciliari a carico di “atleti” dilettanti sospettati di fare uso di sostanze dopanti per competere la domenica con gli amici.
Alcuni dei soggetti dopati neanche partecipavano a competizioni sportive, ma assumevano farmaci solo per potersi vantare con gli amici.
Centinaia le intercettazioni a carico degli indagati che saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.
Il fenomeno del doping tra i finti atleti dilettanti interessava le province di Ragusa, Siracusa e Catania.

La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha concluso un’articolata indagine su 34 soggetti che, a vario titolo, sono indagati poiché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, singolarmente e talvolta in concorso tra loro, illecitamente acquistavano, detenevano o comunque ricevevano, trasportavano, offrivano, ponevano in vendita o comunque cedevano a terzi, farmaci o sostanze biologicamente o farmacologicamente attive idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche, reati previsti dalla c.d. legge antidoping del 2000.
G E N E S I DELL’INDAGINE

Un atleta “pulito” stanco di essere umiliato tutte le domeniche dai suoi compagni d’uscita decideva di scrivere una lettera alla Procura della Repubblica di Ragusa.
Il contenuto della missiva era molto dettagliato con nomi, indirizzi, quantità e tipologia di farmaci utilizzati dai “finti atleti”.
Considerata la specificità della rivelazione fatta da un atleta, rimasto poi anonimo, la Procura delegava la Squadra Mobile di Ragusa per indagare ed appurare la veridicità della lettera.
Gli investigatori attivavano le proprie fonti ed iniziavano un’attività d’indagine delicata, anche in considerazione della loro attenzione, sia nel procacciare le sostanze dopanti che nell’assumerle, stante il fatto che spesso la famiglia era all’oscuro di tutto.
Raccolte le giuste informazioni, la Squadra Mobile di Ragusa effettuava diverse perquisizioni che davano esito positivo e permettevano di sequestrare (anno 2013 e 2014) centinaia di confezioni di sostanze dopanti e medicinali utilizzati impropriamente per ottenere prestazioni fisiche migliori.

