Il Pd implode e Mario D’Asta se ne va sbattendo la porta
Mario D’Asta rassegna le dimissioni dal ruolo di vicesegretario provinciale del Partito Democratico. “Dopo quanto accaduto venerdì scorso, in occasione dell’assemblea provinciale del partito, a Comiso, la cui convocazione è comunque da ritenersi illegittima, in cui si sarebbe dovuto procedere alla elezione di cariche ed organismi – afferma D’Asta – ritenendo irresponsabile l’atteggiamento assunto dal segretario provinciale Giovanni Denaro, e di chi lo sostiene, che con il loro modo di agire hanno acuito le tensioni interne alle varie anime del partito piuttosto che attenuarle, come avrebbe dovuto fare chi ha a cuore un percorso unitario del Pd, ho assunto questa decisione, non esistendo più le condizioni per proseguire oltre nell’espletare le funzioni proprie del ruolo di vicesegretario provinciale. Fino all’ultimo ho tentato di adottare strategie che esaltassero la ricerca di una auspicabile mediazione tra le parti ma la fuga in avanti e la voglia di andare a tutti i costi ad un muro contro muro assolutamente improduttivo per il futuro del Pd, scelta che risulta incomprensibile per chi ricopre il ruolo di segretario di un partito che invece dovrebbe a tutti i costi spendersi per eliminare le occasioni di contrasto piuttosto che fomentarle, mi hanno fatto ritenere indispensabile e non più rinviabile l’adozione del dignitoso istituto delle dimissioni. Politica vuole dire coerenza e dignità. Denaro preferisce costruire il partito della confusione, della divisione e dell’immobilismo, io il partito del rispetto delle regole, del rinnovamento e dell’unità. Spero che il segretario Denaro, che a questo punto non è più rappresentativo delle sensibilità di una consistente parte del partito, saltato il patto, possa riflettere in modo serio, per il bene del Pd, sulle ragioni che mi hanno spinto a questo passo. Ad ogni modo, mi riservo in conferenza stampa di illustrare nella maniera più dettagliata possibile le ragioni delle mie dimissioni”.