Video del fermo degli scafisti responsabili dell’ultimo sbarco

La Polizia Giudiziaria arresta 4 scafisti egiziani responsabili di aver messo in pericolo la vita di 295 migranti.
Tra loro decine di minori non accompagnati di origini egiziane.
Un egiziano: “ho vissuto in Italia per 10 anni e mi ero fidanzato, poi la nostra relazione è finita quando è nato nostro figlio ed io per la grande delusione sono tornato in Egitto; adesso voglio trovare mio figlio e riprovare a vivere qui dove sono stato benissimo ”.
Un siriano: “si era creata una falla e tutti quanti ci siamo adoperati per liberare l’imbarcazione dall’acqua che entrava, altrimenti saremmo affondati”.
I costi: 2.500$ a migrante ed all’organizzazione 740.000 dollari.
Salgono a 77 gli scafisti arrestati nel 2014.
Ieri dal C.P.S.A. di Pozzallo sono stati traferiti centinaia di ospiti per altri centri.

La Polizia Giudiziaria ha eseguito il fermo di ALI’ Ahmed, nato in Egitto il 28.12.1991, MANDUR Mustaphà, nato in Egitto il 19.04.1986, HASEN Muhamed, nato in Egitto il 16.01.1988 e MUHAMED Hasen, nato in Egitto il 10.03.1979, in quanto responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I fermati si sono resi responsabili di aver procurato l’ingresso in Italia di 295 migranti eludendo i controlli di frontiera, in quanto in modo preordinato chiedevano i soccorsi mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri di origini siriane, libiche, irachene ed egiziane.

I FATTI

Alle ore 00.20 del 26.07.2014 la nave “COSCO YANTIAN” battente bandiera Greca riceveva dalla MRCC di Roma notizia di portarsi in uno specchio d’acqua antistante le acque egiziane per assistenza ad un natante in difficoltà. Alle ore 04.30 veniva avvicinata l’imbarcazione in difficoltà ed iniziavano subito dopo le operazioni di trasbordo dei clandestini con il recupero di complessivi 299 migranti di varie nazionalità.
Alle ore 07.30 del 27.07, tutti i migranti venivano trasferiti presso il porto di Pozzallo (RG)  ed ospitati presso il CPSA ivi esistente.

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 40 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Completate le fasi di assistenza e identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura, i migranti venivano ospitati al C.P.S.A. di Pozzallo (RG).
Contestualmente all’arrivo dei migranti a bordo della nave, l’Ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa traferiva i 220 ospiti presenti al centro di Pozzallo al fine di permettere l’ingresso degli altri appena sbarcati.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture adeguate all’accoglienza.
LE INDAGINI

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), collaborati da un’aliquota della Compagnia dei Carabinieri di Modica ed un’aliquota della Sez. Operativa Navale della Guardia di Finanza di Pozzallo sin dai primi istanti dell’arrivo in rada della nave greca hanno avviato le indagini salendo a bordo per verificare la presenza di elementi utili alle indagini.
Dai controlli sulla nave emergeva che i numerosi egiziani controllavano tutto il gruppo di migranti e tra loro vi era qualcuno che godeva di una spiccata autorevolezza sugli altri.
Tra i migranti venivano escussi sin da subito diversi cittadini siriani ed egiziani i quali inizialmente fornivano dichiarazioni mendaci per paura di ritorsioni e successivamente, isolati i sospettati, riferivano ogni circostanza utile al fine di raccogliere elementi utili per poter procedere al fermo di indiziato di delitto.
Anche in questo caso l’impiego di interpreti he hanno fatto lo stesso percorso e si trovano in Italia da qualche anno è risultato vincente. Sono loro che dicono ai migranti “io ce l’ho fatta, adesso puoi farcela anche tu, fidati della Polizia di Stato, loro ti aiutano, loro sono bravi con noi”.
Dopo diverse ore per trovare i testimoni finalmente gli investigatori riuscivano a verbalizzare le dichiarazioni dei migranti così da individuare gli scafisti con la specifica di ogni singolo ruolo assunto durante il viaggio dai membri dell’equipaggio.
La professionalità degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta gli autori di questo traffico di migranti ormai diventato, il principale businnes per gli organizzatori, in questo caso egiziani.
Stante quanto dichiarato dai testimoni gli organizzatori egiziani hanno incassato quasi 740.000 dollari.
Oggi verranno ascoltati i numerosi minori non accompagnati per chiarire se esistono eventuali responsabilità di soggetti presenti in Italia per ciò che concerne la loro allocazione.

