L’Università a Ragusa chiude. Lab. 2.0: “Ignorata la nostra deputazione”
Ragusa si conferma la cenerentola di Sicilia all’Ars. Ieri, in sede di approvazione della finanziaria, è stato scritto l’ultimo capitolo contro il nostro territorio. Infatti, mentre l’Ars decideva di appostare la somma di 800 mila euro in favore del Consorzio universitario di Agrigento e di 600 mila euro per quello di Trapani, nulla è stato fatto per il Consorzio universitario di Ragusa, la cui fine a questo punto sembra certa.
Non possiamo che considerare questo atto come l’epilogo di un percorso iniziato mesi fa, il cui unico obiettivo ci è apparso, sin da subito, quello di voler mettere la parola fine all‘esperienza universitaria a Ragusa. Non ci interessa neanche più sapere il perché Palermo ha deciso in tal senso. Ne prendiamo semplicemente atto, ma non per questo ci arrendiamo e ciò deve esser ben chiaro, sia a Palermo sia alla nostra deputazione, che è stata ignorata e miseramente scavalcata, solo perché qualcuno doveva tutelare gli interessi di altri comuni. Nessuno consideri Ragusa e i ragusani degli sprovveduti, nessuno ci consideri arrendevoli. L’università è un patrimonio del nostro territorio e per questo siamo disposti a far di tutto affinché rimanga tale. Ecco perché sin dai prossimi giorni organizzeremo, di concerto con tutte le forze politiche e sociali della provincia, quanto è in nostro potere per riparare a questo torto.
Certo qualche flebile speranza si era accesa sul futuro della nostra università, prima con le dichiarazioni, del 3 marzo scorso, del commissario Cartabellotta, che aveva manifestato la volontà di chiudere il contenzioso con il Consorzio universitario, e poi, con quelle entusiaste ed enfatiche, dello scorso 6 marzo, da parte dei consiglieri comunali, che avevano gioito per la promessa di un contributo straordinario voluto da Crocetta. Tutte parole al vento!
Oggi dobbiamo prendere atto della volontà politica della nostra deputazione, che ha deciso di mettere fine all’università a Ragusa.