Cna Ragusa: “Ecco in quale caso le aziende artigiane non sono tenute a versare il tributo Tari”

Le imprese artigiane non sono tenute a versare il tributo Tari nelle aree in cui si formano i rifiuti speciali non assimilati agli urbani. E’ stato questo uno dei nodi cruciali della riunione informativa promossa dalla Cna territoriale di Ragusa che ha invitato i rappresentanti delle piccole e medie imprese operanti in ambito comunale per illustrare le novità riguardanti l’articolata materia. Il provvedimento, tra l’altro, risiede nei contenuti del regolamento approvato a palazzo dell’Aquila nel luglio scorso, testo a cui anche la Cna ha fornito il proprio apporto attraverso la presentazione di alcuni emendamenti parzialmente accolti. Risulta essenziale, naturalmente, che le imprese possano produrre la necessaria documentazione agli uffici competenti per dimostrare che lo smaltimento avviene attraverso l’utilizzo di ditte incaricate. Tutto ciò, naturalmente, dà diritto all’esenzione dal tributo. In un periodo in cui le piccole e medie imprese continuano a fare registrare parecchi problemi sul piano economico a causa del perdurare della crisi, anche il corretto smaltimento dei rifiuti può diventare una risorsa e garantire quei canoni di risparmio, oltre a migliorare la qualità ambientale della propria azione, di cui si avverte sempre più la necessità. L’incontro ha visto la presenza di Giorgio Biazzo, presidente territoriale Cna Ragusa, con la responsabile organizzativa Antonella Caldarera, e con il responsabile provinciale Ambiente e Sicurezza dell’organizzazione, Giuseppe Brullo. “Ci è stato chiarito, come appurato anche in altre occasioni, che il passaggio dalla Tarsu alla Tares prima e dalla Tares alla Tari poi – dice Biazzo – ha fatto lievitare parecchio i costi per le piccole e medie imprese. Il nodo cruciale ha a che vedere con l’effettiva quantità di rifiuti prodotti, circostanza che non trova riscontro in bolletta, ed è questa una delle note dolenti. E’ fondamentale, dal nostro punto di vista, che il servizio di igiene ambientale possa essere gestito nella maniera più efficiente possibile. Anche attraverso questo miglioramento si potrà ridurre, e di parecchio, i costi e venire incontro anche alle legittime esigenze di chi, come nel caso delle nostre imprese, produce ricchezza e lavoro sul territorio cittadino”. In primo piano, anche la questione dei centri comunali di raccolta e della discarica di Cava dei modicani. “Per quanto riguarda il primo aspetto – prosegue Caldarera – ci attendiamo che si possano avere determinati riscontri sulla piena funzionalità della struttura e sul fatto che la stessa riceva i rifiuti differenziati. Molte perplessità, invece, con riferimento al sito che sorge sulla Chiaramonte Maltempo. Tutti sappiamo che la discarica è in fase di saturazione. E dopo che cosa accadrà? E, soprattutto, quanto inciderà, in termini di costi, tutto questo?”. Per Brullo, il passo essenziale da compiere resta quello di migliorare le percentuali del servizio di raccolta differenziata. “Perché soltanto in questo modo, soltanto attivando un processo di differenziazione che sia degno di tale nome – prosegue – potremo sperare di vedere contenuti i costi in bolletta. Per le piccole e medie imprese, si tratta di sostenere delle spese non da poco e tutti sappiamo cosa significhi un tale esborso in un momento del genere. Vogliamo davvero sperare che la situazione possa cambiare e che, soprattutto, le Pmi, ma anche le famiglie, possano essere messe nella condizione di differenziare sempre di più e, quindi, di attuare concreti risparmi sui conferimenti dei rifiuti”.

di Redazione16 Gen 2015 11:01
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