L’INDAGINE

Dopo i sequestri di ingenti quantitativi di medicinali e sostanze dopanti, tutti riconducibili agli indagati che ne facevano uso per gare dilettantistiche e, con grande sorpresa per gli investigatori, per le uscite della domenica con gli amici, la Procura della Repubblica autorizzava la Squadra Mobile ad effettuare le intercettazioni telefoniche su numerosi soggetti.
Dal contenuto delle intercettazioni era chiaro che gli indagati facessero uso di sostanze dopanti il più delle volte per vantarsi tra amici, senza neanche competere da dilettanti.
Le motivazioni, proprio perché banali, hanno reso ancora più complessa l’indagine, questo perché non era possibile il più delle volte provare che i soggetti avessero assunto le sostanze dopanti effettuando dei controlli antidoping. Questa attività sportiva, cosiddetta “della domenica”, ha permesso comunque di constatare come gli indagati, utilizzando un linguaggio criptico si rifornissero da altri pseudo atleti dilettanti che ne facevano uso o ancora da negozianti specializzati in vendita di biciclette che procuravano anche sostanze vietate.
Gli sport interessati erano in particolar modo il ciclismo in primis e poi la podistica ed il body building.
Tra i fornitori anche un infermiere di Ragusa che si occupava di procacciare medicinali senza ricetta ed in molte occasioni allestiva un ambulatorio per permettere agli “amici” di fare delle flebo con diverse sostanze e raggiungere i miglioramenti ambiti a discapito della salute e dei più elementari valori sportivi.
Le intercettazioni hanno permesso di appurare che quasi tutti i soggetti dopati non riferivano alle famiglie di fare uso di sostanze vietate dalla legge, addirittura uno degli indagati (elemento emerso dalle intercettazioni) si preoccupava della moglie in quanto era stato colto in flagranza dalla loro bambina. La preoccupazione era che la bambina lo avesse visto e che raccontasse il tutto alla madre nonché moglie, di certo l’uomo non si preoccupava dell’esempio dato alla piccola.
Diversi i “post” su facebook di consigli sul doping ed anche, in modo del tutto sfrontato, un voler liberalizzare il doping. Uno dei ciclisti peraltro squalificato: “liberalizziamo il doping”.
Diversi mesi di intercettazioni hanno permesso di individuare chi facesse uso di sostanze dopanti per partecipare alle competizioni sportive riconosciute dal CONI che, per mezzo della Procura Antidoping ha disposto dei controlli già un anno fa. L’esito ha permesso di alla squalificare per più anni alcuni atleti ed a vita un “allenatore” che somministrava di tutto. Poi sono stati individuati chi procurava le sostanze, chi le vendeva per poi darle agli altri correi e chi le custodiva prima delle gare.
Sempre le intercettazioni hanno permesso di appurare che i soggetti indagati avessero una gran paura di venire colti in flagranza ed il loro linguaggio cambiava a seconda degli interlocutori.
A titolo d’esempio il meccanico parlava di autoricambi, il falegname di parquet, l’idraulico di tubi, il tabaccaio di sigarette, ma hanno commesso troppi errori per non farsi scoprire dalla Polizia di Stato.
Le indagini hanno poi permesso di estendere l’attività investigativa a soggetti di altre province con riscontri effettuati mediante perquisizioni ed ingenti sequestri di sostanze dopanti, da parte della Squadra Mobile di Catania e Siracusa.
Le squalifiche inflitte dalla Procura Antidoping hanno costretto alcuni atleti a rimanere a margine delle competizioni ma ciononostante non li hanno allontanati dal “giro”. Alcuni addirittura sono sospettati di aver preso parte a competizioni sportive con tesserini di atleti “puliti” al fine di vincere alcune gare al nord Italia.
vIn particolar modo un ragusano ha dimostrato durante le indagini di avere una navigata competenza sulle modalità di assunzione e sugli effetti delle sostanze dopanti che condividva con gli atleti del suo gruppo sportivo allo scopo di ottenere risultati di rilievo, anche se squalificato; proprio tra gli associati a tale gruppo, la Squadra Mobile è riuscita ad individuare alcuni ciclisti adusi all’assunzione di medicinali vietati. Tra questi soggetti emergerà anche la figura di alcuni ciclisti assuntori e spacciatori di sostanze dopanti.
Aspetto quasi incredibile dell’indagine è quello che ha visto alcuni degli indagati esercitare la professione sanitaria senza alcun titolo, difatti i più adusi all’uso di sostanze dopanti fornivano precise indicazioni in ordine a programmi afferenti l’assunzione di farmaci o sostanze biologicamente o farmacologicamente attive idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche.
Nonostante le squalifiche del CONI alcuni atleti appena scontata la pena inflitta riprendevano subito a doparsi e ad acquistare le sostanze nocive.
Tra i soggetti indagati vi sono anche i presidenti di alcune squadre di dilettanti che in occasione delle gare fornivano supporto logistico consentendo che i luoghi di lavoro divenissero teatro operativo delle cessioni dei medicinali vietati.
La Squadra Mobile dopo aver raccolto elementi di prova schiaccianti a carico degli odierni indagati ha deferito alla Procura della Repubblica che ha disposto la denuncia in stato di libertà a carico di 19 ragusani, 9 siracusani, 5 catanesi, 1 reggino.
Tutti gli indagati sono stati identificati compiutamente dalla Squadra Mobile e saranno resi edotti dei reati commessi e dovranno nominare un legale di fiducia.

LA FASE CONCLUSIVA
I CONTROLLI ANTIDOPING DEL WEEK END

Sabato 8 agosto 2015 a Chiaramonte Gulfi, alle ore 16.00 aveva inizio la corsa ciclistica per dilettanti valida per il trofeo regionale 12^ edizione del “S.S. Salvatore”. La competizione aperta a tutti gli enti ed a tutte le categorie iscritte al CONI prevedeva un percorso di 55 km che è stato accorciato per via di un violento nubifragio che non ha comunque fatto sospendere la gara.
Non appena partiti tutti i concorrenti, gli uomini della Squadra Mobile unitamente ai medici sportivi designati dalla Procura Antidoping del CONI di Roma si sono avvicinati all’arrivo per attendere i soggetti sospettati di aver assunto sostanze dopanti.
I controlli questa volta non sono stati fatti a campione ma bensì su indicazione della Squadra Mobile di Ragusa che ha condotto le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa, a riscontro di quanto già raccolto durante tutte le attività investigative.
L’organizzazione dei controlli antidoping ha richiesto una complessa progettazione tra la Polizia di Stato e la Procura Antidoping del CONI di Roma nel rispetto delle normative vigenti introdotte nel 2000 dalla “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping”.
La Procura Antidoping ed i medici federali di Ragusa hanno effettuato n. 7 controlli con un funzionamento praticamente perfetto e nel pieno rispetto delle regole federali.
I campioni prelevati con l’assistenza della Polizia di Stato sono stati subito inviati a Roma per le approfondite analisi ed i risultati arriveranno a giorni con l’eventuale squalifica dei soggetti positivi a sostanze dopanti. Nessuno dei partecipanti, anche grazie agli organizzatori, si è sottratto ai controlli che sono durati 4 ore sotto l’occhio vigile della Squadra Mobile di Ragusa.
2 dei soggetti sottoposti a controllo sono stati anche oggetto di perquisizione domiciliare ma a casa non è stato trovato nulla di illecito, adesso bisognerà aspettare solo i risultati dei tecnici di laboratorio federale del CONI.

