L’Aida attacca l’Asp e si rivolge ai “piani alti”
Pubblichiamo la lettera che L’Aida ha inviato ai massimi rappresentanti, regionali e nazionali, che si occupano della tutela degli animali.
Spettabili
Dott.ssa Lucia Borsellino – Assessore Regionale alla Sanità della Regione Siciliana
Dott.ssa Rosalba Matassa – Task Force Tutela Animali del Ministero della Sanità
e p.c.
Presidente Michela Vittoria Brambilla – Federazione Italiana Associazioni Italiane Diritti Animali e Ambiente
Presidente Gianluca Felicetti – Lav Nazionale
Presidente Carla Rocchi – Enpa Nazionale
Vi scriviamo per mettervi in evidenza le problematiche sanitarie inerenti la gestione del Rifugio Sanitario di Ragusa; “frutto amaro” del cosiddetto Progetto Pilota Emergenza Randagismo negli Iblei, che in realtà si è arenato nella palude della burocrazia e che dopo 6 anni dalla morte del bambino Giuseppe Brafa ha partorito tante parole al vento, solo due canili non ancora autorizzati e un terzo canile trattato dall’Asp locale come un problema ingestibile.
In allegato troverete una serie di files che mettono in evidenza lo sconforto di tanti cittadini di Ragusa, sensibili al benessere degli animali ricoverati presso il Rifugio, e dei tanti volontari, oltre che degli operatori, che quotidianamente cercano di sostenere le attività animaliste, di cura, di mantenimento e di recupero dell’Associazione Iblea per i Diritti degli Animali che fra mille sacrifici e sforzi sovrumani da circa tre anni gestisce la struttura stessa.
Non stiamo a raccontarvi, tediandovi, quante notti insonni, quanta fatica e quante ipocrisie la nostra associazione ha dovuto sopportare a causa dell’immobilismo degli enti locali, del menefreghismo di vari dipendenti pubblici e dell’indifferenza di certi politici locali interessati alla polemica più che ai risultati concreti e alla salvaguardia degli animali.
Nonostante tutto il Rifugio di Ragusa può vantare un grande risultato: su 400 animali ricoverati in 18 mesi circa il 60% è stato adottato direttamente in città, da altre associazioni animaliste fuori provincia e da tanti singoli cittadini sparsi per il paese; la mortalità è invece limitata al 12,3%. Insomma numeri capovolti rispetto ai tanti canili lager della nostra Italia e numeri straordinari se si pensa che il Rifugio è una sorta di pronto soccorso.
Vi scriviamo tuttavia per mettervi a conoscenza delle divergenze e dei contrasti incredibili che sono sorti con la dirigenza del Servizio Veterinario Provinciale di Ragusa. La struttura in questione nonostante sia una struttura pubblica del Comune di Ragusa e nonostante la nostra Associazione abbia sottoscritto ben due convenzioni con il Comune stesso dove l’assistenza sanitaria è a carico dell’Asp locale, così come prevede la normativa regionale siciliana, le relative linee guida redatte dall’assessorato e i vari decreti dirigenziali, in realtà il 50% della spesa per l’approvvigionamento dei farmaci è sostenuta dalla nostra associazione visto che il Servizio Veterinario locale non ha risorse sufficienti e in questi anni non si è organizzato per mettersi in regola. Altra assurdità enorme e gravissima è la mancanza di veterinari pubblici dell’Asp per il 90% delle ore settimanali: praticamente al posto di garantire un servizio di reperibilità h24 per i cani già ricoverati al Rifugio e per i cani prelevati dal territorio in gravi condizioni di salute l’Asp locale ha fornito l’assistenza sanitaria solo 8/9 ore su di un totale di 168 settimanali (7gg x 24h = 168 ore complessive) e in molti periodi nemmeno queste!! Ad esempio nel periodo estivo, nelle settimane festive di Natale e Capodanno, durante tutti i weekend, etc etc ..
Anche in questo caso tutto viene scaricato sulle spalle dell’Associazione Aida, dei volontari più sensibili e dei dipendenti part-time che vedono quotidianamente stravolta la pianificazione delle loro attività quotidiane. Comunque non staremmo a lamentarci se non fosse che a farne le spese in questi mesi/anni siano stati proprio gli animali che subiscono questo tipo di disservizi, ritardi nelle cure, malasanità con diagnosi e terapie sbagliate e addirittura controproducenti, oltre che la salute e la serenità dei cittadini e dei volontari che si sono affezionati al Rifugio stesso e al contesto sociale che siamo riusciti a costruire.
Sappiamo benissimo che in giro per l’Italia e la Sicilia ci sono realtà molto più tristi e molto più gravi; ne siamo coscienti, ma non possiamo certamente attendere che la situazione di Ragusa degeneri fino ad arrivare alle peggiori conseguenze. D’altronde il Rifugio di Ragusa doveva fare da “modello apripista” in Sicilia (proprio come risposta alla tragedia di Giuseppe Brafa, il bambino ucciso nel 2009 a Sampieri-Scicli da un branco di cani, ed invece è diventato un luogo di omissione di servizi pubblici ed un luogo anche di evidente e palese malasanità in cui i cittadini, le associazioni e i volontari si sostituiscono (nonostante tutto) ai responsabili del Servizio Pubblico mal organizzato o addirittura inesistente.
Vi chiediamo pertanto di intervenire, di informarvi, di contattarci per comprendere il nostro punto di vista e la nostra costante esasperazione; non ascolterete urla isteriche, fantasiose paranoie tipiche di certi ambienti animalisti, non ascolterete parole interessate, mezze verità o ipocrisie, vi racconteremo come la nostra vita e quella di tanti piccoli animali venga quotidianamente calpestata dall’indifferenza, dalla mala coscienza di certi burocrati e dalla sistematica volontà di non fare funzionare quel poco di buono che gli animalisti di Ragusa sono riusciti a “coltivare” in questi tre ultimi anni.
Vi ringraziamo per l’attenzione ma restiamo in attesa di essere contattati.
Un caro saluto.
Consiglieri soci, Operatori e Volontari dell’Aida Ragusa e del Rifugio Sanitario di Ragusa
Serena Augello
MariaPina Battaglia
Matteo Sgarlata
Brita Jensen
Michele D’Agati
Salvatore Imposa
Vincenzo Iacono
Sandra Barbano
Giorgio Panza