LE TESTIMONIANZE

La testimonianza:
un giovane siriano
Circa un anno fa, vista la precaria situazione che ormai coinvolge il mio paese, la Siria, mi sono determinato a trasferirmi in Egitto, precisamente nella città di *********, con l’obiettivo di incontrare soggetti che mi avrebbero aiutato ad attraversare clandestinamente il Mediterraneo e giungere in Italia. Una volta raggiunta in aereo **********, ho preso in affitto una casa ed in tempi successivi sono stato raggiunto da mia moglie e dai miei figli, di cui uno di anni 13 e l’altro 11. Mi sono dato anche da fare dal punto di vista lavorativo, ma la mia attività di venditore di bibite e frutta non è risultata tra le più proficue. Tra l’altro tutta la mia famiglia non si è mai adattata alle condizioni di vita egiziane per cui, come molti miei connazionali, mi sono determinato a non attendere un momento migliore per il mio esodo per l’Italia, rivolgendomi ad elementi appartenenti a consorterie criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina via mare verso l’Italia. Mi sono rivolto, dunque, ad un mio connazionale il quale mi ha corrisposto il recapito telefonico di un soggetto. Si continua, a questo punto, nell’escussione del nominato in oggetto e gli si chiede di continuare nelle sue dichiarazioni. Lo stesso fa presente:-///
Una volta la disponibilità di farmi partire per l’Italia, ho deciso di partire solo io per l’Italia e di non portare con me la mia famiglia e ciò a causa dei relativi rischi nonché perché non possedevo tutta la necessaria somma che mi veniva richiesta. Dopo varie trattative, raggiungevo l’accordo relativo alla parte economica del mio viaggio, per un totale di 2.500 $. Fissato il giorno e l’ora, siamo stati tutti quanti privati del nostro bagaglio e poi ci facevano entrare in acqua per raggiungere, dopo pochi metri, una barca, dove salivamo. Una volta che eravamo sulla barca, gli egiziani ci facevano sdraiare sullo scafo della stessa e ci coprivano con alcuni teloni. Omissis…
La navigazione proseguiva per due giorni e fino a quando non si verificava una falla allo scafo dell’imbarcazione per cui la stessa cominciava ad imbarcare acqua. Tutti quanti ci siamo adoperati per liberare l’imbarcazione dall’acqua che entrava, mentre si rendeva indispensabile chiedere i soccorsi in mare a causa della situazione che si stava verificando.
Un uomo egiziano
Faccio presente di aver vissuto ben dieci anni in Italia nella città di Milano. Questo accadeva dal 1990 all’anno 2000 e non ho mai ottenuto titoli che autorizzassero tale mia permanenza per cui ho vissuto in Italia sempre da clandestino. In Italia ho avuto un rapporto sentimentale con una donna italiana.
Non conosco le complete generalità della predetta donna né un suo recapito anche se dal rapporto sentimentale è nato, ben 21 anni fa un ragazzo che non ho mai conosciuto e che oggi sto cercando. Relativamente al mio viaggio che oggi mi ha condotto in Italia faccio presente che ho organizzato tale viaggio quando ancora mi trovavo nel mio paese natio proprio per trovare mio figlio e vivere qui in Italia dove sono stato benissimo.
Omissis…

LA CATTURA

Le indagini condotte dagli investigatori durate 20 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Ogni migrante ha pagato in media 2.500$ per un totale di quasi 740.000 dollari che sono andati tutti agli organizzatori ed agli scafisti.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 77 scafisti dalla Polizia Giudiziaria a Pozzallo e sono in corso numerose attività di collaborazione tra le Squadre Mobili siciliane (coordinate dal Servizio Centrale Operativo) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.

di Redazione28 Lug 2014 12:07
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