Domenica 9 agosto alle prime luci dell’alba la Squadra Mobile ha atteso l’arrivo dei partecipanti alla gara podistica “Alla Filippide”. La partenza sempre da Chiaramonte Gulfi fino per arrivare a Punta Secca in territorio di Santa Croce Camerina. Gli atleti sono partiti alle 4:30 del mattino per l’8ª edizione della maratona denominata “Alla Filippide”. Gli atleti hanno percorso i km 42,195 all’antica, ossia senza ausilio di cronometri, orologi da polso, cardiofrequenzimetri e altro, per emulare al meglio il gesto dell’emerodromo Filippide. Gli atleti, hanno percorso la suggestiva “planata degli iblei” con attraversamento del feudo di Donnafugata, location del film il Gattopardo di Luchino Visconti, la campagna circostante e le zone limitrofe di Santa Croce Camerina, per giungere nella splendida spiaggia di Punta Secca a pochi metri dell’ormai famosa casa del “Commissario Montalbano”.
A differenza delle altre edizioni, i podisti non si aspettavano di certo di vedere poliziotti veri al loro arrivo, magari speravano di incontrare solo i numerosissimi turisti che godono in questo periodo della stagione estiva e della celebre spiaggia.
Alcuni partecipanti però, anch’essi indagati, sono stati condotti dagli uomini della Squadra Mobile presso le loro abitazioni per ricercare sostanze dopanti o medicinali all’uopo utilizzati, considerato che le informazioni degli investigatori facevano presumere che alcuni dei podisti continuassero ad usare sostanze dopanti.
Proprio a casa e nell’auto di un podista, identificato per C.M. ragusano di 38 anni sono stati trovate decine di medicine classificate come dopanti. I medicinali sono stati sequestrati e l’uomo è stato denunciato in stato di libertà. Adesso la Squadra Mobile indagherà anche sulla provenienza avendo già il sospetto di conoscere dove può aver prelevato i farmaci.

LE PERQUISIZIONI

10 le perquisizioni domiciliari, alcune con esito positivo ed altre dovranno essere esaminati gli elementi acquisiti.
Alcuni farmaci sono di libera vendita anche se usati in grande quantità diventano dopanti. Tra tutti il ferro del quale erano dotati a casa diversi ciclisti. Tante le flebo e le siringhe presenti a casa dei ciclisti, segno che di sicuro hanno fatto uso di sostanze o comunque hanno un approccio con lo sport oggettivamente errato. Se si pensa che per uscire con gli amici la domenica in tanti fanno uso di flebo di ferro, di sicuro qualcosa non va. Alterano il proprio corpo per poter far “girare” meglio le gambe a discapito della propria salute.
Diverse le sostanze dopanti rinvenute durante le perquisizioni e sottoposte a sequestro. Il risultato dell’attività di Polizia è stato già trasmesso alla Procura della Repubblica di Ragusa che ha coordinato le indagini.

L’ATTIVITA’ DELLA POLIZIA DI STATO CONTRO IL DOPING

La Polizia di Stato di Ragusa ha da sempre prestato particolare attenzione al settore delle sostanze dopanti ed ai medicinali utilizzati impropriamente nelle competizioni sportive. Per la Squadra Mobile l’obiettivo principale durante le indagini era la salute degli atleti o meglio, dei finti atleti. L’odierna operazione è stata denominata proprio così, “finti atleti”, perché di realistico nei risultati degli indagati dilettanti delle diverse discipline sportive ciclismo e podismo non vi era nulla.
Diverse le segnalazioni che verranno fatte alla Procura Antidoping per le eventuali squalifiche e per l’annullamento di alcuni risultati sportivi conseguiti impropriamente.
La Procura Antidoping, ultimate le indagini di laboratorio sulle urine degli atleti, procederà a segnalare alla Squadra Mobile di Ragusa gli atleti positivi che saranno poi denunciati e processati per frode in competizione sportiva.
“La Polizia di Stato di Ragusa spera che questa importante operazione contro il doping, possa servire da monito per tutti gli altri atleti dilettanti e professionisti. La tutela della salute degli atleti è stato il primo obiettivo della Squadra Mobile, senza ovviamente tralasciare gli aspetti della lealtà sportiva e della frode in competizioni agonistiche”.

di Redazione10 Ago 2015 11:08
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